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Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 1997 00:11

Una voce pone interrogativi, l'altra non e in grado di spiegare. Nel mezzo un profondo silenzio, un vuotoche non si puo riempire. E' il dialogo di sguardi muti, di gesti sospesi, di parole ripetute meccanicamenteche Harold Pinter mette in scena sino al 5 dicembre al Teatro della Pergola. L'uomo e la donna interpretatida Jerzy Stuhr e Adriana Asti sono l'umanita di un secolo sconvolto da atrocita indicibili, da tragedie chenon possono essere comprese neanche in una vita di riflessione. L'Olocausto puo essere raccontato.

E perfar questo bastano immagini brevissime, lampi d'incubo ormai divenuti inconscio collettivo. Ma l'Olocaustonon puo essere capito. La dimensione di questa follia distruttiva puo essere ricordata ma non intesa dallamente umana, alla stessa maniera per cui non si possono contare le stelle in cielo. Perche questo traumairrimarginabile e la fine di Dio per mano dell'uomo, e la morte della storia. E di fronte ad esso si puo esseresoltanto testimoni muti, sembra suggerire Pinter, e se qualcuno ha parole si faccia avanti.

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