Euro: il luogo piu' adatto per parlarne e' il bar
Un sondaggio della Fipe-commercio dice che Firenze e' la terza citta' per le transazioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 gennaio 2002 16:56
Euro: il luogo piu' adatto per parlarne e' il bar<BR>Un sondaggio della Fipe-commercio dice che Firenze e' la terza citta' per le transazioni

E' sempre piu' massiccio l'ingresso dell'euro negli acquisti quotidiani e il bar si segnala quale luogo preferito dagli italiani per parlare di euro e confrontare le proprie competenze sulla nuova divisa. La media delle transazioni - secondo quanto risulta alla Fipe-Confcommercio (oltre 200.000 imprese tra bar, ristoranti e locali da intrattenimento) da un monitoraggio su un campione di esercizi - supera il 18% con punte massime del 20% a Roma, 25% a Genova e del 28% a Firenze, mentre il Sud e le zone piu' distanti dai centri urbani registrano maggiore timidezza verso la nuova moneta.


La gestione della doppia cassa e i resti, sono tra le maggiori difficolta' segnalate dagli esercenti. In alcune citta', tra cui Napoli, gli acquirenti rifiutano il resto in lire - segnala la Fipe - mentre in altri centri vi e' diffidenza verso la nuova moneta. Parrebbe invece in fase di superamento soprattutto nelle grandi citta' la difficolta' degli approvvigionamenti di banconote e monete. Le citta' d'arte, Roma, Venezia e Firenze in particolare, si confermano tra le piu' attive nelle transazioni in euro, con una curiosita': la diffusione della divisa europea e' ancora legata soprattutto ai turisti stranieri.

Ma i piu' entusiasti dell'euro si dimostrano i giovani.
"Siamo soddisfatti per i dati Istat di oggi - dice Edi Sommariva, direttore generale della Fipe - che fanno da autorevole controcanto agli allarmi sui presunti 'aumenti selvaggi' in concomitanza col changeover confermando i nostri dati sull'approccio rispettoso delle regole di conversione seguito dalla massa dei pubblici esercizi. A dicembre 2001 i prezzi dei pubblici esercizi sono aumentati dello 0,1% a fronte di un +0,3% dell'anno precedente, resta tuttavia inteso - aggiunge Sommariva - che in un'economia libera i prezzi sono liberi e spetta al mercato la parola ultima su eventuali comportamenti speculativi".

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