Polemica sulla privatizzazione delle farmacie comunali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 Luglio 2000 19:08
Polemica sulla privatizzazione delle farmacie comunali

«E grave che alcune multinazionali del settore farmaceutiche abbiano già preso contatti con l’assessorato per l’acquisto delle farmacie comunali e che il Consiglio comunale non ne sia stato informato». E’ quanto ha dichiarato il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi secondo il quale "questo fatto condiziona pesantemente la delibera sulla trasformazione dell’Afam in società per azioni".
«In coerenza con quanto sempre sostenuto - ha spiegato la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci - Alleanza Nazionale ritiene che, anche per quanto riguarda le farmacie comunali, qualunque forma di monopolio, sia pubblico che privato, rappresenti la negazione della liberalizzazione e del mercato, di quel confronto concorrenziale, cioè, che consentirebbe, invece, l’innescarsi di un meccanismo virtuoso per il quale l’efficienza, l’efficacia e l’economicità del servizio si concilino ed anzi garantiscano quella funzione sociale che i servizi pubblici, in particolare nel caso delle farmacie, hanno e devono mantenere».

Secondo la consigliera Checcucci «la “funzione sociale” delle farmacie non è strettamente legata al mantenimento della proprietà e della gestione in mano pubblica, bensì al mantenimento di un modello di “farmacia italiana”, non assimilabile ad un qualunque altro negozio, in cui il cittadino possa trovare servizi aggiuntivi che sono spesso frutto della figura di un farmacista “quasi dottore” e di una struttura ancora a misura d’uomo e profondamente legata alle esigenze della zona della città in cui si trova».

«Alleanza Nazionale - ha aggiunto la Checcucci - crede che la soluzione ottimale per garantire quanto proposto e, al contempo, per non sottrarsi, ma, anzi, raccogliere la sfida della liberalizzazione e dell’ottimizzazione delle risorse, che il nostro tempo impone sia quella di dimettere le farmacie ad una ad una, dando la possibilità, prevista dalla legge, ai farmacisti dipendenti che, da soli o in mini cordate, intendano rilevare la farmacia, di farlo depositando offerte vincolanti a prezzo di mercato».

«In questo modo - ha concluso la consigliera di AN- si garantirebbero entrate rilevanti per le casse comunali ma, invece che fare una mera operazione di cassa, si perseguirebbe l’obiettivo non secondario di mettere in moto l’imprenditoria locale, si offrirebbe la possibilità di diventare da dipendenti a proprietari, con le necessarie garanzie anche per il mantenimento dell’attuale livello occupazionale. In una parola, si tutelerebbe il nostro tessuto economico e sociale, sempre nel rispetto del sano confronto concorrenziale e della trasparenza».

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