Tagli ai docenti delle scuole fiorentine

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 luglio 2002 19:27
Tagli ai docenti delle scuole fiorentine

16 luglio 2002 - Il Consiglio provinciale ha approvato con i voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra e di Rifondazione comunista (contraria la Casa delle Libertà) una mozione presentata dal Presidente della Provincia di Firenze Michele Gesualdi sui tagli del personale docente nelle scuole primarie e secondarie fiorentine (un totale di 147 docenti: 49 di scuola elementare, 33 di scuola secondaria di primo grado e 65 di scuola secondaria di secondo grado), impegnando lo stesso presidente a promuovere iniziative tese a combattere gli orientamenti registrati sul territorio fiorentino “che abbassano il livello qualitativo della scuola e non garantiscono i livelli di istruzione in modo egualitario ad ogni cittadino, chiedendo al Ministro della Pubblica Istruzione, ai Parlamentari Toscani ed all’Ufficio Scolastico Provinciale – Csa, di attivare un percorso che ristabilisca l’equilibrio e la qualità dell’offerta formativa”.

Un emendamento di Rifondazione mirante a sollecitare la Regione Toscana “a un impegno ancor più incisivo a sostegno del diritto costituzionale e universale all’istruzione, utilizzando tutti i possibili strumenti legislativi e adeguate risorse”, non è stato accolto perché fondato, ha detto Gesualdi, “su una valutazione ingenerosa nei confronti di una Regione molto impegnata sulla qualificazione della scuola e politicamente inopportuna nel momento in cui il Governo riporta indietro la scuola di trent’anni”.
La mozione prende le mosse da un documento approvato dal Consiglio comunale del Comune di Palazzuolo sul Senio che rileva la riduzione delle assegnazioni del numero dei docenti, con particolare riguardo alla zona dell’Alto Mugello dove il ridimensionamento dell’Istituto Comprensivo “Dino Campana” di Marradi e Palazzuolo sul Senio “ha determinato l’abolizione del tempo prolungato e la soppressione di alcune classi con la conseguente istituzione di pluriclassi”.


Il Consiglio rileva che, come già denunciato a proposito della Legge Delega sulla Riforma Scolastica, il fenomeno della riduzione dell’offerta formativa non riguarda soltanto l’area dell’Alto Mugello, “ma è già diffuso su tutto il territorio provinciale dove sono previsti tagli assai gravi agli organici degli insegnanti di ogni ordine e grado per un totale di 147 docenti (49 di scuola elementare, 33 di scuola secondaria di primo grado e 65 di scuola secondaria di secondo grado)”.

Nella scuola elementare “non è stata assegnata nessuna nuova classe di tempo pieno ed è diminuito di 30 posti il numero dei docenti incaricati di progetti sperimentali e innovativi”. Nella scuola media inferiore, scrive Gesualdi nella mozione, “il tempo prolungato è stato ridotto del 40% nelle classi prime, anche nelle scuole totalmente a tempo prolungato, mettendone in crisi il modello organizzativo, e non si è assegnato alcun docente su progetti legati all’integrazione dei ragazzi stranieri, nonostante la presenza di situazioni critiche come a Campi Bisenzio e a San Donnino”.

Il Consiglio provinciale, pertanto, denuncia “la gravità di provvedimenti che penalizzano pesantemente l’offerta formativa, limitano sul piano pedagogico e didattico l’attività della scuola, comportano l’abbassamento del livello qualitativo della scuola fiorentina e vanificano l’impegno sempre più consistente prodotto negli ultimi anni da Comuni, Provincia e Regione nei confronti del mondo della scuola”. Constatato poi che la richiesta di audizione alla Commissione Cultura della Camera, fatta dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Provincia il 17 maggio 2002 è rimasta senza risposta, il Consiglio ribadisce “l’intangibilità dei principi costituzionali quali l’eguaglianza dei cittadini e il diritto allo studio gravemente offesi da provvedimenti che riportano indietro di anni le condizioni della scuola nella nostra provincia”, ritiene che “l’erogazione di servizi essenziali ai cittadini non possa essere penalizzata sulla base della loro residenza o delle condizioni sociali”, respinge “l’applicazione di criteri di mercato ai principi di diritti egualitari garantiti dalla Costituzione”.
“Da oltre 25 anni – ha osservato il Presidente Gesualdi – abbiamo abolito le pluriclassi perché offrivano al ragazzo un quinto di quello che spettava agli altri.

E’ stata una scelta di civiltà e di uguaglianza quella del tempo pieno, per aiutare i ragazzi che hanno alle spalle famiglie che lavorano lungo l’intero arco della giornata o che hanno difficoltà d’altro tipo. Abbiamo investito e continuiamo a investire molto nell’edilizia scolastica, cerchiamo di combattere il fenomeno dell’abbandono anche perché è proprio chi lascia che ha bisogno della scuola. Con le misure adottate (taglio di investimenti, riduzione del tempo pieno, taglio degli organici) si torna ad una scuola classista)”.

In particolare, su 3500 tagli complessivi Firenze ne risente per 147, “vale a dire cinque volte in più rispetto alla media nazionale”.
Secondo il capogruppo di Forza Italia Carlo Bevilacqua, “al Presidente non sta a cuore risolvere il problema di Palazzuolo sul Senio, che pure esiste ma che è diventato pretesto per un attacco al Governo Berlusconi e al ministro Moratti. Il suo è un intervento farcito di ideologia, con slogan risalenti a decine di anni fa. Non si vuole tenere conto dei fondamenti di politica sociale che sono all’origine dell’azione del Governo, come l’estensione a 16 anni della scuola dell’obbligo”.

Per Fabio Filippini (Forza Italia) il Centrodestra “si è fatto trovare pronto sulla scuola fin dall’inizio del proprio mandato, al contrario del Centrosinistra che se ne occupò solo alla fine. Dobbiamo dare servizi ai cittadini e non false paure in nome ideologie. E’ grave sostenere che il Centrodestra voglia una scuola classista”. La mozione di Gesualdi, secondo il capogruppo di An Enrico Nistri, “si muove su un terreno ideologico, che fa riferimento a un mondo che non c’è più. Oggi il tempo dei giovani non è quello della strada, ma quello eterodiretto dalla televisione.

Colpisce il comportamento dell’Ulivo. Quando fu presentata una mozione da An sulla scuola di San Godenzo, essa fu ritenuta irricevibile, al contrario di quella ora presentata su Palazzuolo”. La vicenda di San Godenzo era stata ricordata dal consigliere Pier Giuseppe Massai, che aveva presentato la mozione a cui faceva riferimento Nistri: “Il Consiglio – ha lamentato Massai – ritiene alcune richieste di serie A e altre di Serie B a secondo del consigliere proponente”. Alessandro Giorgetti (An) ha riscontrato una sorta di ipocrisia nelle argomentazioni portate al Consiglio anche perché “non sono mai stati garantiti livelli di istruzione uguali per tutti”.


“La vicenda di Palazzuolo – ha detto Tiziano Lepri, capogruppo dei Ds – si inscrive in un’azione di controriforma operata dal Governo Berlusconi, che evidenzia peraltro il disegno alle spalle della riforma fiscale: rastrellare risorse tagliandole alla formazione, alla sanità e all’assistenza”. Siamo di fronte a “un pericoloso attacco alla qualità della scuola – ha detto Gianni Panerai (Ds) – attraverso tagli alle risorse per l’istruzione. Speriamo nella costruzione di un forte schieramento a difesa della scuola pubblica”.

Panerai ha espresso contrarietà verso il principio del buono scuola, perché “in questo modo la scuola pubblica perde il suo storico ruolo di preminenza”.
Pasquale De Luca, per la Margherita, ha sottolineato che “quando il Centrodestra è in difficoltà parla di eccesso di ideologia nei documenti, senza peraltro poter smentire i problemi sollevati”. Giovanni Vignoli (Margherita) ha respinto le critiche sull’impegno di Regione e Provincia per l’istruzione. Quanto al motivo specifico che ha suscitato la mozione, “bisogna sempre ricordare che l’ubicazione periferica delle scuole non deve essere motivo di dimenticanza”.
Sandro Targetti (Rifondazione comunista) ha rimarcato che “la sinistra di Governo aveva innescato la disgregazione sociale che ha poi portato alla sconfitta elettorale”.

“Abbiamo rotto con il Governo Prodi – ha insistito il capogruppo di Rifondazione comunista Eugenio D’Amico – proprio sulla questione della scuola. Stiamo raccogliendo firme non contro la riforma Moratti ma contro quella di Berlinguer. Non siamo subalterni a nessuno, ma voteremo a favore della mozione perché il problema sollevato è di grande importanza”.
Il Presidente della Provincia di Firenze critica aspramente i tagli del personale docente nelle scuole primarie e secondarie fiorentine operato dal Governo Berlusconi, “tagli – attacca Gesualdi – che riguardano un totale di 147 docenti: 49 di scuola elementare, 33 di scuola secondaria di primo grado e 65 di scuola secondaria di secondo grado”.

Sulla questione il Presidente della Provincia ha presentato una mozione che è stata approvata dal Consiglio provinciale. “Su 3500 tagli complessivi Firenze ne risente per 147 – denuncia Gesualdi - vale a dire cinque volte in più rispetto alla media nazionale”. Di fatto “viene tagliato il 40 per cento del tempo pieno”. I numeri, secondo Gesualdi, evidenziano la volontà di “colpire un modello scolastico diverso da quello del Centrodestra. Ebbene, la Provincia è disposta ad impegnarsi anche economicamente per non far scontare agli studenti – penso in particolare a quelli di Palazzuolo sul Senio - scelte di un Governo insensibile ai diritti sociali.

A questo punto la nostra Provincia intende diventare punto di riferimento per la battaglia contro la dequalificazione della scuola e le pluriclassi, che fanno tornare indietro la scuola di trent’anni e offrono ai ragazzi collocati in luoghi periferici un quinto di quello che spetta ad altri. Le pluriclassi, a Palazzuolo, non dovranno passare. Ci vogliono serie scelte di campo a favore della giustizia sociale. Non si può offrire una scuola minore a montanari, immigrati e operai”. “Da oltre 25 anni – insiste il Presidente Gesualdi – abbiamo abolito le pluriclassi perché offrivano al ragazzo un quinto di quello che spettava agli altri ed è stata una scelta di civiltà e di uguaglianza quella del tempo pieno, per aiutare i ragazzi che hanno alle spalle famiglie che lavorano lungo l’intero arco della giornata o che hanno difficoltà d’altro tipo.

Abbiamo investito e continuiamo a investire molto nell’edilizia scolastica, cerchiamo di combattere il fenomeno dell’abbandono anche perché è proprio chi lascia che ha bisogno della scuola. Con le misure adottate (taglio di investimenti, riduzione del tempo pieno, taglio degli organici) si torna ad una scuola classista, che tiene conto dello stato sociale e del luogo di residenza”. Le misure del Governo incoraggiano peraltro la dispersione scolastica. “La scuola fiorentina – riprende Gesualdi - ha il problema dell’abbandono, da parte degli studenti, al primo biennio delle superiori.

Lascia la scuola il 20 per cento degli allievi. Non saranno le pluriclassi a invertire la tendenza, semmai la incoraggeranno. Mi dispiace, ma una scuola che perde gli studenti è un ospedale che cura i sani e scaccia i malati”.

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