Regione Toscana: valanga di domande per le agevolazioni degli incentivi automatici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 settembre 2001 23:53
Regione Toscana: valanga di domande per le agevolazioni degli incentivi automatici

La Toscana, prima regione che ha pubblicato il bando sulla legge 266/92 sul modello dei precedenti bandi gestiti dal Ministero delle attività produttive, è stata sommersa da circa 1340 domande con una richiesta di contributo pari a circa 80 miliardi.
Questo è quanto risulta, da una prima ricognizione, considerando le domande presentate in data 10 settembre 2001, primo ed unico giorno utile.
Tenendo conto del fatto che i fondi messi a disposizione sulla legge erano circa 27 miliardi è facile dedurre il conseguente abbassamento delle percentuali di agevolazione, per cui le aziende non riceveranno neppure il 34% di quanto richiesto.

Tutto questo con obbligo, comunque, all’acquisto dei beni da parte delle aziende agevolate.
Una media impresa del centro nord non in deroga otterrebbe di conseguenza un incentivo del 2,55% del progetto di investimento. Una piccola impresa in zona in deroga, a cui spetterebbe il 18%, otterrebbe invece il 6,120%.
Dalle suddette percentuali si ha una misura della validità del finanziamento.
Gli incentivi automatici, teoricamente valido strumento, purtroppo ancora una volta hanno fatto emergere il limite di una agevolazione che viene erogata a pioggia e con risorse sempre limitate, almeno rispetto alle aspettative previste.
Il primo bando lanciato dalla nuova programmazione regionale ha confermato quanto si era già verificato a livello nazionale.

I bandi precedenti, infatti, hanno concesso, rispetto al quantitativo richiesto, una erogazione del 75% nel caso della legge 341/95 e del 50,85% per la legge 266/97.
Molta fortuna non hanno avuto neanche i debuttanti, ossia nuovi potenziali beneficiari delle imprese di costruzione, di produzione, distribuzione di energia elettrica, di vapore ed acqua calda, individuati dalle nuove linee guida sugli incentivi automatici (decreto 30 maggio 2001). Tali soggetti hanno ottenuto delle percentuali marginali come gli altri.

Si deve considerare che in questo bando rientravano anche i beni che non prevedono la collocazione e l’utilizzo stabile in un sito produttivo, ma che sono comunque integrati nel ciclo produttivo stesso; questi beni sono agevolati a fronte di una dichiarazione di impegno rilasciata dall’impresa beneficiaria che attesti che i beni verranno utilizzati esclusivamente nell’ambito del territorio regionale. In questo caso l’importo dell’agevolazione viene determinato sulla base della più bassa misura percentuale agevolata applicabile al territorio regionale interessato, in relazione alla dimensione dell’impresa.

Questa tipologia di investimenti ha contribuito ad aumentare il numero dei beni ammissibili e quindi delle agevolazioni richieste. Inoltre, è opportuno ricordare che l’agevolazione consiste in un bonus fiscale, da utilizzarsi in una o più soluzioni e comunque entro 5 anni, per il pagamento delle imposte che affluiscono sul conto fiscale delle imprese beneficiarie. La misura dell’agevolazione è articolata per dimensione dell’impresa beneficiaria (piccola, media) e ubicazione dell’unità produttiva, ed è determinata in rapporto al costo agevolabile dei beni e dei servizi.

Considerando che nell’arco di dodici mesi dalla prima domanda (prenotazione delle risorse), per ciascuna unità locale possono essere considerati, ai fini del calcolo dell’agevolazione, investimenti nel limite massimo di 10 miliardi di lire, questo significa che qualunque media impresa localizzata in zone non assistite prende un contributo di 255 milioni di lire, che possono sembrare molti, ma non lo sono affatto se si considera che avrebbe dovuto ricevere 750 milioni di lire.
A questo punto l’impresa che ha emesso gli ordini subordinandoli all’approvazione del contributo si trova in una situazione particolare: sarà ammessa a contributo, e quindi è ottemperata la condizione di sospensione, però otterrà un finanziamento inferiore alle aspettative che potrebbe non essere sufficiente per incentivare l’impresa all’investimento.

L’azienda, che non ha ancora effettuato gli investimenti successivamente all’emissione degli ordini di acquisto e alla ricezione delle relative conferme d’ordine (ovvero successivamente alla stipula dei contratti) e ha presentato la dichiarazione/domanda presso gli sportelli abilitati delle banche del gruppo Bancaroma potrebbe essere obbligata a fare comunque gli investimenti essendo la clausola sospensiva soddisfatta. Nel frattempo il Mediocredito centrale, dopo aver verificato la regolarità formale della dichiarazione/domanda e la disponibilità delle risorse, trasmetterà alla regione competente le risultanze di tali accertamenti.

La regione competente, entro 30 giorni dalla presentazione dell’istanza, effettuerà la prenotazione delle risorse secondo l’ordine cronologico di arrivo delle dichiarazioni/domande e lo comunica alle imprese richiedenti. Quest’ultime dovranno decidere se effettuare l’investimento e accettare il contributo; successivamente dovrebbero dare corso agli ordini.
Gli imprenditori delle regioni Marche e Umbria che intendono presentare domanda ai sensi della legge 266/97 e 341/95 a partire dal 27 settembre prossimo devono tener presente questi elementi nella pianificazione dei loro investimenti.

Stesso discorso vale per il bando aperto per le regioni a statuto speciale che scade il 28 settembre prossimo.

GV

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