Ai pazienti in coda le ASL invieranno gli "assistenti religiosi"

Redazione Nove da Firenze
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29 febbraio 2000 15:01
Ai pazienti in coda le ASL invieranno gli

Assunti a ruolo dalle Aziende sanitarie, o comunque da esse incaricati sulla base di un'apposita convenzione, con tutti i diritti degli altri lavoratori. E' questa la posizione degli "assistenti religiosi" chiamati a svolgere il loro servizio in ospedali e in altre strutture sanitarie, cosi' come prevista dall'intesa firmata oggi dal presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti, e dal presidente della Conferenza episcopale toscana, cardinale Silvano Piovanelli.
"In questo modo - afferma il presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti - abbiamo posto le condizioni perche' in ogni struttura sanitaria pubblica sia pienamente garantito l'esercizio della liberta' religiosa e il soddisfacimento delle esigenze spirituali, nel rispetto della volonta' di ogni cittadino.

E' un servizio che ci impegneremo a promuovere anche presso le strutture di ricovero sociale o le cliniche private. Anche se l'accordo siglato oggi riguarda l'assistenza religiosa cattolica, per quanto ci riguarda potra' estendersi anche ad altre confessioni".
"Questa intesa - ha spiegato il cardinale Piovanelli - viene a colmare un vuoto significativo. E' importante che questo avvenga ora, in un anno giubilare, ma anche al termine di una legislatura regionale, perche' concludere il proprio impegno con l'attenzione ai malati, cioe' agli 'ultimi', e' un buon viatico per il futuro".
L'intesa disciplina l'assistenza religiosa sulla base di quanto previsto anche dalla legislazione nazionale, dal piano sanitario regionale e dai contratti di lavoro per il comparto sanita'.

Le Aziende sanitarie e gli Ordinari diocesani firmeranno specifiche convenzioni, che definiranno il numero degli assistenti religiosi, sulla base del numero dei ricoveri e delle dimensioni delle strutture. Nonostante il rapporto di lavoro con le Aziende sanitarie, agli assistenti spirituali e' riconosciuto una "piena autonomia operativa". Per l'esercizio della propria "azione pastorale" dipenderanno unicamente dall'ordinario diocesano. L'intesa prevede che gli assistenti religiosi facciano parte del comitato etico locale dell'Asl; che collaborino alle iniziative di formazione e di educazione alla salute; che in caso di pericolo di vita e a richiesta del ricoverato o dei suoi congiunti, le eventuali esigenze terapeutiche non impediscano di "svolgere il loro ministero"; che siano loro riservati appositi locali dentro la struttura sanitaria per le funzioni di culto e le esigenze di ufficio.

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