Strascichi polemici dopo il rinvio del voto in consiglio comunale sulle residenze per anziani in via San Domenico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 novembre 2000 18:43
Strascichi polemici dopo il rinvio del voto in consiglio comunale sulle residenze per anziani in via San Domenico

Dissenso per le proteste del presidente della commissione urbanistica, Vincenzo Esposito, culminate ieri in Consiglio comunale con occupazione simbolica del Salone dei Duecento è stata espressa da Luigi Morelli, dell’Udeur, che ha anche annunciato di «non essere più disposto a tollerare che le singole opinioni debbano prevalere sulla certezza del diritto». «Il procedimento edilizio che si è voluto contestare e che riguarda la residenza per anziani in via San Domenico - ha spiegato Morelli - è ormai concluso ai sensi dell’apposita legge regionale ed è quindi conforme sia al piano regolatore sia agli strumenti urbanistici.

L’iter è definitivamente concluso ed il Consiglio comunale non ha più nessuna competenza in merito». Secondo Morelli «la delibera di ieri riguarda esclusivamente la dovuta convenzione trattandosi di una struttura pubblica. Diventa a questo punto iniquo e palesemente ingiusto, dopo il rilascio di una licenza edilizia, nascondersi dietro il tentativo di boicottare una convenzione, peraltro dovuta, per eludere le responsabilità dell’amministrazione con, oltretutto, il rischio di una richiesta di risarcimento danni».

«Non sono più disposto a tollerare che le singole opinioni debbano prevalere sulla certezza del diritto - ha aggiunto il rappresentante dell’Udeur - certezze senza le quali diventa impossibile per i cittadini e per gli operatori impostare ogni qualsiasi progetto che li riguarda». «La gravità dei comportamenti tenuti nell’occasione - ha concluso Morelli - vanno al di là dei singoli aspetti del problema e meritano una riflessione politica complessiva che come capogruppo dell’Udeur, sollecito in tempi brevi».
Una commissione consiliare d’inchiesta per individuare le responsabilità in merito alla vicenda sulla concessione edilizia per la residenza sanitaria protetta a San Domenico è stata chiesta dal capogruppo dei Verdi Alessio Papini che sulla questione ha anche «escluso responsabilità da parte dell’assessore all’urbanistica Gianni Biagi».

Secondo Papini «l’iter seguito per arrivare alla concessione è quanto meno tortuoso con una previsione risalente al piano Regolatore di Vittorini del 1992 per arrivare alla variante generale al piano della scorsa legislatura che eliminava la previsione e la successiva replica regionale che la reintroduceva. Le responsabilità non sono certo da attribuire all’assessore Biagi che si è ritrovato di fronte ad una pratica già avviata». «A dimostrazione della buona volontà dell’amministrazione - ha sottolineato il capogruppo dei Verdi - c’è il ricorso al tribunale amministrativo regionale promosso dal Sindaco Domenici contro il rilascio della conecessione da parte del commissario ad acta».

«Appare ormai chiaro - ha concluso Papini - che i piani regolatori così concepiti servono solo a rilasciare automaticamente diritti e quindi concessioni edilizie in grandi quantità in un colpo solo rendendo impossibile valutazioni caso per caso».
«Il gruppo DS del Comune di Firenze -hanno dichiarato il capogruppo dei Ds Ugo Caffaz e il vicecapogruppo Sandro Domenichetti- in riferimento alla discussione sulla convenzione con la RSA di S. Domenico ed in relazione alla dichiarazione del portavoce dei Verdi Fiorentini, che richiede le dimissioni dell’assessore all’urbanistica, Biagi, esprime solidarietà e condivisione per la correttezza dimostrata dagli assessori Billi e Biagi nel trattare questo tema.

Ricorda che gli assessori hanno agito in rapporto costante con le Commissioni Consiliari competenti. Respinge fermamente uno stile politico di attacco personale e denigrazione gratuita e rileva ancora una volta un comportamento da parte dei Verdi che pone problemi relativamente alla loro adesione alla coalizione che governa la città. L’impegno nostro e sicuramente del Sindaco e della sua Giunta rimane quello di trovare in breve una equilibrata soluzione intorno alla quale l’intera maggioranza si ritrovi».
«Le contraddizioni di cui da sempre soffre il composito schieramento elettorale di centro-sinistra e che fino ad oggi i consiglieri eletti in maggioranza sono riusciti a celare, anche se malamente, stanno esplodendo in modo ormai evidente di fronte alle diverse scelte amministrativo-urbanistiche di particolare rilevanza per la città».

E’ quanto ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Rodolfo Cigliana a proposito di quanto successo ieri in Consiglio comunale durante il voto per la residenza sanitaria assistita a san Domenico. Secondo Cigliana «nel momento del voto in Consiglio la spaccatura interna ai DS ha trovato piena espressione nel gesto eclatante del consigliere Esposito, già aspirante assessore all’urbanistica da due legislature, obbligato invece dalla logica di partito ad adattarsi al modesto ruolo di Presidente della terza commissione consiliare».

«Il consigliere Presidente Esposito - ha proseguito il capogruppo di Forza Italia - dimenticandosi improvvisamente del voto favorevole al piano regolatore, da lui consapevolmente espresso nella precedente legislatura del Sindaco Primicerio, ieri ha proclamato la sua indipendenza di pensiero, nella protesta si è schierato per la prima volta a fianco dei cittadini e quindi ha denunciato finalmente la blindatura del suo partito attorno al piano regolatore». «I Verdi - ha aggiunto Cigliana - chiedendo per la seconda volta nel giro di pochi giorni, le dimissioni dell’Assessore Biagi, e sostenendo la candidatura alternativa del consigliere Presidente Esposito, hanno di fatto ottenuto due risultati in uno: hanno confermato davanti alla città la spaccatura profonda della maggioranza ed hanno smascherato il gioco condotto alle spalle del Comune di Firenze dalla regione a maggioranza diessina».

«Di fronte a questa scandalosa contraddizione politica - ha concluso Cigliana - appaiono percorribili solo due vie: la prima, che i Verdi finalmente abbiano il coraggio di uscire dalla maggioranza di sinistra di Palazzo Vecchio, passando dai proclami ai fatti concreti e liberandosi dal pesante sospetto di cercare lo scontro e la visibilità solo per le prossime necessità elettorali; la seconda, che il consigliere Presidente Esposito si dimetta almeno da Presidente della Commissione riconoscendo davanti alla città l’errore del suo voto a favore del piano regolatore dettato solo da interessi di partito.

Il sit-in in Consiglio comunale rimane solo come un tardivo gesto teatrale, una tardiva denuncia delle malefatte di un solo partito: i DS».
Rinvio inutile ed occasione persa. Con queste parole la Presidente della commissione sanità e servizi sociali Susanna Agostini ha commentato «la decisione di non votare ieri in Consiglio comunale la convenzione per la residenza sociale assistita di San Domenico che vedeva la realizzazione dei primi 60 posti per persone anziane di cui quatto per soggetti altrimenti a carico del Comune di Firenze».

«E’ dal 1994 che si parla di questa costruzione - ha aggiunto l’Agostini - da quasi un anno della convenzione. Chi, come me, può intervenire, con il proprio voto, solo a questo punto della questione non può capire le ragioni sicuramente valide e lontane nel tempo, che vedono in un altro forzato rinvio la soluzione politica della vertenza». La Presidente della commissione consiliare sanità e servizi sociali ha anche «auspicato che presto le commissioni competenti insieme si riattivino per portare ad una doverosa conclusione amministrativa che sia all’altezza della qualità politica della nostra maggioranza».
«Sulla vicenda della residenza per anziani di San Domenico la maggioranza ha dimostrato tutta la sua consistenza.

Fino al momento in cui si parla di grandi ideali sembrano tutti uniti quando poi si scende nel concreto dei mille problemi della città affiorano in tutta la loro gravità le mille diversità tra gli otto partiti della coalizione e addirittura tra le varie anime che compongono ogni partito». E’ quanto ha dichiarato il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi. «La delibera su San Domenico, che il Consiglio comunale rimanda oramai da un anno - ha rilevato Toccafondi - è stata solo l'ultimo e forse più eclatante episodio, ma altri sono i segnali delle divisioni, come per esempio l'istituzione della commissione sicurezza, che vede favorevoli udeur, diniani e popolari contrari verdi, comunisti italiani e parte dei DS.

Una spaccatura politica tale da dividere addirittura la neonata lista margherita che perde già alcuni petali. Tanto basta per chiedere al Sindaco se la maggioranza che lo sostiene c'è ancora».
Piena fiducia agli assessori Gianni Biagi e Giacomo Billi relativamente agli attacchi e richieste di dimissioni è stata espressa da Giovanni Fittante di "Per l'Ulivo in Toscana". Secondo Fittante «l'attività dei due rappresentanti della giunta è stata svolta nel modo più appropriato e nel rispetto delle regole».

«Quanto alla residenze per anziani si prende atto che l’autorizzazione al progetto è stata data dalla Regione Toscana - ha concluso Fittante - la maggioranza di Palazzo Vecchio valuterà invece la convenienza e l’opportunità della convenzione».
“Non posso tollerare che su una questione che, come è noto, mi sono trovata già confezionata e pronta per il rilascio al momento del mio insediamento, sia accusato di non fare l’interesse pubblico e di ‘giocare alla meno’. Tanto più che si tratta di una decisione che dipende in larga misura da altri soggetti istituzionali, ma dalla quale non è nemmeno estraneo il Comune di Firenze, per gli atti presi a suo tempo in materia di pianificazione urbanistica e programmazione sanitaria”.

Sono le parole dell’assessore all’Urbanistica Gianni Biagi, all’indomani della polemica in consiglio comunale sulla residenza assistita per anziani che dovrebbe nascere a San Domenico. “Un insediamento sul quale in troppi sembrano svegliarsi solo oggi – prosegue Biagi – Se si voleva procedere contro quell’intervento, si poteva intervenire in fase di approvazione definitiva del Prg da parte del consiglio comunale nel febbraio ’98. Un consiglio del quale io tra l’altro non facevo parte.

Oppure, nel corso dell’anno successivo, si poteva anche proporre e adottare una variante specifica, come qualcuno pensa di fare oggi. Mi chiedo perché, dal febbraio ’98 al giugno ’99, nessuno abbia proposto o richiesto al consiglio comunale questa modifica. E perchè solo ora si sia deciso di inscenare questa vacua sceneggiata”.

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