Lo spettacolo teatrale per voce sola con Marco Baliani giovedì – ore 21 – a piazza della Libertà

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2001 16:10
Lo spettacolo teatrale per voce sola con Marco Baliani giovedì – ore 21 – a piazza della Libertà

Kohlhaas è uno spettacolo teatrale per voce sola di Remo Rostagno e Marco Baliani tratto dal racconto “Michael Kohlhaas” di Hinrich von Kleist. Fra le molte strade per arrivare a esprimere i sentimenti e le emozioni del teatro, l'attore regista e drammaturgo Marco Baliani - talento fra i più interessanti della generazione dei quarantenni, una lunga militanza nello spettacolo per ragazzi - ne ha scelta una antichissima, e all'apparenza quasi elementare: quella del racconto, della testimonianza orale da null'altro sostenuta che da un'acuta percezione dei percorsi interni del materiale scelto, e da una straordinaria intelligenza teatrale nel comunicarli allo spettatore.
Solo sulla scena, Baliani presenta, la tappa più recente di una ricerca sulle tecniche di affabulazione che dura ormai da anni.

Si parla non a caso di tecniche, e di un meccanismo solo apparentemente semplice: perchè in realtà questo tenere inchiodato il pubblico evocando semplicemente degli avvenimenti senza cedere a tentazioni interpretative, ma accentuando appena le inflessioni dei vari personaggi richiede un'elaborazione studiatissima, che non sarebbe dispiaciuta a Brecht. Nel caso di Kohlhaas si legge in trasparenza una sottile scarnificazione dell'impianto letterario del testo, una sua impercettibile riduzione alla lingua parlata del narratore, e a un'acuta sensibilità ai nodi drammaturgici della vicenda, i risvolti metaforici di ogni immagine; oltre, naturalmente, all'abilità tutta brechtiana, appunto di mantenere sempre in primo piano l'io narrante, con una recitazione prettamente epica, interamente in terza persona.

Al fascino magnetico di questo spettacolo sorprendente e un po' provocatorio contribuisce ovviamente lo splendido racconto di Kleist, tratto da un fatto realmente accaduto nella Germania cinquecentesca: la storia di un umile mercante di cavalli che, in seguito all'imbroglio subito a opera di un nobile e all'impossibilità di vedere riconosciute le sue ragioni, si fa brigante e conquista schiere di proseliti tra i diseredati, conquista e saccheggia città, scatena quasi una guerra contro il potere imperiale, e nel sangue quasi perde di vista le legittime rivendicazioni del diritto che lo hanno spinto a ribellarsi.
Una riflessione ambigua, crudele e folgorante sulla questione della giustizia e sulle conseguenze morali che la reazione all'ingiustizia può comportare, che Baliani, con sottilissima discrezione allusiva, mette a confronto con temi sanguinosi della nostra storia recente, e con gli interrogativi di una generazione che ne è stata al centro.

Ma l'aspetto più suggestivo di Kohlhaas è nell'incredibile ricchezza espressiva e pienezza d'espressione che il suo creatore riesce a raggiungere con mezzi che parrebbero tanto scarni: grazie alla sorvegliatissima mobilità del viso che un anonimo rende pallido sotto i riflettori, a una duttile intelligenza dei ritmi, delle variazioni tonali e soprattutto a una gestualità asciutta, geometrica ma in certi passaggi narrativi di un'intensità lancinante, Baliani riesce a popolare quella scena immobile e vuota di apparizioni, eventi, pensieri, emozioni, dimostrando con un'evidenza impressionante come l'apparato formale del teatro possa risultare inutile e fuorviante di fronte all'urgenza abbagliante di una storia da raccontare.

Marco Baliani è nato a Verbania nel 1950, autore, attore e regista teatrale, con il gruppo Ruotalibera, che ha fondato nel 1975 e di cui è stato direttore artistico fino al 1990, Marco Baliani ha creato spettacoli per ragazzi più volte premiati dalla critica, tra cui Orphy 2013 (1985) e Oz (1986).

Nell'estate del 1991 e del 1992, per l'anniversario della strage di Bologna, dirige e crea con più di cento attori una 'sacra' rappresentazione nelle piazze della città dal titolo Antigone delle città, in una memorabile messa in scena la notte del 1° agosto.
Da anni conduce una ricerca sull'arte della narrazione orale e sullo spazio del racconto in teatro, creando spettacoli per un solo attore narrante come Storie (1988), Kohlhaas (1989, da un racconto di Heinrich von Kleist) e “Frollo” (1994).

Tra gli altri suoi spettacoli: “Piccoli Angeli” (1993), vincitore del premio Stregagatto 1994, “Prima che il gallo canti” (1994) e “Come gocce di una fiumana” (1994), con i quali vince il premio IDI 1995 per la miglior regia. Sempre nel 1994 firma la regia del “Peer Gynt” di H. Ibsen e nel 1996 mette in scena gli spettacoli “Lola che dilati la camicia” e “Tracce”. Per il festival d'autunno di Roma firma testo e regia dello spettacolo Migranti. Nel 1997 dirige lo spettacolo Gioventù senza Dio e presenta al festival di autunno di Roma Giufà, Giochà, Gioà, Nasreddin Hocha.

Nel marzo 1998, la RAI ha trasmesso per la serie 'Palcoscenico' la trasposizione televisiva dello spettacolo “Kohlhaas”. Lo scorso anno per RaiDue, ha realizzato “Francesco a testa in giù”, rilettura della vita di San Francesco andata in onda dal sagrato della restaurata basilica di Assisi lo scorso novembre. Una produzione della casa degli Alfieri di Castagnole Monferrato e Trikster Teatro. Ha inoltre scritto i libri 'Bambini, mutanti, replicanti' e 'Pensieri di un raccontatore di storie' e, nel 1998, la casa editrice Loggia de' Lanzi ha pubblicato il libro 'Marco Baliani, racconti a teatro'.

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