Scatta il 20 agosto e non a settembre l'aumento del biglietto Ataf: 2000 lire per la corsa urbana con validità 60 minuti (1 euro a febbraio) e 7500 per il biglietto a 4 corse.
E’ iniziato questa mattina il confronto sulle tariffe Ataf fra Comune, organizzazioni sindacali e rappresentanti dell’Azienda trasporti fiorentina.
I sindacati hanno auspicato un confronto effettivo che valorizzi il sistema pubblico della mobilità e tuteli le esigenze dei consumatori, proponendo fra l’altro “la sospensione degli aumenti per gli abbonamenti mensili per i lavoratori, studenti e pensionati, almeno per il mese di settembre, un approfondimento delle varie modalità e tariffe dei nuovi abbonamenti, la possibilità di rateizzare il pagamento dei nuovi abbonamenti semestrali e annuali”.
Fra le proposte di Cgil, Cisl e Uil anche una verifica della possibilità di studiare agevolazioni per ulteriori situazioni, oltre a quelle già previste, ad esempio gli abbonamenti familiari”.
Da parte sua Ataf farà le sue valutazioni su quanto proposto e poi darà una risposta.
Più in generale il Comune e le rappresentanze sindacali proseguiranno il confronto sui temi del bilancio, della fiscalità, dell’insieme del sistema tariffario in un’ ottica di equilibrio dei bilanci, della valorizzazione delle azienda dei servizi e di tutela delle fasce deboli.
E’ necessario aprire una vertenza Ataf.
Lo chiede la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci secondo la quale «la decisione del consiglio di amministrazione di aumentare dal 20 agosto il biglietto di fatto sconfessa le dichiarazioni di autorevoli esponenti di giunta». «Il Comune - ha spiegato la consigliera di Alleanza Nazionale - è l’azionista di maggioranza di questa azienda. In realtà gli amministratori fanno come vogliono, infischiandosene delle perplessità espresse più volte dalla stessa maggioranza di centrosinistra».
«Tale aumento - ha aggiunto la Checcucci - è anzitutto inaccettabile perché non giustificato da un miglioramento del servizio ma solo funzionale a coprire quel buco di bilancio che sembrerebbe di otto-dieci miliardi di lire». «E comunque - ha concluso l’esponente del centrodestra - era prima necessario che il Consiglio comunale potesse essere messo al corrente di questa decisione, visto che fino a prova contraria l’Ataf non è azienda privata ma una società partecipata del Comune».