di Ginevra Poli
Fino al 24 settembre 2023 si potranno vedere, in occasione della mostra “Germana Marucelli (1905-1983). Una visionaria alle origini del Made in Italy”, 150 pezzi tra abiti, gioielli, opere d’arte e bozzetti in 15 nuove sale del Museo della Moda di Palazzo Pitti, riaperte per l’occasione. L’esposizione è organizzata da Gallerie degli Uffizi in collaborazione con l’Associazione Germana Marucelli ed è curata da Silvia Casagrande e Vanessa Gavioli.
Il percorso in mostra
La donna, rivoluzionaria stilista fiorentina definita persino dallo scrittore Giuseppe Ungaretti “Interprete rara di poesia”, è senza alcun dubbio una delle figure più emblematiche del Made in Italy e, avendo attraversato quasi tutto il Novecento, è anche una voce importante per la rinascita culturale ed economica dell’Italia del dopoguerra e oltre. È suggestivo allestire la mostra a Firenze, e in particolare tra i corridoi di Palazzo Pitti, perché è proprio qui che nasce il Made in Italy. Germana Marucelli si allontana da uno stile haute courte francese e dà vita ad una personale interpretazione dell’abito prettamente italiano, da alcuni definito anticipatore del New Look di Dior.
Il percorso espositivo è cronologicamente inverso: si parte infatti dai lavori svolti dai primi anni Ottanta fino a quelli di fine anni Quaranta e l’allestimento vede affiancarsi abiti creati dalla Marucelli con opere d’arte e gioielli di artisti italiani con i quali collaborò (Paolo Scheggi, Pietro Gentili e Getulio Alviani) in uno stretto dialogo che stimola la relazione tra arte, architettura, moda e cultura in senso lato.
Tanti anche i prestiti in mostra, tra i quali si ricorda quelli provenienti dalla collezione privata dello stilista Massimo Cantini Parrini. Per immergere lo spettatore nel momento storico in cui la Moda ‘si faceva’, nelle sale del museo sono stati ricreati sia gli ambienti del salotto culturale della stilista (“I Giovedì di Germana Marucelli”), frequentati da artisti e intellettuali come Eugenio Montale, Lucio Fontana, Salvatore Quasimodo e Massimo Campigli, sia gli spazi dell’atelier progettato per la donna da Paolo Scheggi nel 1964.
Germana Marucelli, stilista dell’universo femminile
Germana Marucelli è definita dai più una ‘sarta intellettuale’ proprio per i suoi continui legami con il mondo della letteratura e dell’arte. Il perno attorno al quale ruota questa mostra è la grande attenzione che la stilista ha posto nei confronti dell’universo femminile durante l’intero arco della sua carriera. All’interno delle sale espositive emerge il diverso universo femminile che, di volta in volta, Germana Marucelli visionava potenzialmente in ogni donna.
Un viaggio al contrario, proprio per attraversare il tempo e le sue diverse mode, alla ricerca delle origini della nostra identità. La sua ricerca stilistica, che presenta talvolta tratti antropologici, si concentra nella realizzazione di abiti che non avvolgono la donna, ma che ne sono estensione ed interpretazione. In mostra troviamo quindi la Guerriera-Sacerdotessa, la mistica donna in Saio, la donna Cinetica degli op-dress e ancora la Crisalide. Una lenta metamorfosi di una figura femminile ormai attiva, nella ragione e nei sensi.
La stilista è infatti una professionista in bilico tra spinta innovativa e continui rimandi ai temi del passato, assoluta anticipatrice di linguaggi oggi più che mai attuali.