Convegno dei Ds sull'economia fiorentina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2001 20:06
Convegno dei Ds sull'economia fiorentina

La New economy? È probabilmente il risultato dell’innesto delle nuove tecniche di informazione sul modo tradizionale di condurre un’impresa. Un modello inedito, veloce, dove il capitale umano risulta la variabile dall’alto valore aggiunto e dove l’imprenditore gioca, ancora una volta, un ruolo fondamentale nel valorizzare professionalità e risorse. E per far decollare nuove imprese, anche a Firenze , la politica deve assumersi le proprie responsabilità nel connettere le diverse realtà del territorio.

Sono questi solo alcuni dei temi che saranno affrontati nel convegno organizzato dal gruppo consiliare dei Ds «L’economia fiorentina tra tradizione e innovazione» che si terrà mercoledì prossimo alla Sala Verde del Palazzo dei Congressi. Accanto a Sandro Domenichetti, nelle vesti di coordinatore, ci saranno gli esperti Mauro Grassi e Alessandro Cavalieri. Sono poi previsti interventi di Luca Mantellassi, presidente della Camera di Commercio, Ranieri Pontello, presidente dell’Assindustria Toscana, Paolo Soderi, presidente di Confcommercio, Franco Malinconi, presidente di Confersercenti, Alessandro Iacopi, Presidente di Cna, Giorgio Bertinelli, presidente della Lega delle cooperative della Toscana, Alessio Gramolati, segretario della camera del lavoro di Firenze.

Introdurrà il consigliere Valdemaro Nutini, concluderà i lavori il capogruppo in Palazzo Vecchio Ugo Caffaz. «Il compito della politica in questa fase dello sviluppo è duplice - hanno sottolineato Ugo Caffaz ed il vicecapogruppo Sandro Domenichetti - da una parte assecondare, con interventi selettivi e mirati, le potenzialità che si vanno affermando nell’area della nuova economia. Dall’altra sollecitare l’area dell’economia tradizionale a fare i conti con le innovazioni che provengono dai settori più innovativi per posizionarsi, nella catena del valore del settore nella parte più qualificata del processo, come ideazione dei prodotti, ricerca sui materiali, marketing innovativo, nuova finanza, delegando ad altre aree territoriali, magari al di fuori del nostro paese, le funzioni meno evolute e più sottoposte alla competizione di prezzo».

«In questa ottica - hanno concluso i due consiglieri - pur rilevando le differenze strutturali di approccio fra nuove economia e settori tradizionali, è possibile parlare di un processo unitario in grado di spingere l’economia dell’area metropolitana su livelli di maggiore innovazione e di maggiore qualificazione con evidenti benefici in termini di assorbimento di manodopera più qualificata, più legata ai processi di formazione e di educazione della popolazione “autoctona” dell’area fiorentina».

In evidenza