Diciannove milioni di euro per la sanità in montagna

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2002 16:49
Diciannove milioni di euro per la sanità in montagna

CASTELL’AZZARA (GR)- “Nel prossimo triennio la giunta regionale stanzierà circa 19 milioni di euro (oltre 37 miliardi di vecchie lire) per qualificare l’assistenza sanitaria nelle zone montane”. Lo ha detto l’assessore regionale al diritto alla salute, Enrico Rossi, intervenendo alla Villa Sforzesca di Castell’Azzara (Gr) al quinto seminario, dedicato a “Presenza e organizzazione dei servizi sanitari e sociali in montagna”, in preparazione della Conferenza regionale sulla montagna.

“Intendiamo tutelare al meglio – ha aggiunto l’assessore – coloro che vivono in montagna. Per questo potenzieremo i servizi di emergenza e urgenza, in collaborazione con le associazioni del volontariato, attraverso le guardie mediche e sviluppando l’elisoccorso diurno e notturno. Faremo ricorso a tutte le potenzialità che offre la telemedicina per mettere in rete tra loro gli ospedali, facendo spostare in tempo reale analisi, referti e radiografie invece dei cittadini. Per questo specifico progetto è previsto uno stanziamento di oltre 4 milioni di euro, 8 miliardi di lire, nel triennio”.

Attualmente in territorio montano vivono circa 630.000 abitanti, distribuiti in 157 comuni sui 287 che compongono la Toscana. La Regione spende ogni anno circa 1200 euro (oltre 2,3 milioni di vecchie lire) per l’assistenza sanitaria di ogni cittadino, ma garantire i servizi in montagna costa circa il 15-20% in più rispetto alle zone di pianura. E’ per questo che è stato istituito un apposito fondo di accantonamento per favorire gli interventi in quelle zone. Si tratta appunto dei 19 milioni di euro previsti nel triennio, cioè 6 quest’anno, 6,4 nel 2003 e 6,8 nel 2004.

I fondi saranno assegnati su progetti predisposti in accordo con le conferenze dei sindacie con le Comunità montane. Tra gli obiettivi posti dal Piano sanitario regionale figurano la garanzia di servizi territoriali e ospedalieri diffusi e di adeguata assistenza socio-sanitaria. Si pensa in particolare alla tutela della popolazione anziana, maggiormente presente in montagna, e si stanno studiando meccanismi di incentivazione economica per il personale medico ed infermieristico che sceglie di rimanere a lavorare nelle zone montane.

Nonostante che in dieci anni il sistema sia stato razionalizzato a tal punto che si è passati da 93 a 39 ospedali, la scelta della Regione è stata quella di mantenere 9 ospedali nelle zone montane, in deroga alla normativa che prevede il mantenimento soltanto delle strutture dotate di più di 120 posti letto. Un’attenzione specifica agli enti locali montani, con particolare riferimento alla condizione degli anziani, è assicurata anche dal Piano Sociale Integrato, che il Consiglio regionale approverà entro luglio su proposta della Giunta.

Lo ha riferito, nel suo intervento, il vicepresidente regionale e assessore alle politiche sociali Angelo Passaleva, il quale ha inoltre ribadito la volontà politica della Regione di rifiutare quelle logiche ultraliberiste secondo cui la montagna va emarginata perché non produttiva e chi ci vive deve essere considerato cittadino di serie inferiore. “Anche nei servizi sociali – ha sottolineato Passaleva - deve essere vero il contrario. E noi intendiamo raccogliere questa sfida perche, come diceva don Lorenzo Milani, non si possono fare parti uguali fra soggetti disuguali”.

Da parte sua, l’assessore all’ambiente Tommaso Franci ha precisato che “le politiche per la salute e le politiche sociali sono quelle per le quali l’apertura a innovazioni istituzionali sotto il segno della sussidiarietà è decisiva sia per dare risposte efficaci ai problemi più critici che per valorizzare le caratteristiche specifiche delle comunità che abitano nelle nostre montagne”.

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