Il Consiglio approva la privatizzazione delle farmacie comunali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 gennaio 2001 08:18
Il Consiglio approva la privatizzazione delle farmacie comunali

In tarda serata, con 24 voti favorevoli e 23 voti contrari il Consiglio comunale ha approvato la delibera sulla privatizzazione delle farmacie comunali.
«Per l’ennesima volta il centrosinistra a Firenze frana inevitabilmente sulle scelte politiche importanti». E’ quanto ha dichiarato il consigliere di Forza Italia Massimo Pieri sulla privatizzazione delle farmacie comunali. Secondo Pieri «vendendo l’80% della gestione delle farmacie il sindaco Domenici creerà un monopolio ed un vitalizio che non consentirà attività di sana concorrenza come abbiamo sempre richiesto per ogni iniziativa di privatizzazione».

«La cattiva gestione da parte del centrosinistra, negli anni, della cosa pubblica - ha aggiunto il consigliere di Forza Italia - fa sì che i nodi vengano al pettine. Cioè che la sola esigenza di fare cassa costringe Domenici a dimenticare l’importante ruolo sociale giocato a Firenze dalle farmacie comunali».
«La delibera arrivata in Consiglio comunale è frutto di un lavoro intenso e competente che ha portato a modifiche sostanziali della proposta iniziale grazie ai contributi di alcuni esponenti della maggioranza e della giunta, nonché quelli del sottoscritto.

Grazie a questa azione si sono avuti miglioramenti sostanziali rappresentati dall’apposizione di paletti ben precisi in grado di salvaguardare quegli aspetti sociali e di tutela degli interessi dei cittadini che sono alla base della nostra azione politica e che sono espressamente dichiarati e formalizzati nello statuto, nel contratto di servizio, nella carta dei servizi e nel piano industriale tutti assolutamente vincolanti per il gestore». E’ quanto ha dichiarato Giovanni Fittante, capogruppo de Insieme per l’Ulivo in Toscana a proposito della vendita delle farmacie comunali, oggi in discussione in Consiglio comunale.

«Una cosa da chiarire - ha aggiunto Fittante - è che non si vende tout-court l’Afam ma la gestione del servizio. Non è cosa di poco conto rimanendo al Sindaco e al Consiglio comunale la titolarità delle concessioni, della chiusura e addirittura dello spostamento delle farmacie comunali. Non solo, con tale delibera noi cediamo la gestione, per la durata di 30 anni, del servizio di 21 farmacie pubbliche a fronte di 120 farmacie private già esistenti sul territorio fiorentino; garantiamo l'occupazione di tutti i lavoratori; e, soprattutto, il mantenimento di tutte quelle caratteristiche, dagli orari, al recapito a domicilio di determinati farmaci a alcune categorie di utenti, alle dislocazioni territoriali, che determinano la qualità del servizio».

«Questa operazione – ha concluso il capogruppo de Insieme per l’Ulivo in Toscana - ha in primis l’obiettivo di determinare e controllare il mantenimento di elevati standard di qualità del servizio da mettere a disposizione del cittadino e, in secondo luogo, di determinare un importante introito per le casse comunali da utilizzare per il riequilibrio del bilancio, per la riduzione delle tasse e per investimenti utili al mantenimento e allo sviluppo di altri servizi pubblici. E’ arrivato il momento, liberi da condizionamenti ideologici, di iniziare a costruire un nuovo modo di pensare ai servizi pubblici in cui la funzione della politica deve essere quella di dare indirizzi generali piuttosto che amministrare direttamente».
«Si è iniziato a parlare di privatizzazioni sin da quando si è insediata l’attuale Amministrazione -è iniziato così l'intervento del gruppo di Rinnovamento italiano-Lista Dini- durante questo anno e mezzo due assessori si sono succeduti alla delega.

Molti contrasti hanno caratterizzato in questi mesi il dibattito politico, molte dichiarazioni pubbliche hanno sostituito una progettualità di coalizione. Ed è proprio sulla progettualità che inizia la nostra visione critica sul lavoro fino ad oggi svolto. Non è stato costruito un impianto complessivo e strategico. Si è iniziato a lavorare con l’unico obiettivo di portare a casa risultati basati su scelte pregresse. Non vi è stato un coinvolgimento reale di tutte le forze componenti la coalizione nel costruire le opzioni relative ai singoli progetti.

La nostra richiesta di formare una commissione di alto profilo, in grado di supportare l’opera del giovane Assessore Simone Tani, avanzata nel mese di ottobre alla coalizione, è stata maliziosamente interpretata dagli organi dirigenti del suo partito come una forma di tutoraggio sul lavoro dell’Assessore, e quindi accantonata. Sulla privatizzazione dell’Afam, per la quale oggi siamo chiamati a votare, persiste la nostra visione critica che non scaturisce da posizioni ideologiche ma era, ed è, basata su considerazioni di carattere puramente tecnico.

L’impostazione dell’ex Presidente Brundi è quella che giudicavamo più idonea e garantista, sia per i livelli occupazionali che per la tutela degli interessi dei cittadini. Per la prima volta l’intero settore dovrà confrontarsi non più tra posizioni singole e posizioni concentrate ma sotto il controllo pubblico, bensì in quadro di riferimento diverso nel quale la parte predominante, circa il 25 per cento della quota di mercato sfuggirà a quelle logiche di controllo andando di fatto a un imprenditore o a un’impresa.

Non possiamo quindi condividere né come si è giunti né a cosa siamo arrivati. Dobbiamo però dire che vi sono scelte tecniche e scelte politiche: il nostro sarà un voto politico. Il Sindaco sulla Privatizzazione di Afam ha chiesto alla coalizione un voto di supporto alla Sua azione politica, tenendo anche conto di alcune nostre precise istanze. Il nostro voto sarà di appoggio all'azione di governo del Sindaco ma se questa volta la predominanza della lealtà di appartenenza alla maggioranza ci porta a esprimere un voto di fiducia ci auguriamo che una visione complessiva e strategica ricompatti la maggioranza in un percorso di privatizzazioni che, se anche non arrestabile, risulti certamente condiviso dall’intera maggioranza».
«Le dismissioni delle aziende pubbliche - ha spiegato il capogruppo dei Verdi Alessio Papini - sono strettamente collegate da un punto di vista di bilancio.

Per questo motivo abbiamo deciso di presentare un ordine del giorno sulla Centrale del Latte proprio nel giorno della discussione, in Consiglio comunale, della vendita della farmacie comunali» «L’obiettivo principale - ha aggiunto il capogruppo dei Verdi - è la difesa dell’interesse dei cittadini. A fronte di importanti garanzie per quel che riguarda il mercato dei farmaci, che è comunque regolato da leggi nazionali, i rischi di una cessione pura e semplice della Centrale del Latte ad una multinazionale darebbero forti preoccupazioni per il mantenimento della produzione di latte a Firenze, del legame dell’azienda con il territorio rurale e della qualità del latte prodotto».
«Privatizzando l’Afam si è dimenticato di far prevedere strumenti di controlli reali».

E’ quanto ha dichiarato il consigliere di Forza Italia Graziano Grazzini secondo il quale «le clausole previste nel bando di privatizzazione rischiano di rimanere teoriche, in mancanza di adeguati strumenti di controllo». «E’ giusto che l’ente pubblico si limiti ad esclusiva attività di indirizzo e controllo - ha spiegato il consigliere di Forza Italia - ma se quest’ultimo non è efficace ogni privatizzazione rischia di dare esiti diversi da quelli previsti. In questo caso il Comune di Firenze rischia di vedere la sostituzione di un monopolio pubblico con uno privato».
«Una scelta ideologica e solo per far cassa.

Dopo mesi finalmente ci viene annunciato cosa, forse, si vuol fare, del ricavato della vendita: ripianare le buche stradali». E quanto ha dichiarato la capogruppo di Rifondazione comunista Monica Sgherri durante il dibattito in Consiglio comunale sulla vendita delle farmacie comunali. «Il Comune - ha spiegato la Sgherri - rinuncia svolgere un ruolo per lo sviluppo di un polo pubblico delle farmacie a scala metropolitana perché teorizza la funzione, questa sì ideologica, di ruolo di controllore e di programmatore».

«Noi obiettiamo - ha proseguito la capogruppo di Rifondazione comunista - che le polemiche sui disservizi di aziende pubbliche come Ataf, Quadrifoglio, Fiorentinagas dimostrano che il Comune non esercita questa funzione di controllo. Oggi vendiamo l’Afam e m anche questa andrà ad inserirsi nel novero delle aziende che non funzionano». «Tutto questo - ha concluso la Sgherri - è coerente con quanto annunciato dall’assessore Billi, meno servizi più buoni alle famiglie o dal capogruppo dei Ds Caffaz che vuole ridurre il personale del Comune.

Una macchina amministrativa sempre più leggera che nei fatti non garantirà più nessun servizio. Ed a rimetterci saranno sempre i più deboli. Se il fine giustifica i mezzi siamo contrari a questo fine ed a questi mezzi».
«Con la privatizzazione della farmacie comunali si raggiunge un altro punto importante del programma di governo della città». E’ quanto ha dichiarato il consigliere dei Ds Alessandro Lo Presti. «Ora - ha aggiunto Lo Presti - oltre le indicazioni del Sindaco la questione fondamentale sarà quella di aprire un tavolo fra le forze di maggioranza ed il governo cittadino per individuare gli obiettivi verso i quali indirizzare le nuove risorse.

Il voto contrario di esponenti della maggioranza apre una nuova fase dell’alleanza di centrosinistra fiorentino». «I Ds - ha concluso Lo Presti - si dimostrano classe dirigente e si assumono le proprie responsabilità nei confronti dei cittadini. Riteniamo preoccupante che forze politiche determinanti nell’alleanza si possano differenziare su scelte fondamentali».

In evidenza