Stop ai licenziamenti dei Segretari Comunali. Il caso Greve

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 ottobre 2000 18:03
Stop ai licenziamenti dei Segretari Comunali. Il caso Greve

Recentemente due Tribunali, di Udine e di Vallo della Lucania, hanno detto basta agli abusi della Legge Bassanini sulle revoche pretestuose degli incarichi ai segretari comunali.
La Legge Bassanini del 1997 era stata una manna per i Sindaci, che all'improvviso si ritrovavano con il potere di revocare l'incarico agli odiati Segretari Comunali, funzionari mandati dal Ministero dell'Interno ad operare un controllo di legalità sull'attività dei Comuni. Il rapporto fra i Segretari Comunali e i Comuni non è mai stato idilliaco, per il semplice fatto che questa figura di burocrate ministeriale doveva assicurare, insieme ai Prefetti, un minuzioso controllo giuridico-formale su tutta l'attività comunale.

Con il processo che ha portato ad una maggiore autonomia dei Comuni ed in particolare ai Sindaci, tali funzionari statali erano ormai visti come un freno alla piena operatività dei Comuni, cosicchè la L. 127/97 (Bassanini bis) ha operato una radicale trasformazione di questa figura professionale. Innanzitutto il segretario è stato posto alla diretta dipendenza del Sindaco (e non più del Ministero dell'Interno), attribuendo a quest'ultimo il potere di non confermarli alla fine del mandato e di revocarli motivatamente per gravi inadempienze: inoltre sono stati equiparati a dei liberi professionisti con l'istituzione di un albo a cui devono essere iscritti e a cui i Sindaci possono attingere in piena libertà.

Questa riforma ha avuto come conseguenza la fuga di massa di molti segretari, che hanno preferito approdare ai più tranquilli lidi di altre amministrazioni statali, timorosi di perdere la loro autonomia e di una subordinazione totale alle scelte politiche dei Sindaci.
Alcuni sindaci non hanno aspettato molto ad utilizzare i nuovi poteri, tant'è che nel corso del 1998 si sono avute molte revoche di segretari, fra cui quello di Greve in Chianti, dott. Petronilla, licenziato dal sindaco diessino Paolo Saturnini.

A dire il vero Greve non porta fortuna ai segretari comunali perchè prima del dott. Petronilla un altro segretario, il dott. Lauletta, rimase in prova solo tre mesi e poi mandato via. Il dott. Petronilla però subì il provvedimento più duro, con la revoca dell'incarico, che il medesimo impugnò subito davanti al Pretore di Firenze. Di fronte ad un primo rigetto, nei giorni scorsi il segretario ha ottenuto ragione dalla Corte d'Appello di Firenze, che ha riconosciuto la revoca come immotivata: si parla di un risarcimento miliardario richiesto dal segretario che sta facendo sudare freddo ora il sindaco Saturnini alle prese con un bilancio comunale in debito d'ossigeno.

La tendenza effettivamente dei giudici è ora quella di considerare immotivate le revoche quando non sorrette da una rigorosa dimostrazione delle gravi inadempienze o di un'accertato mancato raggiungimento degli obiettivi assegnati al segretario nelle vesti di Direttore Generale. In sostanza, i giudici dicono no allo spoil-system (che molti politici si sono affrettati ad utilizzare per rimuovere dirigenti non funzionali al proprio disegno politico) e sostengono la conformità ai principi di legalità dell'azione amministrativa dei burocrati, pur nell'ottica di una loro maggiore professionalità e in un rapporto di leale subordinazione all'organo politico.

(RO)

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