Questa la chiave della strategia economica della Regione delineata dal presidente Claudio Martini nel suo intervento a conclusione della prima giornata di lavori dell'incontro europeo del Centri per l'innovazione organizzato dal Consorzio Pisa Ricerche al Palacongressi. "Ribadire la centralita' dell'innovazione e' dire una banalita' - ha detto Martini - ma il nodo vero della questione e' come fare, in Toscana, a innescare un processo che non puo' avviarsi in maniera spontanea. Basti pensare che la Toscana, che rappresenta oggi il 6 per cento del Pil nazionale, detiene circa il 10 per cento dell'offerta di ricerca ma si aggiudica appena il 5 per cento dei flussi annuali di ricerca e sviluppo.
Di qui la necessita' di un
vero e proprio rilancio dei processi innovativi nel sistema regionale".
La Toscana, su questo fronte, non parte da zero. Martini ha ripercorso le tappe
che, fin dal 1990, hanno costruito un percorso regionale per l'innovazione
sfociato, nel '93, nella realizzazione della Rete regionale dell'alta tecnologia,
fondata sui tre poli scientifico-tecnologici di Pisa, Firenze e Siena con il
consorzio Pisa Ricerche, il Cesvit e Etruria Innovazione. Grazie a questa
esperienza sono stati realizzati un laboratorio meteo-climatico (il Lamma), una
tecnica laser per il restauro dei beni culturali, il progetto Tetris per il
trasferimento tecnologico in settori come il tessile, la moda, il lapideo, il
conciario e la comunicazione multimediale.
Una tappa importante e' stato l'avvio del progetto Ritts, affidato alla Toscana
dalla Commissione europea nel '97 che, oltre creare un contesto favorevole
allo sviluppo dell'innovazione, ha definito precise strategie e progetti.
Un esempio per tutti, la partecipazione al consorzio Lid, promosso da Cinecitta' e dalla Scuola nazionale di cinema per lo sviluppo di tecnologie digitali. Ma l'attivita' della Regione, avverte Martini, in questo settore dovra' fare ancora un salto di qualita'. Il nuovo modello di politica regionale dovra' basarsi ancora sulla cooperazione fra tutti i soggetti che fanno parte della "comunita' toscana dell'innovazione" ma dovra' anche essere piu' attento al versante della domanda, cercando di rispondere a precise esigenze delle imprese.
Come
ad esempio quelle delle nuove tecnologie per i settori tradizionali, delle
tecnologie digitali per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali,
artistici e ambientali, della creazione di piccole imprese hi-tec.
"Queste priorita' di intervento - ha concluso Martini - appaiono
particolarmenete appropriate per il rilancio e lo sviluppo delle competenze
presenti in Toscana. Una presenza vivace e in crescita testimoniata dai dati
sulla new economy, che mostrano uno scenario in via di espansione con circa
2000 imprese che operano nel settore dei servizi informatici nelle aree
industriali di Firenze, Prato, Pistoia e Pisa, collocando la Toscana, in questo
settore, al secondo posto in Italia dopo la Lombardia".