The rape of Lucretia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 febbraio 2001 00:45
The rape of Lucretia

Uno stupro per scommessa, la violenza e l'arroganza del potere narrati da Tito Livio e Shakespeare, sono in scena per la prima volta a Firenze, al Teatro Goldoni, dal 6 all'11 febbraio con "The rape of Lucretia", l'opera da camera che Benjamin BRITTEN scrisse all'indomani della fine della guerra, nel 1946, e dopo il successo del "Peter Grimes". Violata per gioco crudele, devastata da un'esperienza che ne muta indelebilmente l'identità psicologica e sociale, la virtuosa Lucretia con il suicidio porterà i Romani alla rivolta contro l'oppressore etrusco: temi antichissimi, la fedeltà muliebre e la brutalità delle istituzioni, che Britten seppe realizzare mirabilmente con gli esigui mezzi - dodici strumenti, otto cantanti - e costi che il particolare momento storico imponeva; ma da cui seppe trarre inedite magìe timbriche e drammaturgiche, che fanno del "Rape" un gioiello straordinario.

E nella preziosa "bomboniera" del Teatro Goldoni "Lo stupro di Lucretia" avrà cinque recite, con la direzione di uno specialista britteniano quale ALISTAIR DAWES, formatosi al Covent Garden di Londra, e l'allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova, applauditissimo la scorsa stagione, curato da DANIELE ABBADO per la regia e da GIOVANNI CARLUCCIO per le scene, i costumi e le luci. Nei ruoli dei protagonisti Annie Vavrille (Lucretia), Davide Damiani (il Principe Tarquinio), Alan Ewing (Collatinus), Matthew Hargreaves (Junius), Gabriella Sborgi (Bianca), Monica Colonna (Lucia), e Debora Beronesi con Jeremy Ovenden per il "coro" femminile e maschile che introducono e commentano l'azione; in lingua inglese, l'opera si avvale naturalmente dei sopratitoli in italiano.

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