Questo l’annuncio fatto dall’assessore Susanna Cenni intervenuta oggi a Milano nel corso della Bit, la borsa del turismo, appuntamento annuale per gli operatori del settore all’interno della quale l’attenzione e i riflettori sono puntati più che mai sulle terme e il turismo termale. La proposta lanciata dalla Regione Toscana è quella di dedicare, la prima domenica del mese di maggio, a iniziative legate al termalismo, al benessere, alla cultura dello star bene. La prima giornata si svolgerà il 5 maggio prossimo e servirà ad approfondire gli aspetti organizzativi e le potenzialità che questo appuntamento potrà offrire anche per il rilancio di un settore così importante.
Ma il pacchetto proposto dalla Regione è ben più nutrito. Campagne promozionali, attività di studio e ricerca e, soprattutto, una nuova legge regionale che, oltre a regolamentare le attività estrattive, dovrà definire strumenti di tutela urbanistico-ambientale dei territori termali e le modalità per l'assegnazione del “marchio di qualità termale” e per localizzare le aree territoriali da classificare come “parco termale di interesse regionale”. Sono questi in estrema sintesi, i punti chiave del rilancio del sistema termale toscano annunciati dall'assessore. Obiettivo del "piano di rilancio delle terme toscane" - che si sostanzia in circa 50 miliardi di contributi che attiveranno circa 230 miliardi di investimenti - è quello della qualificazione dell'offerta, puntando sulle novità e le tendenze emerse negli utlimi anni (ricerca del benessere, della forma fisica) e coniugandole con il parallelo sforzo di valorizzare la vocazione turistica di questi centri.
“Non c'è dubbio - osserva l'assessore Cenni - che la Toscana abbia di fronte a sé una enorme potenzialità di sviluppo delle sue terme non solo per l'enorme prestigio delle sue località termali ma anche grazie all'eccezionale contesto territoriale in cui queste sono inserite. Ciò significa che per cogliere pienamente questa opportunità è necessario passare attraverso il recupero della concezione di distretto turistico-termale, abbandonando la vecchia idea, un po' riduttiva, di termalismo della salute che aveva caratterizzato in passato gran parte delle politiche rivolte al settore”.
Che la Toscana possa aspirare a competere con le principali realtà termali a livello internazionale lo dimostrano i dati che la confermano come regione leader, con le sue 27 aziende termali, i 39 stabilimenti e il costante incremento dei flussi turistico-termali che, come si vede dai dati inseriti in cartella stampa, rappresentano circa l'11 per cento delle presenze del movimento turistico complessivo. Ma se la Toscana può contare sull'immenso valore agggiunto costituito dal suo patrimonio artistico, la nuova offerta turistico-termale poggia anche su un'altra solida base: il processo di privatizzazione che sta investendo le sue più importanti realtà, Montecatini, Chianciano, Casciana e San Giuliano.
Il processo, seguito passo passo dalla Regione a fianco degli enti locali interessati, è partito dopo il conferimento alla Regione dei quattro stabilimenti da parte dell'Inail (Montecatini, Chianciano, Casciana) e dell'Inps (San Giuliano). Oggi si presenta in tempi e fasi diverse secondo le diverse realtà. “La più avanzata - ricorda l'assessore Cenni - è quella di Montecatini, dove si stanno mettendo a punto gli ultimi accordi per la stipula del contratto, mentre per Chianciano è stato individuato l'advisor ed entro breve tempo si procederà alla gara di evidenza pubblica.
Per Casciana si deciso, insieme al Comune, di utilizzare le risorse comunitarie disponibili per realizzare una serie di interventi per il restauro del complesso storico delle terme e per sviluppare l'offerta di servizi qualificati nel settore benessere. Solo dopo verrà avviata la procedura di evidenza pubblica come per le altre aziende”. Quanto a San Giuliano, si tratta di una new entry. Per questo complesso, da poco trasferito alla Regione e al Comune, è stato approvato uno specifico piano di rilancio.