''Catasto regionale degli impianti'' per stimare il livello dei campi elettromagnetici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 marzo 2000 20:00
''Catasto regionale degli impianti'' per stimare il livello dei campi elettromagnetici

Gli impianti fissi per telecomunicazione e radiotelevisivi, oltre ad arrecare danni all'ambiente e al paesaggio, producono campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici che possono nuocere alla salute: per prevenire eventuali danni il Consiglio regionale ha approvato una legge che disciplina la corretta e ordinata localizzazione degli impianti, anche mediante l' accorpamento degli impianti di emissione su di un unico traliccio. Le disposizioni regionali riguardano tutti gli impianti disciplinati dal decreto ministeriale 381 del 1998, che operano tra le frequenze comprese tra 100 khz e 300 ghz.


Con propria deliberazione, che doveva essere adottata entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge, il consiglio regionale dettera' i criteri generali per la localizzazione degli impianti e i criteri per l' identificazione e la perimetrazione delle ''aree sensibili'', di quelle aree cioe' con particolare densita' abitativa, di infrastrutture, di servizi, di specifico interesse storico-architettonico e paesaggistico-ambientale.
Saranno anche emanate le norme tecniche per lo svolgimento delle funzioni disciplinate dalla legge.

E' inoltre istituito il ''Catasto regionale degli impianti'' presso l' Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) per stimare il livello dei campi elettromagnetici nel territorio.
Il rilascio delle autorizzazioni all' installazione degli impianti di telefonia mobile e di quelli radiotelevisivi spetta ai Comuni, che hanno anche la funzione di vigilanza e di controllo e il compito della educazione ambientale e di informazione delle popolazioni interessate.
Qualora il Comune ravvisi che i livelli di campo sono superiori ai limiti e ai valori previsti dal decreto ministeriale, ordina le necessarie azioni di risanamento per ricondurli nella norma.

Anche i titolari degli impianti gia' in esercizio sono tenuti, entro 90 giorni dalla pubblicazione della deliberazione regionale, a presentare domanda all'amministrazione comunale competente. Secondo l'assessore all'ambiente Claudio Del Lungo si tratta di una legge ''di grande rilievo, che ha comportato il lavoro di concerto di molti dipartimenti della Regione''. ''Questa legge suggerisce - ha detto ancora Del Lungo - quello che all' estero viene già fatto: la concentrazione degli impianti. E non lascia piu' la gestione delle procedure amministrative solo in balia dei Comuni''.

Iole Vannucci (Cdu) ha invece annunciato il voto contrario del suo gruppo.
''Anche in questo caso, come per la questione degli elettrodotti - ha commentato la consigliera - ci troviamo davanti ad una sostanziale mancanza di coraggio da parte della giunta, che avrebbe potuto fare qualche sforzo in piu' per abbassare i limiti e per tutelare meglio la salute dei cittadini''.

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