Politiche territoriali nell'era del web: imbarazzo al dibattito di Web City per l'assenza degli amministratori toscani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 marzo 2002 20:20
Politiche territoriali nell'era del web: imbarazzo al dibattito di Web City per l'assenza degli amministratori toscani

Le politiche territoriali nell'era del web era il tema della tavola rotonda, in programma oggi pomeriggio nello spazio Incontri di Web-City, la manifestazione organizzata in questi giorni alla Stazione Leopolda di Firenze.
All'incontro erano stati invitati: il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini; il Sindaco di Firenze, Leonardo Domenici e il presidente della Provincia, Michele Gesualdi insieme ai Sindaci delle province toscane.
Invece davanti ad uno sparuto pubblico, in attesa per più di mezzora, si sono presentati soltanto il presidente Martini e il sindaco di Siena Cenni.

Nessuna traccia di Domenici, Gesualdi, e dei sindaci Antichi (Grosseto), Fazzi (Lucca), Fontanelli (Pisa), Lamberti (Livorno), Lucherini (Arezzo), Mattei (Prato), Pucci (Massa), Scarpetti (Pistoia), Segnalini (Carrara). Si potrebbe tagliare corto spiegando con carenze dell'organizzazione, che certo ha soffocato l'area dibattito tra stand commerciali apparentemente più importanti. Ma la sostanza è il disinteresse dimostrato con la propria assenza dalla stragrande maggioranza degli amministratori toscani.
Il dato, sinceramente non sorprende.

E' soltanto la conferma che tra le enormi potenzialità della comunicazione on line e noi si frappone anche il gap culturale e generazionale provocato da una classe dirigente locale ancora incapace di comprendere appieno le risorse di Internet. Così si spiega il fatto che, nonostante i bei progetti di apertura dei propri siti internet alla società civile presentati anche oggi sia da Martini che da Cenni, tutte le reti civiche toscane siano "reti amministrative" piuttosto che "civiche", nel senso che tendono a dar voce alle giunte amministrative e a rappresentare le politiche della dirigenza dell'ente, tenendo fuori dai siti le voci dei cittadini e non ospitando on line un vero dibattito politico col contributo di quelle realtà di comunicazione di base, che pur esistono in Toscana, ma che si sono sviluppate soltanto grazie all'iniziativa di pochi.
Alcuni dei progetti di dialogo con i cittadini annunciati nel futuro delle reti civiche in realtà sono già stati sperimentati in passato e presto abbandonati perché considerati dagli amministratori un intralcio oberante, un fastidio imprevisto e di scarso vantaggio, comunque un opzione non prioritaria.
E' per questo che più spesso gli enti locali hanno preferito interloquire con le realtà economiche della rete, più professionali certo e meno critiche nei confronti delle scelte amministrative
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