I luoghi della fede: presentato il volume dedicato a Prato

Redazione Nove da Firenze
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03 ottobre 2000 20:49
I luoghi della fede: presentato il volume dedicato a Prato

A Prato la collaborazione tra istituzioni pubbliche e soggetti privati ha prodotto negli ultimi anni un forte impegno per la valorizzazione e la conservazione di un ricco patrimonio d’arte. Ieri pomeriggio, a Palazzo Novellucci, il presidente della Regione, Claudio Martini, è partito da questo riconoscimento per presentare il volume Prato e la sua Provincia della collana I luoghi della fede, edito dalla Regione e da Mondadori con il contributo dell’assessorato alla Cultura della Provincia. Il volume è curato da Claudio Cerretelli e si avvale della collaborazione di Anna Benvenuti, Italo Moretti, Paolo Sabatini, e Maria Grazia Trenti Antonelli.

La pubblicazione si inserisce nella collana coordinata da Valentino Baldacci che comprende ben 25 titoli. “Il più grande e recente censimento dei luoghi di cultura e fede della Toscana”, ha sottolineato ieri pomeriggio l’assessore regionale alla Cultura, Mariella Zoppi, presente anche lei a Prato. “Questo volume – ha messo in evidenza la vicepresidente della Provincia, Gerardina Cardillo - va a sottolineare il valore del patrimonio d’arte e contribuisce a coltivare quel senso di appartenenza che è premessa indispensabile alla conservazione e alla valorizzazione del passato”.
Il vicario della diocesi, monsignor Eligio Francioni, ha ringraziato Regione e Provincia per questo impegno e ha auspicato la realizzazione di una sorta di patto (da scrivere sotto forma di convenzione) tra Provincia, Diocesi (Prato e Pistoia), Comuni per dare continuità all’attività finalizzata alla salvaguardia e al recupero di beni d’arte e d’architettura sparsi sul territorio.

Appassionato, come sempre, l’intervento del sovrintendente ai beni artistici e storici, Antonio Paolucci, che ha ricordato la recente inaugurazione nella chiesa di San Giusto in Piazzanese del fonte battesimale appena restaurato. Paolucci si è poi soffermato sul ruolo dei centri minori che riescono a salvaguardare il legame con la tradizione e con la cultura locale. “Il turismo dei grandi numeri – ha sottolineato il sovrintendente - provoca invece nelle città d’arte un vero e proprio sradicamento dal passato”.

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