Piemonte e Toscana parteggiano per l'abolizione del bollo auto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 settembre 2000 09:22
Piemonte e Toscana parteggiano per l'abolizione del bollo auto

Si tratta di un gettito fiscale, di competenza delle Regioni, che l'Automobile Club Italiano stima di oltre 10 mila miliardi solo durante l'anno scorso.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito: "Un colpo di genio per conquistarsi le simpatie degli automobilisti e, più in generale, dei consumatori? No, solo una migliore razionalizzazione per maggiori introiti fiscali per i prossimi anni, e quindi per meglio spremere i contribuenti.
Infatti si apprende, per esempio in Toscana, che il presidente di questa Giunta regionale non ha alcun intenzione di rinunciare ai 600 miliardi che questa tassa porta ogni anno nelle sue casse (che, tra l'altro, rappresenta quasi il 60% di tutte le risorse libere di cui dispone la sua regione), ma che, in nome dell'ormai mitico federalismo fiscale, vorrebbe che questi soldi li rientrassero da parte della fiscalita' nazionale, grazie ad una maggiore percentuale di spartizione dell'Iva e dell'accisa sulla benzina.

E considerato il vuoto che lascerebbe il bollo auto, non si sta parlando di piccole cifre. Per il contribuente, essere spremuto a livello nazionale o regionale, poco cambia, anzi, c'è anche la beffa che gli hanno voluto far credere il contrario.
In teoria questo ragionamento potrebbe anche stare in piedi, perche' la fiscalita' agirebbe sui consumi e non sulla proprieta', ma diventa una beffa perche' non solo cerca fondi li' dove gli italiani sono piu' che spremuti (la benzina), ma non fa risparmiare i consumatori, perche' pone le premesse per una impossibilita' di rivedere la politica fiscale sulla benzina (che oggi e' al 67%).
Cio' che rende questa abolizione una bufala e una proposta demagogica è nel pensare di prendere gli stessi soldi con altre tasse.

Percio' non è un'abolizione, ma solo una razionalizzazione degli introiti fiscali, legandoli a prodotti più redditizi (sulla diminuzione della benzina -anche in campagna elettorale- non ci scommetterebbe neanche l'opposizione dell'attuale Governo).
L'abolizione avrebbe un senso se l'amministrazione si ingegnasse di guadagnare i mancati introiti da una razionalizzazione anti-spreco della sua organizzazione: dalla chiusura, per esempio, del Pra (pubblico registro automobilistico) che svolge una funzione doppione della Motorizzazione; dall'affitto/vendita della gestione delle strade, e delle stesse strade, a soggetti privati con l'obbligo di standard di servizio e di sicurezza che oggi la gestione pubblica non fornisce e garantisce.

Insomma da una ricerca di soldi che non andasse a gravare sulle gia' esistenti tasse, ma su un miglioramento dei servizi che -come negli esempi fatti- non puo' che passare attraverso semplificazione e liberalizzazione".

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