L’epopea di un siciliano semianalfabeta affidata a un diario di oltre mille pagine, le speranze, le delusioni di un giornalista romano raccolte in una memoria che abbraccia cinquanta anni. E ancora una triste storia di emigrazione in Argentina di un emigrante fiorentino, e i ricordi di una staffetta partigiana, il bilancio di vita di una donna sospesa tra Italia e Africa e il diario di una giovane anoressica. Sono solo alcune delle storie scelte quest’anno per la sedicesima edizione del premio ‘Pieve’, storie che saliranno alla ribalta di Pieve Santo Stefano (Ar), sabato e domenica prossima.
“La vera novita’ di quest’anno – hanno spiegato gli organizzatori nel corso della presentazione alla stampa, svoltasi a Palazzo Bastogi - e’ che non ci sono novita’, ma il rispetto di una tradizione che dura da sedici anni. La nostra volonta’ e’ di crescere continuando a rimanere fedeli all’idea di partenza”. Un’idea originale, unica nel nostro paese, sviluppata dal giornalista Saverio Tutino, autentica ‘anima del premio, grazie alla quale Pieve Santo Stefano ha potuto farsi conoscere sulla ribalta nazionale e costruire uno straordinaria banca della memoria: l’archivio diaristico ospita ben 3.732 tra diari, memorie, epistolari.
Tra questi anche le oltre duecento opere che hanno partecipato all’edizione di quest’anno e da cui, una giuria di lettori, ha scelto i finalisti.Per stabilire il vincitore tra la rosa dei dieci finalisti sabato si riunira’ la giuria nazionale (tra i componenti scrittori come Maurizio Maggiani e storici come Nicola Tranfaglia), mentre l’annuncio ufficiale e la consegna del premio avverranno domenica, ore 16.30 in Piazza Pellegrini. Ma la cerimonia finale sara’ in realta’ l’occasione di presentare tutte le storie dei finalisti, con gli autori che saliranno sul palco e si racconteranno.
E con l’archivio che si arricchira’ di nuove straordinarie storie di vita comune.
