Una campagna contro le armi laser

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 giugno 1999 13:42
Una campagna contro le armi laser

Sono armi portatili, piu' o meno delle dimensioni di un fucile automatico, ma terribili per il loro potenziale distruttivo; non usano proiettili, ma raggi laser invisibili, con i quali, in appena una frazione di secondo, anche a piu' di un chilometro a distanza, sono in grado di distruggere la retina dell'occhio umano; dotate come sono di una tecnologia particolarmente avanzata, tanto che contro di esse non esiste al momento alcuna difesa e che anche gli occhiali di protezione sono praticamente inutili, provocano una cecita' totale e permanente.

Sono le armi laser "accecanti" e rappresentano l'ultima "frontiera" nello sviluppo degli strumenti di guerra: armi tra le piu' insidiose e crudeli che siano state mai inventate, tanto che lo stesso comitato internazionale della Croce Rossa da anni si sta impegnando per la loro messa al bando. Ma anche armi di cui si inizia a registrare un crescente allarme internazionale. Gia' nell'ottobre 1995, infatti, la conferenza delle Nazioni Unite di Vienna ha approvato un protocollo che proibisce l'uso e il trasferimento delle armi laser accecanti: ed e' la prima volta in questo secolo che un tipo di arma viene interdetta prima di essere impiegata sul campo di battaglia.

Nonostante questo i laser accecanti - la cui ricerca sembra sia stata avviata in seguito ad alcune esperienze accidentali con puntatori laser, nel corso della guerra del Golfo - sono gia' in fase di produzione come prototipi; risultano in dotazione sperimentale di alcuni reparti dell'esercito statunitense e sono in fase di sviluppo in altri paesi. E la loro eccezionale pericolosita' risalta ancora di piu' se si pensa che per le loro caratteristiche - si tratta di strumenti poco costosi, di piccole dimensioni, che non lasciano tracce - queste armi si prestano ad essere usate non solo contro soldati ma anche contro civili e che, una volta entrate in piena produzione, potrebbero essere particolarmente ricercate e utilizzate da organizzazioni terroristiche e criminali. E' per questi motivi che la Regione Toscana, in linea con il suo tradizionale impegno per la pace, il ripudio della violenza, e piu' in generale, per il rispetto dei diritti umani, ha deciso di impegnarsi in una campagna contro i laser accecanti.

E' infatti la prima regione italiana ed europea a lanciare un appello con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e di esercitare una pressione a favore della messa al bando di queste armi, con un trattato analogo a quello definito ad Ottawa per le mine antiuomo. Si tratta di un'iniziativa avviata grazie alla sensibilita' del comitato di consulenza per la pace - istituito sulla base della legge regionale 55/1997 per la promozione di una cultura della pace e presieduto dall'assessore alla cooperazione internazionale, Simone Siliani - e che si concretizza nell'appello che vede oggi come primi firmatari il premio Nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini, e il presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti.

"Di tutte le armi queste laser sono le peggiori che si potesse immaginare. Come scienziato intendo discolpare gli scienziati, perche' la ricerca deve andare avanti, ma e' tragico l'uso che si fa della scienza", ha spiegato la professoressa Montalcini, che si e' ripromessa di "dedicare il tempo che mi rimane a combattere problemi come questo". L'appello, a cui ha gia' aderito anche il consiglio regionale toscano e che pare acquistare un senso di attualita' ancora maggiore, di fronte ai drammatici avvenimenti della ex-Jugoslavia, si impernia sulla consapevolezza che "una vasta e decisa mobilitazione dell'opinione pubblica" possa impedire la diffusione e l'impiego delle armi laser accecanti.

Un particolare invito e' rivolto a quanti hanno compiti e responsabilita' nella ricerca scientifica e nelle sue applicazioni: a loro si chiede un "rinnovato impegno perche' scienza e tecnologia siano usate non per creare nuovi strumenti di menomazione e di morte, ma per migliorare le condizioni di vita dell'intera umanita'". L'appello si rivolge anche al governo italiano, perche' - dopo la ratifica da parte del Parlamento del protocollo di Vienna (legge 290/1998) - si adoperi presso le Nazioni unite e le altre sedi internazionali per un trattato che non si limiti a vietare solo l'uso e il trasferimento delle armi laser - come il protocollo di Vienna - ma anche la produzione e la sperimentazione.

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