Vicenda Tizzano: la Corte di Cassazione annulla la sentenza d'appello e sancisce il diritto al risarcimento
Una storia iniziata nel 1971

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 gennaio 2003 00:02
Vicenda Tizzano: la Corte di Cassazione annulla la sentenza d'appello e sancisce il diritto al risarcimento<BR>Una storia iniziata nel 1971

Un atto amministrativo che lede un interesse legittimo produce un diritto al risarcimento quando il privato gode già di una situazione di vantaggio, anche se l'atto è affetto da vizio di forma. E' questo il principio assolutamente nuovo sancito dalla Corte di Cassazione, che ha scritto un nuovo capitolo dell'annosa vicenda di Tizzano, una storia iniziata nel 1971, quando il nuovo Piano Regolatore di Fiesole non incluse (senza motivare il perché) una convenzione stipulata nel 1964 fra il Comune e un privato, l'avvocato Giorgio Vitali per una lottizzazione, in località Tizzano.

Quello che si produsse in questo caso, per superficialità e fretta, fu un "vizio" dovuto alla volontà sacrosanta di difendere dalla cementificazione il territorio, uno dei più belli e intatti del nostro Paese, ma fu anche una leggerezza che potrebbe costare molto cara. Dal 1971 è infatti iniziata una lunghissima procedura giudiziaria che ha visto l'intervento del Tar, del Consiglio di Stato, del Tribunale di Firenze e della Corte d'Appello di Firenze, che nel 2000 aveva negato il diritto al risarcimento.

Adesso la sentenza della Cassazione ribalta questa interpretazione, dando sostanzialmente torto al Comune di Fiesole e sancendo un diritto al risarcimento che farà discutere e che potrebbe causare notevoli danni non solo a Fiesole, ma anche a tutti le strutture amministrative italiane. Per il Comune di Fiesole, che adesso dovrà attendere una nuova sentenza, questa volta definitiva, di un'altra sezione della Corte d'Appello, si tratterà di capire l'entità del risarcimento (526 milioni di lire del 1971, da rivalutare ad oggi) e quindi come affrontare questo enorme danno economico.

Per tutti gli amministratori italiani, si tratta di una questione da affrontare con certezza e rapidità. "Il Comune di Fiesole - afferma il Sindaco Alessandro Pesci - è nei guai perché da sempre ha scelto di tutelare il paesaggio e l'ambiente. Al di là del merito, giusto, della sentenza della Cassazione, viene però anche affermato indirettamente il principio per cui per tutelare il diritto di un singolo si mettono in secondo piano i diritti della collettività. Fiesole è uno dei posti più belli del mondo proprio perché ha scelto questa via, e l'ha scelta fin dagli anni Sessanta, quando in Italia non si sapeva neanche che cosa fosse la tutela dell'ambiente.

Ed è singolare che l'amministrazione venga condannata per aver evitato uno scempio edilizio. Ma questa vicenda ci rende protagonisti dell'introduzione in Italia di un principio nuovo e importante, sul quale siamo d'accordo: il cittadino ha diritto di essere tutelato e risarcito se subisce un danno dall'Amministrazione. E' anche vero però che i Comuni hanno bisogno di regole certe, e il legislatore ci deve mettere in condizione di decidere come gestire il territorio".

La vicenda di Tizzano ha inizio nel 1964, quando l'avvocato Giorgio Vitali ottiene dal Comune una convenzione per lottizzare un terreno e realizzare su un proprio podere alcune villette da vendere poi a privati.

Nel successivo Piano Regolatore del 1971 la proposta di lottizzazione non viene inserita per ragioni di tutela paesaggistica di una delle zone collinari più suggestive del nostro territorio, ma la decisione di non confermare nel Piano Regolatore la convenzione stipulata con l'avvocato Vitali viene fatta senza una motivazione sufficiente. Nelle successive varianti al Piano Regolatore del 1983 e del 1990 e nel Piano Strutturale del 1999, l'esclusione di quella lottizzazione viene confermata. L'avvocato Vitali, sentendosi danneggiato, ricorre al Tar, che gli dà ragione proprio appellandosi alla inadeguata motivazione.

Nel 1991 ricorre anche al Consiglio di Stato, e ottiene di nuovo ragione. Il 22 luglio 1999 arriva la sentenza n.500 della Cassazione, che è considerata dalla giurisprudenza una "svolta storica" perché riconosce per la prima volta in Italia il diritto di un privato di essere risarcito dall'Ente Pubblico per aver subito un danno. Nel marzo 2000 il Consiglio di Stato recepisce l'orientamento della Cassazione, e stabilisce che anche i giudici amministrativi potranno condannare le pubbliche amministrazioni a risarcire i danni ingiusti subiti dai cittadini.

Il 30 marzo 2000 il Tribunale di Firenze condanna il Comune di Fiesole a risarcire poco più di 526 milioni (del 1971) all'avvocato Vitali. Alla somma va aggiunta la rivalutazione annuale e gli interessi dal luglio 1971 alla pubblicazione della sentenza, immediatamente eseguibile. Secondo i calcoli del Comune, si tratterebbe di oltre 13 miliardi di lire.
Il 29 maggio 2001 la Corte d'Appello di Firenze accoglie il ricorso presentato dal Comune di Fiesole contro la sentenza del Tribunale, respingendo "in toto" la richiesta di risarcimento dell'Avvocato Vitali e condannandolo a pagare tutte le spese processuali.

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