Lettera aperta per la pace dell'Assessore Raspollini al Presidente del Consiglio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 marzo 2003 16:58
Lettera aperta per la pace dell'Assessore Raspollini al Presidente del Consiglio

L'Assessore del Comune di Scandicci Claudio Raspollini, con delega alla Pubblica Istruzione e Servizi Scolastici, Servizi Sociali, Sanità e Associazionismo, ha inviato oggi una supplica per la pace al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ecco il testo della lettera aperta: "Nei miei ricordi infantili c’è una preghiera particolare, un momento della mia vita che veniva profondamente segnato da mia nonna e dalla sua voglia d’insegnarmi l’Ave Maria. Forse in questo momento storico, alle soglie di uno sconvolgimento che determinerà un solco incolmabile nella storia dell’umanità, una preghiera può far sorridere.Una preghiera: vi sorprende? Forse in me parla la radice cattolico cristiana da cui provengo e per cui più di una piattaforma d’azione, una preghiera, può sembrare un messaggio di rassegnazione. Non sono un uomo rassegnato, non mi sono mai rassegnato a ciò che gli altri dicevano ineluttabile, immutabile. Ho sempre lottato e mi sono fatto portavoce delle istanze dei più deboli e dei più abbandonati perché ritengo che l’impegno politico debba ripartire dagli ultimi. Per questo una supplica. La stessa supplica che diventò lotta per Martin Luther King, Gandhi, o un nostro grande concittadino Giorgio La Pira. C’è più forza in una preghiera che in una guerra. Per questo scrivo alla mia città ed al presidente del Consiglio perchè nella preghiera ritrovo le mie radici, riscopro il senso comunitario della mia vita, ritrovo uno per uno i volti dei miei concittadini dal più piccolo al più grande. Nella preghiera scopro la sintesi e l’orgoglio dell’appartenenza a questo popolo, a questa città con le sue contraddizioni e con le sue criticità, ma pur sempre amata e vissuta sino in fondo.

Quando mercoledì sera, in piazza a manifestare per la pace ho guardato i volti dei miei concittadini mi sono sentito vivo, parte di un progetto in cui ciascuno di noi umilmente faceva la sua parte per il bene comune. Ci sono storie nella mia città, famiglie, uomini, donne, vecchi e bambini che ne costituiscono il tessuto vivo e produttivo e al tempo stesso sono la sintesi tra il passato che abbiamo alle spalle ed il futuro che vogliamo costruire. La forza di una preghiera è quella di chi non si arrende all’ineluttabile, di chi chiede a Dio non tanto d’intervenire per risolvere dall’alto la situazione, ma di chi vuol farsi carico consapevolmente delle difficoltà e portare avanti la lotta.

Ci sono ideali e valori che non possono essere disattesi. Ci sono realtà che esprimono e sintetizzano il nostro modo di essere di sentire di vivere. La Pace è una di queste. Non sopporto l’idea dell’uccisione di un essere umano. Non sopporto più i gendarmi di un mondo sempre più inquinato che misurano la libertà e l’autodeterminazione dei popoli sul metro dell’economia e del consumo del petrolio. Non sopporto più che vi siano bambini soldato e bambine prostitute, madri che piangono dall’una e dall’altra parte. Sono stanco di sentir spacciare la vendetta per giustizia e che tutto questo debba avere la benedizione del “santone” politico di turno. E voi? Ora noi preghiamo! Eleveremo la nostra preghiera a Maria perché ci dia la forza di lottare fino in fondo per costruire un’altra Italia, un’altra Europa, un altro mondo possibile. Riempiremo le chiese e poi le strade e le piazze della nostra supplica sperando di essere sempre di più.

Forse saremo soli con la nostra coscienza, con il nostro cuore gonfio di tristezza e di quella solitudine che diventa consapevolezza di fare la cosa che va fatta. Non uso il termine “giusta” perché troppo impegnativo, faremo la cosa che va fatta per disegnare un futuro per i nostri figli e per tutti i figli. Questa è la supplica che vi rivolgo con l’umiltà di un uomo che ha fatto le sue scelte con la consapevolezza di compiere il proprio dovere. Credendo fermamente che la vita, ogni vita, sia unica ed irripetibile e che nessuno ha il diritto, in nome di qualunque cosa, di toglierla. Se poi com’ è giusto, vogliamo dare un senso politico alla nostra comune iniziativa vi chiedo una cosa semplice ma che ritengo efficace, un impegno che diventa lotta, forza dirompente. Inviate insieme a me una lettera al Presidente del Consiglio una lettera che contenga il nostro personale impegno, un patto su cui sin d’ora intendiamo impegnarci: (il testo è il seguente) Alle prossime elezioni non voterò per un partito i cui parlamentari voteranno o appoggeranno la guerra, come modo di risolvere i conflitti fra gli stati. Rispettiamo la nostra costituzione.Grazie."

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