Consiglio provinciale: “No alla guerra preventiva in Iraq e in ogni parte del mondo”

Redazione Nove da Firenze
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08 ottobre 2002 15:58
Consiglio provinciale: “No alla guerra preventiva in Iraq e in ogni parte del mondo”

8 ottobre 2002 – Con una forte convergenza tra la maggioranza di Centrosinistra e il partito della Rifondazione comunista, il Consiglio provinciale ha approvato con i loro voti favorevoli (contraria la Casa delle Libertà) una mozione della VI commissione consiliare sul rischio di guerra in Iraq, con la quale si respinge la dottrina della “guerra preventiva” (in Iraq come in qualsiasi altra parte del mondo) ed esprime “solidarietà ai popoli iracheno e curdo, oppressi da anni di sacrifici, repressioni, guerre, embargo economico e mancanza di democrazia”.

Il Consiglio chiede al Governo italiano di “respingere i proclami di guerra preventiva”, di intraprendere iniziative diplomatiche “tese ad impedire un inutile e dannoso intervento armato in quella regione, che costituirebbe un pericolo per la pace del mondo”. All’esecutivo si chiede anche di fare quanto in suo potere perché “si ponga fine all’embargo nei confronti dell’Iraq, che in dieci anni ha avuto come risultato solo quello di far morire decine di migliaia di cittadini inermi, primi fra tutti i bambini, per mancanza di cibo e medicine”.

Il Governo dovrebbe anche lavorare “perché venga accettato dalla comunità internazionale il principio che l’Organizzazione delle Nazioni Unite sia l’unico soggetto legittimato a gestire le controversie internazionali, nel rispetto della propria carta costitutiva e che in questo contesto possa legittimamente indicare le modalità e gli strumenti idonei a ottenere la ripresa delle ispezioni in territorio iracheno e il disarmo totale di eventuali armamenti di distruzione di massa”.
La mozione fa anche riferimento da una parte alla costruzione di una proposta politica dell’Unione Europea, volta ad individuare strumenti alternativi per la lotta al duro regime di Saddam Hussein e dall’altra alla promozione di un sempre maggiore impegno internazionale nella lotta al terrorismo con le modalità specifiche che questa richiede (sviluppo dei servizi di ‘intelligence’, collaborazione tra gli Stati, qualificazione massima dei servizi preposti alla sicurezza, che hanno dato significativi risultati) e contribuire sul piano politico ad una giusta soluzione del conflitto israelo-palestinese.

La convergenza tra Maggioranza e Rifondazione comunista ha fatto sì che Rifondazione ritirasse una propria mozione, emendandola e rimandandone la discussione. E’ stata respinta invece la mozione stilata da Forza Italia, con la quale si auspicava che “il Consiglio di sicurezza dell’Onu trovi la strada più lineare per dare vita ad una risoluzione unica e chiara che non si presti ad equivoci e che definisca, di fronte ad un’eventuale nuova ed aperta sfida del regime iracheno alla comunità internazionale, anche l’uso misurato della forza”.

Con la mozione ribadiva anche “il principio fondamentale della Costituzione che ripudia la guerra quale strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” e si chiedeva al Governo italiano “di far uso di tutti gli strumenti diplomatici e politici a disposizione per sanare la grave situazione ed al contempo di esercitare tutte le possibili pressioni affinché l’autorevolezza e la credibilità dell’Organizzazione delle Nazioni Unite siano rafforzate dal grado di unità e determinazione dimostrato nelle proprie scelte”.

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