La guerra è iniziata: non in nostro nome
Migliaia in piazza contro il conflitto in Irak

Questa mattina migliaia di giovani studenti e di lavoratori in sciopero, sono scesi in piazza a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2003 13:46
La guerra è iniziata: non in nostro nome<BR>Migliaia in piazza contro il conflitto in Irak

Questa mattina migliaia di giovani studenti e di lavoratori in sciopero, sono scesi in piazza a Firenze per dare una prima risposta senza se e senza ma alla guerra scatenata questa notte contro ogni diritto internazionale. Mentre sotto i bombardamenti “intelligenti” iniziano a morire donne, bambini e popolo iracheno, le piazze della nostra città si sono riempite di un solo slogan stop alla guerra stop all’aggressione americana, no all’uso delle basi e dello spazio aereo italiano per chi porta solo morte e distruzione in nome non si sa di quale civiltà. La manifestazione che si è svolta in modo totalmente pacifico, si è conclusa con l’occupazione della stazione di Santa Maria Novella. Stamani nelle scuole di Scandicci, dove non si poteva scioperare per garantire la sicurezza dei bambini, si sono svolte iniziative contro la guerra.

Alla Marconi tutti i bambini, compresi quelli della materna, sono scesi in cortile, hanno cantato una canzone in inglese, hanno recitato poesie, hanno gridato Pace, hanno aventolato stracetti bianchi ed hanno osservato un minuto di silenzio. Moltre le altre iniziative tendenti a fermare la guerra che si terranno nei prossimi giorni a partire da quella di oggi pomeriggio alle 17.00 in Piazza Santa Croce. Sabato Alle 17 di sabato presidio contro la guerra davanti al consolato Usa organizzato da un gruppo di cittadini statunitensi che abitano a Firenze.

Una manifestazione particolare che viene dopo la marcia della pace organizzata alcune settimane fa dagli studenti Usa a Firenze. Cgil Cisl e Uil ritengono illegittima la decisione dell'attacco odierno degli USA all'Iraq, non motivata politicamente e tale da compromettere un ordine mondiale fondato sulla sicurezza e sul rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Cgil, Cisl e Uil, pertanto, mettono in campo, nel pieno rispetto della legalità, tutti gli strumenti democratici per fermare la guerra ed esprimere la più netta contrarietà ed il più fermo dissenso del mondo del lavoro e per riaffermare il primato della risoluzione diplomatica su quello dell'uso della forza.

A tal fine Cgil, Cil e Uil hanno proclamato per oggi uno sciopero generale di due ore dalle 15,00 alle 17,00. I sindacati hanno indetto un fermo in linea degli autobus dalle 12,00 alle 12,15 per protesta contro l'inizio della guerra in Iraq, mentre i lavoratori degli impianti fissi (uffici e officine) sciopereranno le ultime due ore del turno. A poche ore dall’attacco sferrato dalle forze angloamericane contro l’Iraq di Saddam Hussein, la Giunta Comunale di Scandicci è stata convocata dal Sindaco in seduta urgente e straordinaria.

La Giunta ha approvato un ordine del giorno che è stato trasformato anche in un manifesto, che verrà affisso domani in città, ed in un volantino che verrà diffuso nelle sede istituzionali. Si ricorda che domani, venerdì 21 marzo, il Consiglio Comunale si riunisce anch’esso in seduta straordinaria alle ore 21. Questo il testo dell’Ordine del Giorno della Giunta. Per dovere di cronaca ecco uno stralcio del messaggio inviato ieri pomeriggio dall'ambasciata americana di Roma ai cittadini americani in Italia: "The Department of State encourages all American citizens residing abroad to register their presence and obtain up-to-date information on security conditions at the nearest American Embassy or Consulate.

The American Embassy in Rome is located at Via Veneto 119, tel: 39-06-46741; the American Consulate General in Milan is located at Via Principe Amedeo 2/10, tel: 39-02-290351; the American Consulate General in Florence is located at Via Vespucci 38, tel: 39-055-266-951; the American Consulate General in Naples is located at Piazza della Repubblica, tel: 39-081-583-8111". Se il petrolio aumentera' aumenteranno i prezzi, perche' il sistema dei trasporti merci in Italia si svolge prevalentemente su gomma, e se la guerra in corso nell'area mediorientale o qualsiasi tensione internazionale che coinvolga paesi produttori, dovessero avere come conseguenza un'impennata del costo del barile di petrolio, l'Italia sarebbe uno dei Paesi a soffrirne di piu'.

Tutto cio' e' evidente ai piu' -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- ma riteniamo opportuna qualche riflessione. La benzina costa tanto perche' lo Stato attua un prelievo fiscale da far invidia a Dracula: su ogni litro "succhia" in tasse qualcosa come 0.78 euro (1510.29 lire). Nonostante cio' il 64% delle merci viaggia su gomma, l'11% su ferrovia e il 20,6 via mare; e' evidente che i costi si riversano a cascata sul consumatore. Una diminuzione della fiscalita' renderebbe più sopportabile la spesa finale per i cittadini, lo Stato potrebbe colmare il divario rivolgendo la propria attenzione a quel 28% del PIL prodotto in nero, rendendo giustizia a milioni di italiani spremuti dalle tasse. E' altrettanto evidente ai piu' che il sistema dei trasporti su gomma ha raggiunto livelli di congestione intollerabile: 36 milioni di veicoli circolano oggi a fronte dei 2,4 del 1960! I camion sono 3,5 milioni e aumenteranno nei prossimi anni.

Secondo il Libro Bianco della Ue sui trasporti, entro il 2010 ci sara' un incremento del 50% del traffico pesante, consistenti aumenti della congestione stradale e incrementi del 142% dei costi diretti e indiretti legati alla congestione stessa. Uno Stato, un Governo, un Parlamento che si rispettino, porrebbero mano alla questione e avvierebbero una seria politica dei trasporti. Per esempio perche' non si utilizzano pienamente le due autostrade naturali che abbiamo, l'Adriatico e il Tirreno? Chi lo impedisce?

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