Parte da Arezzo il tour economico del presidente Martini per rilanciare sviluppo e occupazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2002 19:58
Parte da Arezzo il tour economico del presidente Martini per rilanciare sviluppo e occupazione

AREZZO- Parte da Arezzo il tour che il Presidente della Toscana Claudio Martini farà nei prossimi mesi nei principali distretti economici della regione per cercare - insieme agli operatori economici, agli imprenditori, alle categorie, alle organizzazioni dei lavoratori e ai rappresentanti degli Enti locali – soluzioni operative capaci di rilanciare lo sviluppo e l’occupazione dinanzi allo scenario di crisi che si è aperto dopo gli attentati dell’11 settembre.
La proposta di un tour in Toscana è scaturita dall’ultima giunta programmatica tenutasi il 23 settembre scorso a Cortona, nel corso della quale fu presentata un’ampia ricerca sulla situazione economica della Toscana nel contesto degli scenari mondiali, da cui emergevano non solo le prevedibili ombre della congiuntura internazionale, ma anche le luci relative al particolare tipo di struttura produttiva della regione.

Dopo Arezzo - dove Martini ha incontrato, oltre agli amministratori locali e ai rappresentanti delle categorie economiche, un’ottantina di imprenditori che operano prevalentemente nel settore orafo e della moda - il tour del governatore toccherà Poggibonsi (il 26 novembre), Prato (il 27 novembre) e Pontedera (l’11 dicembre). Altre tappe saranno poi fissate a partire dai primi giorni del nuovo anno in modo tale da toccare tutte le principali aree economiche.
La conclusione di questo lungo lavoro di “ascolto” dovrebbe confluire poi in un forum europeo sulla piccola e media impresa che qualcuno ha già ribattezzato la “San Rossore della PMI”, alludendo alla volontà di far dialogare istituzioni e imprenditori nel tentativo di trovare un nuovo posizionamento delle strutture industriali medio piccole che caratterizzano il tessuto economico della regione nell’ambito dei processi di globalizzazione dai quali sempre di più dipende l’andamento del mercato.
In Toscana, infatti, sono 320 mila le imprese – più di una ogni 11 abitanti – il 98,7% delle quali con meno di 20 dipendenti.

Solo 454 sono quelle con più di 100 addetti e appena 80 quelle che superano le 250 unità. La Toscana è con le Marche la regione dove è maggiormente diffusa la piccola e media impresa. Occuparsi del loro futuro significa occuparsi del futuro dell’intera economia toscana e della salvaguardia di un modello che coniuga la propria fortuna a temi come lo sviluppo compatibile, il rispetto dei diritti dei lavoratori e dei consumatori, la salvaguardia delle tradizioni, la valorizzazione della qualità.
Uno dei comparti che hanno risentito maggiormente dei contraccolpi della crisi mondiale è il sistema moda, con i settori tessile, confezioni, pelle e orafo.

La prima causa è la flessione dell'export che ha visto, nel corso del primo trimestre 2002, il calo più consistente degli ultimi dieci anni. Sul fronte dei mercati di sbocco si accentua la specificità della Toscana rispetto all'Italia perché è maggiore l'esposizione verso i mercati extraeuropei.
E' evidente il coinvolgimento dell'economia aretina e, in particolare, del distretto orafo. Arezzo è, insieme a Grosseto, una delle due province toscane ad avere registrato nel 2002 una flessione rispetto all'anno precedente, per quanto riguarda le vendite all'estero nel settore dell'oreficeria che pesa del 60% circa sul totale delle esportazioni aretine (che costituiscono il 15% dell'export regionale).

L'economia aretina nel suo complesso ha esportato, nel 2000, per un fatturato di 3,5 miliardi di euro. L'oreficeria incide per 1.318 milioni di euro.
Se questo è il quadro, va da se che aiutare l'economia aretina a trovare gli strumenti per lo sviluppo significa agire su questo settore. Che poi è il settore sul quale si stanno concentrando gli sforzi della Regione. Sforzi che non intendono seguire la logica dell'emergenza ma chiedono un impegno straordinario di razionalizzazione, progettualità, fantasia, per utilizzare al meglio risorse che già esistono grazie a strumenti ordinari di politica economica.

Strumenti che vanno diretti e convogliati su questi settori. E' il caso del Piano integrato per il settore moda, attualmente al vaglio delle categorie economiche, che prevede contributi per 50 milioni di euro all'anno per il triennio 2002-2005 e che prevede una serie di interventi a favore delle piccole e medie imprese toscane. Si tratta di interventi di tipo non convenzionale, che puntano a rafforzare la struttura produttiva e la propensione agli investimenti di tipo infrastrutturale e precompetitivi.

Saranno individuati sistemi territoriali sui quali intervenire in maniera mirata e organica. Fra questi, ovviamente, anche il distretto aretino. Fra le iniziative anche quelle mirate a sensibilizzare gli operatori e a informare sull'andamento dei mercati internazionali, strumenti conoscitivi come la realizzazione di un Osservatorio, il sostegno alla fusione e all'accorpamento delle realtà produttive per rafforzarne la capacità competitiva, l'adeguamento e modernizzazione del sistema della formazione.

Il piano delle attività di promozione economica 2003, oggi in dirittura d'arrivo, prevede per il sostegno dell'artigianato e delle pmi risorse per un totale di quasi 3 miliardi di euro. Al sistema moda sono destinati quasi 400.000 euro, cui si devono aggiungere gli interventi di comunicazione, le manifestazioni, la partecipazione a fiere di settore e gli altri interventi intersettoriali più generali.
Ma l'attenzione della Regione al sistema dei distretti non comincia oggi. Nel 2002 sono oltre 560 milioni di euro i finanziamenti a favore delle imprese dell'industria, del commercio e dell'artigianato.

Fra questi segnaliamo la legge regionale per lo sviluppo locale (legge 41) che ha messo in campo, per il territorio aretino circa 2 milioni di euro di contributi che hanno dato vita a progetti infrastrutturali (portali, infrastrutture telematiche, scalo merci). Parte di questi fondi attingono al Fondo unico per l'industria, che per il 2001 ha complessivamente a disposizione 56 milioni di euro. Con una prima decisione la giunta ha messo 35 milioni di euro a disposizione delle imprese nei territori phasing out, quei territori cioè in uscita dagli aiuti comunitari per le aree a declino industriale, all’interno dei quali rientra quasi completamente il comparto aretino.
”Esco confortato da questo incontro perché ho ascoltato imprenditori non rassegnati ma convinti e determinati ad affrontare le difficoltà, che ragionano sull’attuale congiuntura con la volontà di trovare i modi per poterla superare.

E’ l’atteggiamento giusto per uscire da un anno difficile”. Il presidente della Toscana Claudio Martini ha concluso con questa battuta l’incontro con gli imprenditori aretini, prima tappa di un tour che lo porterà in tutte e dieci le province e i distretti toscani. Ad Arezzo oggi, nel corso di un meeting organizzato all’interno del Centro Affari dove è stata inaugurata la rassegna “Dire & Fare”, erano un’ottantina gli imprenditori presenti. Ed il presidente Martini, assieme agli assessori Tito Barbini ed Ambrogio Brenna, li ha ascoltati per oltre due ore.

Sono intervenuti il presidente della Camera di Commercio Pietro Fiorelli, Barbara Micheli in rappresentanza degli agricoltori, Umberto Magnolfi per gli albergatori, Danilo Neri per gli orafi, il vice presidente del coordinamento dei tre distretti industriali aretini Giovanni Basagni e Alberto Ricci del Centro Produzione Servizi. “Per rendere più dinamico lo sviluppo locale occorre che gli imprenditori facciano fino in fondo la loro parte e si assumano le proprie responsabilità – ha precisato Martini - Ad Arezzo, stamani, mi sembra che questa disponibilità sia emersa.

Lo stesso discorso vale anche per le istituzioni. Occorre fare sistema: ovvero muoversi in sintonia e concentrare energie e risorse su obiettivi ritenuti da tutti prioritari. E’ la strada perché la Toscana possa essere competitiva”. “A volte – ha poi aggiunto – facciamo fatica a convincere il governo, quello attuale ma anche quelli precedenti a dire il vero, sull’importanza di regionalizzare le risorse dei patti territoriali anziché costituire un fondo unico gestito dal ministero.

E’ difficile che da Roma si possa usare tempestivamente ed in modo efficace queste risorse. Questo invece diventa possibile a livello regionale”. L’incontro aretino si è concluso con una battuta sul Social forum di Firenze. E’ stato Umberto Magnolfi, presidente degli albergatori aderenti alla Confcommercio, a sottolinearne la “natura di grande festa di popolo che ha contribuito a diffondere di Firenze un’immagine di grande spessore, qualità ed apertura intellettuale”. “Quella stessa apertura – ha detto – che non tutta la categoria ha dimostrato, ma dalla quale la Confcommercio Toscana e quella di Arezzo ha apertamente preso le distanze”.

“Il Social Forum – ha sintetizzato Martini - ha dimostrato che movimento, istituzioni e forze dell’ordine possono convivere e collaborare. Quello che è accaduto a Firenze è importante perché ha cancellato la triste pagina di Genova”.

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