D'Antona: Pellegrino, tanti fili portano in Toscana e a Moro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 maggio 2001 16:39
D'Antona: Pellegrino,  tanti fili portano in Toscana e a Moro

"Il nucleo che uccise Massimo D'Antona e' stato organizzato da qualche irriducibile dell'ultima stagione delle Br, sopratutto toscane". Giovanni Pellegrino, che ha guidato la Commissione d'inchiesta sulle stragi che si e' a lungo interessata dell'omicidio dello studioso torna sulla sua idea di un 'retroterra toscano' nel sanguinoso episodio.
Nel volume "Il delitto D'Antona. Indagine sulle nuove Brigate Rosse" di Daniele Biacchessi ( Edizioni Mursia), che sara' presentato domani a Palazzo San Macuto a Roma, il senatore traccia un quadro di questo "retroterra' ricomposto su elementi diversi: "Gente - spiega nel volume - nota per aver ucciso Roberto Ruffilli e Lando Conti, riprende l'attivita' eversiva , la' dove era stata interrotta dalle operazioni di polizia e dagli arresti.

Qualcuno che in semi-liberta' ha preso contatti con personaggi non scalfiti dalle indagini o piu' probabilmente quelli individuati ma non catturati e che oggi sono latitanti".
Il contesto storico in cui Pellegrino colloca i fili toscani delle Br risalgono fino al caso Moro.
Durante i 55 giorni di prigioni di Aldo Moro il comitato toscano delle Br, composto tutto da irregolari, aveva a disposizione un unico covo che si trovava in una zona di Firenze, corrispondente alla descrizione di Moretti nel libro intervista di Carla Mosca e Rossana Rossanda.

Si tratta della casa di un architetto, Gianpaolo Barbi, membro del comitato toscano delle Br.

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