A Pisa la musica travolgente di Jordi Savall

Al Festival Toscano di Musica Antica “Risonanze” l'incrocio delle culture arabo-andaluse, giudaiche e cristiane

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 luglio 2024 15:03
A Pisa la musica travolgente di Jordi Savall

di Paolo Rognini

PISA – Come si apre il programma di sala di questo magnifico concerto, si legge: «Ascoltare queste musiche di Oriente e di Occidente, ingegnosamente raccolte da Jordi Savall, non è un’esperienza qualunque. Perché all’emozione estetica si aggiunge un sentimento ancora più intenso, quello di comunicare, per incanto, con un’umanità riconciliata». Ecco. Questo è ciò che davvero è successo la sera scorsa.

Il Festival Toscano di Musica Antica di cui Carlo Ipata è direttore artistico, rappresenta ormai un appuntamento immancabile per chi ama la musica di qualità. E soprattutto per chi apprezza il rapporto tra musica e spazio. Uno spazio moltiplicatore di emozioni evocate dai suoni in esso generati. Un connubio capace di consentire al pubblico di entrare in un cosmo di benessere.

Giunto alla sua seconda edizione, questa rassegna musicale offre una condizione privilegiata che pervade lo spirito e la sensibilità di chi suona e di chi ascolta, rendendo esecutori e pubblico parte di un'unica comunità.

I 13 concerti in programma quest'anno, e che proseguono fino al 7 luglio, consentono una volta di più di esaltare questa relazione così particolare. Con musiche che vanno dalle profondità dell’Basso medioevo fino ai “barocchissimiTelemann, Vivaldi, Handel

Il concerto di ieri ha regalato agli ascoltatori un'esperienza indimenticabile. Non è troppo parlare di vero e proprio "evento eccezionale". In programma musiche tra il XIII e il XV secolo provenienti dal bacino del Mediterraneo: Turchia, Grecia, Spagna, Francia, Italia, e poi Armenia, Afghanistan… , interpretate magistralmente da Jordi Savall, un gigante della musica antica e del suo ensemble. Una musica coinvolgente, penetrante, che cerca di mettere in risalto una grande onda di pacificazione tra paesi spesso in conflitto tra loro.

Questo, appunto il messaggio della serata. Quello di «comunicare, per incanto, con un’umanità riconciliata». Perché l’arte, la musica possono essere veicolo «per abbattere quella muraglia invisibile che divide il pianeta tra Nord impaurito e Sud disperato». E, diciamolo: per una sera Savall e i suoi musicisti, ci sono riusciti. Una musica che ci tiene agganciati ad una condizione di benessere, di armonia. Glorificata da un'esecuzione pressoché perfetta. La versatilità di Savall e Psonis, avvicendandosi a strumenti dai suoni arcaici come il rebab, la ribeca, il santur, o l’oud.

Il virtuosismo di Güngör al Kanun, uno strumento a pizzico che ci catapulta in un mondo di oriente fantastico. Questo mélange sonoro ha messo in evidenza tutte le capacità espressive degli esecutori: le sonorità a volte sottili, quasi impercettibili, fino al massimo delle capacità timbriche. Eccezionale precisione tecnica accompagnata da un'esecuzione appassionata, mai esagerata, senza manie di protagonismo. Insomma una serata che rimarrà nella memoria ma soprattutto nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di esserci.

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