Archeologia industriale del distretto pratese sotto la tutela dell’Unesco?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 giugno 2000 16:02
Archeologia industriale del distretto pratese sotto la tutela dell’Unesco?

Le preziose testimonianze di archeologia industriale presenti nel distretto tessile potrebbero diventare “patrimonio dell’umanità” sotto la tutela diretta dell’Unesco. La proposta è stata lanciata questa mattina da Nina Avramidou, docente alla facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e presidente del Centro internazionale per la conservazione del patrimonio architettonico (Cicop). Università e Cicop, insieme alla Provincia e al Comune, proprio a Prato hanno promosso per venerdì e sabato un convegno su Archeologia industriale, metodologie di recupero e fruizione.

L’iniziativa ha l’obiettivo di costituire un punto di partenza per dare nuovo impulso a una concreta strategia di recupero degli spazi e del loro significato.
La proposta di fare delle vecchie fabbriche e degli opifici in disuso un patrimonio oggetto di tutela è stata prontamente raccolta dalla vicepresidente della Provincia, Gerardina Cardillo, e dagli assessori all’Urbanistica e alla Cultura del Comune di Prato, Giuseppe Vannucchi e Alfio Pratesi. Gli amministratori hanno annunciato di essere pronti ad avviare un percorso per stringere un patto con l’Unesco.

La vicepresidente della Provincia, Cardillo, ha sottolineato il valore del convegno che mira a un recupero degli spazi di archeologia industriale all’interno del contesto sociale ed economico della città attuale. L’assessore all’Urbanistica del Comune, Alfio Pratesi, ha ricordato che il varo del Piano regolatore del professor Secchi ha avuto il merito di recuperare il valore della città fabbrica ed ha auspicato la collaborazione tra pubblico e privato per promuovere la tutela degli spazi di archeologia industriale ancora esistenti.

Il convegno pratese costituisce la tappa preparatoria di una grande iniziativa internazionale sul recupero architettonico che si svolgerà in settembre a Firenze. Per l’iniziativa di giovedì e venerdì è stato volutamente scelto, sede inconsueta per un convegno si studi, il complesso degli Ex Macelli, esempio “timido” di riqualificazione culturale di vecchi contenitori industriali che si inserisce in un processo più vasto che passa dalla Gualchiera di Coiano (sulla cui storia è stata organizzata una mostra nel Chiesino di Sant’Ambrogio, in piazza Mercatale) e arriva fino all’area dell’Ex fabbrica Campolmi, dove verrà realizzato il Museo del tessuto.

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