Un monumento a memoria dei caduti sul lavoro nelle miniere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 marzo 2002 07:18
Un monumento a memoria dei caduti sul lavoro nelle miniere

In programma oggi a San Piero a Sieve la presentazione dei bozzetti redatti dallo scultore Domenico Greco per la realizzazione di un monumento a memoria dei caduti sul lavoro nelle miniere, da ubicarsi nel Comune calabrese di Petilia Policastro nell’omonima piazza della frazione "Pagliarelle".
Quel Comune in provincia di Crotone ha pagato con la vita di Pasquale Costanzo, elettricista di 23 anni, il proprio tributo più pesante ai cantieri TAV del Mugello. Pasquale Costanzo è morto in un incidente nella galleria del Carlone il 31 gennaio 2000.

Ma poche settimane fa, il 22 febbraio 2002, anche un altro elettricista di Petilia Policastro, Franco Marrazzo, 24 anni, ha subito un gravissimo incidente in un cantiere TAV del Mugello, a Scarperia, ed è tuttora ricoverato al Policlinico di Careggi, a Firenze.
In occasione della manifestazione odierna presso la sala consiliare di Villa Adami del Comune di San Piero a Sieve, Idra ha voluto inviare un messaggio ai presidenti delle Comunità Montane del Mugello e dell’Alto Crotonese, ai rappresentanti delle istituzioni locali, provinciali e regionali, ai parlamentari delle Province di Crotone e di Firenze.

Questo il testo del messaggio.
"Vorremmo far arrivare anche noi la nostra voce all’appuntamento di oggi presso la sala consiliare di Villa Adami del Comune di San Piero a Sieve, dove si presentano i bozzetti per la realizzazione di un monumento a memoria dei caduti sul lavoro nelle miniere.
Desideriamo unirci a quanti intendono tributare il doveroso onore a quei caduti.
Chiediamo tuttavia che la memoria del loro sacrificio, non voluto né cercato, ma imposto da un modello di ‘progresso’ che lascia scientificamente indietro gli ultimi di sempre, le regioni di sempre, il nostro Sud, i nostri Sud, si accompagni a un impegno concreto e permanente: l’impegno a rispettare da subito il diritto dei lavoratori del Sud alla vita, alla dignità, alla sicurezza, agli affetti familiari.

E – perché no – il diritto alla valorizzazione della propria terra e alla vivibilità del proprio ambiente.
Nelle miniere dell’Alta Velocità TAV fra Emilia e Toscana i diritti del Sud sono calpestati due volte: perché si continua a deportare forza lavoro in condizioni inumane, e perché si sottraggono al Sud i capitali pubblici necessari al suo riequilibrio.
Ecco perché noi chiediamo che la giornata di oggi ricordi il passato e re-imposti il futuro. Chi non ha memoria è condannato a ripetere gli errori del passato.

E se il sacrificio di tanti minatori del Sud ha qualcosa da insegnare, e ha tanto da insegnare, allora si cominci subito a metterne in pratica la lezione".

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