Latte: in Toscana -25% di stalle in dieci anni

Confagricoltura: “Fissare subito un prezzo minimo sostenibile”. Coldiretti chiede il rispetto dell'accordo nazionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 gennaio 2022 19:55
Latte: in Toscana -25% di stalle in dieci anni

Nelle stalle è boom rincari per gasolio, energia elettrica e mangimi ma il prezzo al litro del latte, che viene riconosciuto alle imprese zootecniche, è sempre lo stesso. E’ tutto sulle spalle degli allevatori toscani, circa 200 i “superstiti” (-25% in dieci anni e -15% di capi), principalmente concentrati tra il Mugello e la Maremma, il “peso” degli aumenti fuori controllo di materie prime e speculazioni che hanno fatto schizzare l’inflazione al 3,7% nella nostra regione. Il carrello della spesa costa di più ed più vuoto ma non certo per colpa di chi produce il latte. Il prezzo al litro alla stalla, ovvero quanto pagato agli allevatori da cooperative ed industrie, oscilla tra 0,36-0,38 centesimi al litro, ben al di sotto del costo per produrre ogni singolo litro, mentre per un cartone di latte il consumatore finale può spendere anche fino 1,70-1,80 centesimi al litro. A denunciarlo è Coldiretti Toscana.

“Lo tsunami di rincari non è ancora arrivato. Stiamo solo vedendo una parte dei consistenti aumenti che si sono abbattuti sulle imprese e sulle famiglie. – tuona Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – L’attuazione dell’accordo nazionale sul prezzo del latte non può essere disatteso. La Gdo non può fare finta di niente e girarsi dall’altra parte mentre le stalle chiudono. La Toscana sia di esempio al paese non solo negli spot ma nella sostanza. Per un allevatore 3-4 centesimi al litro fanno la differenza tra restare aperti o chiudere per sempre perché quanto una stalla chiude, chiude per sempre con gravi ripercussioni su occupazione, ambiente, paesaggio e territori spesso marginali che senza la cura dell’uomo diventano instabili e fragili”.

Nelle stalle, dove oggi la mungitura è meccanizzata, il costo della bolletta per l’energia elettrica è aumentato in due mesi del 40%, tetto destinato a salire fino al 50% a febbraio secondo una proiezione di Coldiretti; lo stesso è accaduto per i mangimi che mediamente hanno subito un rialzo del 30-40% e per il gasolio +50%. Per Coldiretti l’attuazione dell’accordo con la Grande Distribuzione Organizzata non può essere rimandato oltre.

Approfondimenti

Con la firma dell’accordo la Grande distribuzione organizzata si impegna affinché si valorizzino e si incrementino gli acquisti di latte UHT, latte fresco, yogurt e formaggi freschi e semi stagionati, tutti da latte 100% italiano, riconoscendo un premio emergenza stalle che viene corrisposto alle imprese della trasformazione per poi essere riversato integralmente agli allevatori, sino a 3 centesimi di euro al litro di latte, con una soglia massima di intervento pari a 0,41 euro/litro alla stalla, iva esclusa.

Le imprese di trasformazione, incluse le cooperative, a loro volta – continua Coldiretti - si impegnano a riconoscere agli allevatori loro fornitori un premio aggiuntivo sino a 1 centesimo di euro al litro di latte entro la soglia fissata di 0,41 euro/litro alla stalla, iva esclusa, per il latte conferito nella Regione Lombardia, parametro dal quale determinare le soglie di premio indicativo per il latte conferito nelle altre Regioni d’Italia, senza tuttavia andare a diminuire quanto già riconosciuto.

Nella contrattualistica che regola i rapporti commerciali in essere sarà inserita la dicitura “Premio emergenza stalle”. Coldiretti convocherà, la prossima settimana, una serie di incontri sul territorio con la base sociale per definire le successive azioni. 

“Per salvare il latte toscano e le aziende che lo producono va fissato un prezzo minimo che copra tutte le spese. E bisogna valorizzare il più possibile il marchio toscano”. Il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri, lancia due proposte per superare la morsa tra aumento dei costi (in particolare per l'energia) e prezzo alla stalla fisso che sta stringendo al collo gli allevatori.

“Se andiamo avanti così – spiega Neri – in Toscana rischiano di chiudere tante stalle e di conseguenza tante aziende, senza contare il progressivo abbandono dei pascoli: sarebbe un incalcolabile danno economico, sociale e anche di cura del territorio. Bisogna intervenire”.

Da qui le due proposte di Confagricoltura: “Bene il tavolo aperto dalla Regione, ma adesso servono atti concreti. La Regione potrebbe fare un bando di valorizzazione del marchio toscano che valorizzi la nostra filiera, un'azione di marketing territoriale che riaprirebbe il mercato del latte fresco in sofferenza per la concorrenza di quello a lunga conservazione. Nell'immediato noi crediamo che sarebbe necessario fissare, per il latte al litro alla stalla, un prezzo che garantisca la sostenibilità economica delle nostre aziende. Altrimenti rischiamo di perdere pezzo dopo pezzo un patrimonio toscano”. 

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