E' sempre piu' massiccio l'ingresso dell'euro negli acquisti quotidiani e il bar si segnala quale luogo preferito dagli italiani per parlare di euro e confrontare le proprie competenze sulla nuova divisa. La media delle transazioni - secondo quanto risulta alla Fipe-Confcommercio (oltre 200.000 imprese tra bar, ristoranti e locali da intrattenimento) da un monitoraggio su un campione di esercizi - supera il 18% con punte massime del 20% a Roma, 25% a Genova e del 28% a Firenze, mentre il Sud e le zone piu' distanti dai centri urbani registrano maggiore timidezza verso la nuova moneta.
La gestione della doppia cassa e i resti, sono tra le
maggiori difficolta' segnalate dagli esercenti. In alcune
citta', tra cui Napoli, gli acquirenti rifiutano il resto in
lire - segnala la Fipe - mentre in altri centri vi e' diffidenza
verso la nuova moneta. Parrebbe invece in fase di superamento
soprattutto nelle grandi citta' la difficolta' degli
approvvigionamenti di banconote e monete. Le citta' d'arte,
Roma, Venezia e Firenze in particolare, si confermano tra le
piu' attive nelle transazioni in euro, con una curiosita': la
diffusione della divisa europea e' ancora legata soprattutto ai
turisti stranieri.
Ma i piu' entusiasti dell'euro si dimostrano
i giovani.
"Siamo soddisfatti per i dati Istat di oggi - dice Edi
Sommariva, direttore generale della Fipe - che fanno da
autorevole controcanto agli allarmi sui presunti 'aumenti
selvaggi' in concomitanza col changeover confermando i nostri
dati sull'approccio rispettoso delle regole di conversione
seguito dalla massa dei pubblici esercizi. A dicembre 2001 i
prezzi dei pubblici esercizi sono aumentati dello 0,1% a fronte
di un +0,3% dell'anno precedente, resta tuttavia inteso -
aggiunge Sommariva - che in un'economia libera i prezzi sono
liberi e spetta al mercato la parola ultima su eventuali
comportamenti speculativi".