Società multiculturale: l’integrazione comincia al momento del parto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 novembre 2000 21:38
Società multiculturale: l’integrazione comincia al momento del parto

Il parto costituisce un momento decisivo per rispondere alle esigenze incalzanti che pone una società multiculturale. Per questo gli operatori e le strutture socio - sanitarie devono sviluppare ulteriormente la loro progettualità in questo ambito. L’appello arriva dal convegno nazionale su “Le culture del nascere” che si è aperto questa mattina a villa Fiorelli. Provincia e Comune di Prato, con la Asl, il Collegio delle ostetriche e l’Organizzazione interdisciplinare sviluppo e salute hanno voluto avviare una riflessione proprio partendo dalla realtà pratese dove – lo ricordiamo – circa il 15% dei nuovi nati sono cinesi e dove nel primo semestre del 2000 si sono registrati 963 parti di donne extracomunitarie, pari al 21,8% del totale.

La vicepresidente della Provincia, Gerardina Cardillo, aprendo i lavori ha insistito sul riconoscimento del valore sociale della maternità e sulla necessità di individuare strumenti sempre più idonei per coniugare il rispetto della dignità e della cultura della donna con l’evento nascita. Cardillo ha poi sottolineato l’esigenza che si pone per le ostetriche – protagoniste del convegno – di ripensare il loro ruolo in relazione ai grandi cambiamenti che sono collegati all’affermazione di una società multiculturale.

E sui mutamenti che accompagnano lo sviluppo di una società multietnica è intervenuta l’assessore alle Pari opportunità del comune di Prato, Beatrice Magnolfi, che ha allargato la riflessione ai diversi ambiti del processo di integrazione, a partire da quello che investe la realtà della scuola. L’esperienza pilota condotta nell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Prato è stata illustrata dal direttore, Piero Curiel che ha ricordato il ruolo di rilievo rivestito attualmente dalla figura del “mediatore culturale”.

“La presenza di un medico cinese, che non è un semplice interprete, ci ha permesso di sviluppare una soddisfacente comunicazione con le donne della comunità cinese“, ha spiegato Curiel.

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