Dibattito in Consiglio comunale sul protocolo d'intesa fra Regione, Provincia e Comune di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 giugno 2001 23:52
Dibattito in Consiglio comunale sul protocolo d'intesa fra Regione, Provincia e Comune di Firenze

«Il Gruppo Consiliare DS di Palazzo Vecchio giudica positivamente il Protocollo di Intesa Un patto per lo sviluppo di Firenze e della sua Provincia sottoscritto l'11 giugno 2001 dal Sindaco Domenici, dal Presidente della Provincia Gesualdi e dal Presidente della Regione Martini -comincia così la dichirazione dei consiglieri del gruppo dei DS- Appare significativo il fatto che vi sia un accordo politico generale che vede i tre livelli amministrativi pienamente coinvolti, ognuno per le proprie competenze, a valorizzare e rilanciare il ruolo di Firenze quale capitale della Toscana.

Positive le scelte e le politiche concretamente individuate nei settori della sanità, dell'immigrazione, della nuova domanda sociale, del lavoro, della formazione, dell'ambiente, della pianificazione territoriale, dell'economia, della mobilità, della cultura: un pacchetto di proposte e di azioni che consente alla nostra area di presentarsi unita nei confronti degli investitori privati, dei soggetti istituzionali, degli Enti statali, del Governo. Il protocollo di intesa, a giudizio del Gruppo DS, risponde anche all'esigenza di rilanciare l'azione politica del centrosinistra a partire dal buon governo delle città, che dovrà sempre più caratterizzarsi per un'equilibrata miscela di innovazione, di risposta alla nuova domanda sociale, di sostenibilità ambientale dello sviluppo, come già segnalato nel documento del Gruppo DS del 28 maggio scorso a commento delle elezioni politiche ed amministrative.

Per questi motivi il Gruppo DS valuta con preoccupazione le indiscrezioni relative ad una scarsa volontà delle Ferrovie dello Stato di tenere fede a tutti gli impegni sottoscritti in sede di conferenza dei servizi per la realizzazione del Nodo di Firenze per l'attraversamento del treno ad alta capacità, con tutte le opere connesse (tramvie, fermate per il servizio ferroviario metropolitano, sottopassi Cure-Don Minzoni e Panciatichi-Giuliani, raccordo stradale Fortezza-Panciatichi). Il Gruppo DS auspica, anche alla luce del rinnovato impegno comune dei tre livelli amministrativi locali testimoniato dal Protocollo di Intesa dell'11 giugno, una puntuale ed immediata azione di chiarimento ed eventualmente di contrasto nei confronti delle ipotesi di messa in discussione di quanto concordato nel 1999; sollecita, quale primo atto significativo, la nomina da parte di tutti i soggetti dei propri rappresentanti e la definitiva costituzione dell'Osservatorio Ambientale Nodo di Firenze, previsto dall'Accordo firmato il 3 marzo 1999.

Il Gruppo DS, tenuto conto della notevole pressione turistica e delle numerose opere previste per i prossimi anni, sollecita infine il Sindaco, il Presidente della Provincia e il Presidente della Regione affinché svolgano una concorde azione politica nei confronti del Governo e del Parlamento perché siano individuate normative e risorse specifiche per Firenze, con le quali garantire alla città e alla sua area le dotazioni infrastrutturali necessarie nel rispetto dell'ambiente e dei ritmi della città, un'elevata qualità della vita dei cittadini, servizi più efficienti per i residenti e per gli ospiti».
«Non intendo partecipare al dibattito sul protocollo di intesa fra Regione, provincia di Firenze e che vede il Consiglio comunale svolgere un ruolo di mera certificazione e ratificazione di scelte altrui.

In questo modo il Consiglio è stato tagliato fuori da scelte cruciali per la città». E’ quanto il capogruppo del CCD Federico Tondi dopo aver ascoltato la comunicazione del Sindaco, in apertura di Consiglio comunale, sul “un patto per lo sviluppo di Firenze e la sua provincia”. Secondo Tondi «la discussione quanto mai opportuna sul ruolo di Firenze doveva vedere il Consiglio comunale recitare un ruolo centrale. In questo modo l’assemblea di Palazzo Vecchio avrebbe svolto la sua funzione primaria di motore propulsore di un dibattito e confronto democratico, esercitando il diritto di emendare e correggere questo documento».

«Non essendo stato eletto per apporre timbri o per perdere tempo in vuote discussioni - ha concluso il capogruppo del CCD - non intendo partecipare alla discussione di un atto che, come tutti i libri dei sogni, potrà comunque essere letto ai bambini prima di addormentarsi la sera».

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