La Conferenza europea delle città solidali con il popolo Saharawi a Firenze e Pisa dal 28 al 30 settembre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 settembre 2001 22:32
La Conferenza europea delle città solidali con il popolo Saharawi a Firenze e Pisa dal 28 al 30 settembre

La Conferenza rappresenta un’importante opportunità di, confronto, aggregazione e rafforzamento dei legami tra tutti coloro che sostengono la causa di questo popolo, oltre che una occasione di riflessione e ridefinizione delle iniziative di solidarietà e delle politiche da intraprendere per favorire il compimento del processo di autodeterminazione.
La 26° Conferenza di sostegno al Popolo Saharawi (Bruxelles-Borzée 24-26 novembre 2000) ha approvato la proposta di una Conferenza europea delle città solidali con il popolo Saharawi.

Tale proposta nasce dal riconoscimento del ruolo straordinario che le istituzioni locali continuano a svolgere nella solidarietà con la causa saharawi, accanto a numerose associazioni, con le quali la collaborazione è oltremodo proficua.
Tale ruolo merita di essere rafforzato nel momento in cui la questione saharawi ha visto l'Unione Europea e i singoli governi poco impegnati nel sostenere il diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi. Abbiamo anzi visto alcuni governi impegnarsi risolutamente affinchè il piano di pace delle Nazioni Unite venisse abbandonato a profitto di una "terza via" che, comunque formulata, è la negazione dei diritto all'autodeterminazione. Dopo l'ultimo rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite e la risoluzione del Consiglio di sicurezza il rischio dell'abbandono del piano di pace è fatto ancora più concreto. In questi anni l'Unione Europea ha raggiunto nuovi livelli di integrazione sul piano economico e finanziario; la partecipazione dei cittadini e delle istituzioni a loro più vicine ha invece sofferto di gravi carenze.

Il movimento europeo di solidarietà con il popolo Saharawi , con la sua straordinaria esperienza di collaborazione tra società civile e istituzioni locali, può legittimamente ambire a porre la questione della politica estera e della cooperazione dell'Unione Europea tra i temi in discussione per costruire un'Europa dei cittadini.
Questa discussione e questo tema hanno il merito di porsi in una dimensione concreta e non ideologica che supera gli schieramenti tradizionali delle forze politiche europee poiché nelle istituzioni locali solidali con il popolo Saharawi tutte le forze politiche sono presenti.
La Conferenza europea pertanto non ha solo l'ambizione di rafforzare la solidarietà materiale e la capacità di reagire alle emergenze politiche, attraverso ordini del giorno e prese di posizione.

Tale ambizione, benchè fondamentale, si iscrive in una prassi già largamente in atto e che necessita caso mai del coinvolgimento di un più grande numero di istituzioni locali.
La grande sfida della Conferenza è quella di mettere in moto un movimento delle istituzioni locali affinchè, sul terreno specifico della solidarietà con il popolo Saharawi, sia riconosciuto il loro ruolo di protagoniste di una politica partecipativa all'interno dell'Unione Europea, in particolar modo in materia di politica estera e di cooperazione, unitamente al movimento delle associazioni della società civile.

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