Comunisti Italiani: No a ogni ulteriore privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi pubblici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2002 06:48
Comunisti Italiani: No a ogni ulteriore privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi pubblici

«E' essenziale che nel documento di programmazione economica e finanziaria del Comune sia aggiunto quanto prima un emendamento in cui si affermi un elenco di servizi pubblici la cui maggioranza debba rimanere integralmente pubblica ed un elenco di servizi pubblici in cui comunque può essere ammessa una partecipazione minoritaria di soci privati». Il giudizio è del partito e del gruppo consiliare dei Comunisti Italiani che hanno espresso «soddisfazione per il buono stato del bilancio comunale ed in particolare per il rapporto tra gli interessi pagati per i debiti contratti e il complesso delle spese correnti e per la ottima valutazione internazionale circa l'affidabilità dei conti pubblici del Comune».

Nicola Rotondaro, Lorenzo Marzullo e Luca Pettini hanno anche riaffermato «la propria netta ed assoluta contrarietà ad ogni ulteriore privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi pubblici». «In particolare - hanno spiegato - la privatizzazione dei servizi pubblici comporta un loro peggioramento, un incremento delle spese e un peggioramento delle condizioni dei lavoratori che vi operano. La cogenza delle normative nazionali ed europee infine è di portata assai inferiore a quanto riportato nel documento.

Nella normativa vigente si afferma la possibilità di creare società a totale capitale pubblico per la gestione di tutti gli impianti, per esempio per gli impianti di potabilizzazione, distribuzione, raccolta e depurazione delle acque e per gli impianti di selezione e di smaltimento dei rifiuti e si limita l'obbligatorietà delle gare di appalto esclusivamente per l'erogazione dei servizi, nel caso dell'acqua alla sola distribuzione dell'acqua e alla fatturazione per esermpio». «Inoltre - hanno aggiunto i Comunisti Italiani - in assenza di uno specifico decreto ministeriale tutti i servizi possono essere gestiti in proprio dagli enti locali.

Ciò detto, nel caso di servizi pubblici essenziali come i trasporti, il servizio idrico e lo smaltimento dei rifiuti urbani sarebbe assai opportuno che le forze del centrosinistra piuttosto che alimentare e favorire una deriva liberista frutto di un'esclusiva scelta ideologica lavorassero di contro per quegli interventi legislativi che nel nome del nuovo titolo V della Costituzione lascino ai Comuni il pieno potere circa la modalità di gestione dei servizi stessi. E' in vero un po' singolare che una legislazione che permette alle Regioni di scegliere il proprio sistema elettorale non consenta ai Comuni di scegliere come gestire i proprio servizi pubblici».

«Infine - hanno concluso Rotondaro, Marzullo e Pettini - nei servizi pubblici è comunque necessaria spesso una ristrutturazione ed un aggiornamento per rispondere in maniere sempre migliore alle necessità dei cittadini contenendo i costi ed attuando politiche tariffarie adeguate a salvaguardare i ceti popolari. Siamo poi contrari ad ogni forma di cartolarizzazione: ci opponiamo a quella varata dal governo Berlusconi e per questo diciamo no anche a quella proposta dal governo locale».

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