Un francotiratore del centrosinistra ha deciso la sorte del Quartiere 2
Elezioni con il nuovo sistema: il presidente sarà scelto direttamente dai cittadini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2002 16:13
Un francotiratore del centrosinistra ha deciso la sorte del Quartiere 2<BR>Elezioni con il nuovo sistema: il presidente sarà scelto direttamente dai cittadini

«Il giustiziere del centrosinistra ha punito l'ingordigia dei DS al quartiere 2» ha commentato la vicecapogruppo di Forza Italia Bianca Maria Giocoli, ex presidente del quartiere 2 nella passata legislatura.
Il cecchino della coalizione di centrosinistra ieri sera ha vinto con una immacolata scheda bianca la sua personale battaglia. La crisi a Villa Arrivabene, nata nel marzo 2002 con la presentazione da parte dei DS della mozione di sfiducia nei confronti del presidente Aiazzi e trascinatasi fino a ieri sera con colpi di teatro e nuove occasionali alleanze, ha portato i DS dalla ricerca dell'unica poltrona di presidente di quartiere non in loro possesso ad una sconfitta che nemmeno la riappacificazione con Rifondazione Comunista ha potuto evitare.

Il partito ha tentato di riproporre per ben 4 volte la stessa candidatura senza preoccuparsi di avere una seconda proposta. A ciò si è aggiunto il rappresentante dei Verdi Cappelletti che ha accettato di esser candidato alla presidenza del quartiere per il centrodestra.
Adesso al Quartiere 2 si sperimenterà l'elezione "diretta" del presidente. Per i Consigli di Quartiere la Commissione comunale Affari istituzionali ha varato un nuovo regolamento che lunedì prossimo approderà in Consiglio comunale per essere definitamente approvato.

Il nuovo testo introduce, come obbligatoria, l'indicazione del programma e il nome del presidente di ogni coalizione durante la campagna elettorale. In altre parole il presidente del quartiere sarà eletto direttamente. Oggi viene eletto nella prima seduta di Consiglio, ma viene scelto però al di fuori, al punto che il consiglio viene aggiornato finché non si trovano gli accordi politici, così come è successo al quartiere 2. Con il nuovo sistema elettorale, invece, si assisterà ad un significativo miglioramento: sulla scheda il nome del presidente non ci sarà ed in teoria il consiglio potrà anche scegliere un presidente diverso ma sarà un atto politicamente e moralmente scorretto nei confronti di coloro che hanno sostenuto la coalizione vincente.
«La crisi al quartiere 2 è il frutto del dilettantismo politico dimostrato da tutti i partiti politici coinvolti e, soprattutto, da quelli maggiori.

Si è trattato di una crisi nata male e finita ancora peggio: non si apre, infatti, una crisi al buio facendo dimettere un presidente che, comunque, aveva ben lavorato fino al maggio scorso. Si è trattata di una crisi incomprensibile sotto tutti i punti di vista, senza alcuna motivazione e senza alcun senso». Il giudizio è del capogruppo di Insieme per l'Ulivo in Toscana in Palazzo Vecchio.
«Questo ulteriore episodio - ha aggiunto Fittante - ha dimostrato che senza Ulivo e senza un confronto preventivo tra le varie realtà del centrosinistra non c'è alcun futuro per il centrosinistra.

Finché i partiti non decideranno di smettere di litigare tra loro e di cedere un po' della loro sovranità a vantaggio del bene comune della coalizione i risultati saranno sempre negativi o, come in questo caso, disastrosi». «Vista la situazione - ha concluso - difficilmente come movimento parteciperemo ad una eventuale campagna elettorale. A questo punto mi auguro che i partiti del centrosinistra si facciano un esame di coscienza tornando a fare politica in modo qualificato mettendo al primo posto gli interessi generali e non inutili e deleteri personalissimi».
I Verdi, con una dichiarazione del capogruppo dei Verdi Alessio Papini, del portavoce cittadino Sergio Paderi e del portavoce provinciale Paolo Della Giovanpaola, non si riconoscono nell'atteggiamento del proprio Consigliere Cappelletti , inutile e dannoso per la credibilità del Governo del Quartiere e ritengono concluso questo modo disinvolto di operare fuori dai, seppur difficili, rapporti politici che contraddistinguono la vita dell'Ulivo cittadino.

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