Nuovo teatro e vecchie istituzioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2002 07:01
Nuovo teatro e vecchie istituzioni

Circa trecento tra operatori, artisti, critici, studiosi, intellettuali (da Claudio Meldolesi a Giorgio Barberio Corsetti, da Oliviero Ponte di Pino, a Massimo Marino, Gianfranco Capitta, Mimma Gallina, Renata Molinari, Armando Punzo, Valeria Ottolenghi, Roberto Castello per citarne solo alcuni), provenienti da tutta Italia e vicini al mondo del teatro hanno invaso Castello Pasquini di Castiglioncello, in occasione della due giorni che Armunia ha dedicato, sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre, al rapporto tra Nuovo Teatro e Vecchie Istituzioni.

Un afflusso straordinario e inaspettato che ha evidenziato l’esigenza di confrontarsi per individuare un comune percorso che sia in grado di dare maggiore forza e visibilità ad un fenomeno che, come dimostrano i numeri, raccoglie gli interessi e le passioni di una larga fetta di operatori dello spettacolo.
Sono state giornate all’insegna della propositività e dell’individuazione di concrete strategie operative da mettere in atto attraverso un fronte comune. L’Incontro di Castiglioncello è stato un punto di arrivo di una serie di convegni che hanno animato i Festival dell’estate passata, ma anche un punto di partenza per la creazione di gruppi di lavoro regionali che avranno il compito di monitorare i territori e di costituire una sponda dialettica nei confronti dell’operato delle istituzioni, anche in vista del passaggio delle competenze legislative alle Regioni.

Oltre ad avviare una discussione sulle prospettive di un reale cambiamento delle regole del gioco di un sistema ministeriale sempre più sganciato dalle esigenze della parte più viva del teatro italiano, si è discusso delle iniziative praticabili in autonomia, tra le quali ha avuto particolare spicco quella avanzata da alcuni Festival italiani (Armunia Festival Costa degli Etruschi, Inteatro di Polverigi, Opera Prima di Rovigo, Santarcangelo dei Teatri e Volterrateatro) di costituire un Festival Nazionale Del Nuovo Teatro, che dovrà essere policentrico e, nel rispetto delle differenti vocazioni, costituire un luogo di condivisione di progetti e competenze, proponendosi anche come punto di riferimento per la scena internazionale.

Un’ampia rappresentanza di compagnie,(Motus, Liberamente, Teatrino Clandestino, Fanny e Alexander, Teatro Aperto, Alma Rosè, Manifatturae, Atir, teatro del Lemming, Kinkaleri, Teatro delle Ariette Rossotiziano, Babbaluck, Corte Ospitale, Fattore K, Santa Sangre, Fortebraccio ed altri) ha evidenziato la necessità di un confronto da avviare con i Teatri Stabili d’Innovazione, in gran parte assenti a Castiglioncello, riguardo alle necessarie riforme del sistema produttivo e distributivo.
Tra i punti di discussione affrontati anche quello inerente lo scollamento tra la produzione dei nuovi artisti e le categorie estetiche adottate dalle istituzioni per ripartire i finanziamenti pubblici, una frattura sempre più evidente che rischia di paralizzare il sistema teatrale.
Si è costituito anche un gruppo di lavoro che avrà il compito di delineare quali sono le direttive da seguire nella formulazione di un progetto di legge, che tenga conto delle reali esigenze operative degli artisti, in modo da incrementare lo sviluppo di un patrimonio esistente.

Nella serata di sabato, le sale di Castello Pasquini hanno ospitato, in un clima di grande vitalità e partecipazione, alcuni lavori di gruppi toscani, offrendo una concreta occasione di visibilità per realtà emergenti.

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