Violenza sulle donne: fenomeno strutturale, non episodico

A Pistoia attivo un crowdfunding tematico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2016 19:06
Violenza sulle donne: fenomeno strutturale, non episodico

Firenze – Il Consiglio regionale aderisce alla campagna ”#drapporosso contro il femminicidio” ed impegna la Giunta ad attivare un tavolo di confronto, che coinvolga gli assessorati regionali interessati, la Commissione regionale per le pari opportunità, i Coordinamenti toscani dei centri antiviolenza e gli altri soggetti istituzionali competenti, per mettere in atto “un’efficace strategia di prevenzione, sensibilizzazione, contrasto e aiuto alle vittime di violenza in modo omogeneo su tutto il territorio toscano”. Lo ha deciso mercoledì a maggioranza l’assemblea di Palazzo Panciatichi, che ha approvato una mozione presentata dall’intero gruppo Pd.

Il gruppo Lega Nord ha votato contro. La Giunta regionale dovrà anche attivarsi presso il Governo per la piena applicazione di quanto previsto dalla Convenzione di Istanbul, che ha riconosciuto la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani, e perché sia avviato un processo di cambiamento socio-culturale, mediante specifici piani di offerta formativa ispirati ai principi di pari opportunità, all’educazione alla parità tra i sessi, alla prevenzione della violenza di genere.

E’ stata Alessandra Nardini, prima firmataria della mozione, ad illustrare il testo in aula, sottolineando che la violenza sulle donne, nella nostra società, si configura come un “fenomeno strutturale, radicato, culturale, non episodico o emergenziale”. In Toscana le donne che si sono rivolte ad un centro antiviolenza dal 1°luglio 2009 al 30 giugno 2015 sono state 13.461, di cui 2.597 nuovi accessi dal 1° luglio 2014 al 30 giugno 2015. Nel 2014 le donne uccise nella nostra regione sono state 12, portando ad un totale di 77 le vittime dal 2006 al 2014.

Sono oltre 7 mila i minori che negli ultimi cinque anni hanno assistito ad un fenomeno di violenza familiare. “Non è accettabile che persistano tra i giovani pregiudizi, stereotipi e si ritenga la violenza sulle donne come frutto di un raptus momentaneo – ha affermato Nardini – Neppure può essere giustificata o legittimata dal ‘troppo amore’, negando quindi il rispetto dell’altra, la sua autonomia e libertà”.“Si dà finalmente atto della necessità di lavorare sulla scuola, la famiglia, l’educazione all’affettività, la gestione dei conflitti – ha osservato Paolo Sarti (Si – Toscana a sinistra), annunciando il voto favorevole – I centri antiviolenza sono indispensabili, ma sono la cura degli effetti della cattiva educazione maschile.

Non dobbiamo mettere più luce nei parchi, ma più luce nella testa degli uomini”. “Questa mozione va molto oltre il problema della violenza sulla donna – ha osservato Elisa Montemagni(Lega Nord), dichiarando il voto negativo – Si parla della parità tra i sessi, ma non siamo uguali. L’unica cosa che andrebbe introdotta a scuola è l’ora di educazione civica”.

Il Comune ripristini tutti gli organi di parità previsti dalla legge ma che sono stati soppressi o rimangono inattuati, come la commissione per le Pari Opportunità, quale commissione autonoma e non accorpata con altre, e la ‘consigliera di fiducia’, non ancora nominata. E promuova, nelle scuole di ogni ordine e grado, progetti educativi finalizzati al rispetto e alla valorizzazione delle diversità per una cultura del rispetto dell’altro e della non violenza. Sono alcune delle richieste avanzate, in una mozione, dal gruppo consiliare Firenze Riparte a Sinistra con Sinistra Italiana-Firenze a Sinistra-Rifondazione Comunista e la Rete Donne di Sinistra Italiana «per spingere tutte le istituzioni a realizzare politiche concrete contro la violenza maschile sulle donne». «I dati ISTAT, ormai datati al 2006 – si sottolinea nel documento – ci dicono che 6.743.000 sono state le donne, tra i 16 e i 70 anni, che hanno subito violenza fisica o sessuale.

Cifre ormai non aggiornate e certo sottostimate, poiché la violenza domestica è assai difficile da far emergere. Nonostante il dilagare del fenomeno, i centri antiviolenza e le case rifugio, senza finanziamenti certi, non possono andare avanti e sono costretti a ridurre le loro attività e, in alcuni casi, anche a chiudere».Secondo i firmatari della mozione «dato che è ormai riconosciuto che quello della violenza maschile sulle donne è un fenomeno che affonda le sue radici in un radicato modello culturale», è «necessario e urgente agire sull’educazione, la formazione e la prevenzione, dando applicazione alla Convenzione di Istanbul (che l’Italia ha ratificato) e inserendo l’educazione sessuale ed affettiva nelle scuole di ogni ordine e grado, applicando il Codice Polite (che festeggia i venti anni di nascita) ai contenuti dei libri di testo, per escludere atteggiamenti e linguaggi sessisti e contrastare gli stereotipi di genere». Al Governo a alle Regioni si chiede, infine, «di mettere a disposizione i fondi (previsti dalla Legge n.77 del 2013 sul femminicidio) per il Piano Nazionale contro la violenza alle donne; di applicare la Convenzione di Istanbul; di aumentare le risorse per le strutture di “rifugio”; di garantire misure di protezione psicologica ed economica alle vittime di violenza; di fornire un’adeguata formazione a operatrici e operatori sanitari, insegnanti e forze dell’ordine; di impegnarsi a sostenere l’approvazione della legge sull’educazione sentimentale nelle scuole che ha iniziato solo adesso il suo iter parlamentare».

La mozione sarà inviata anche ai consiglieri degli altri comuni della Città Metropolitana di Firenze chiedendo a tutti di condividerla nei rispettivi Consigli comunali.

Il territorio di Pistoia tra i primi in Toscana ad aderire all' innovativa modalità di raccolta fondi dove è il cittadino ad essere coinvolto attivamente su ciò che la Pubblica Amministrazione può fare per il bene della propria comunità e territorio. Si chiama “Sostieni l’idea” l'iniziativa di Anci Toscana che propone un percorso strutturato di civic crowdfunding realizzato da una Pubblica Amministrazione (PA) quale primo esempio di processo collaborativo istituzionale, dove è possibile creare e finanziare i progetti e le idee dei cittadini, con particolare attenzione ai settori del sociale e dell'ambiente.

Obiettivo, migliorare il benessere della comunità con particolare attenzione alle esigenze dei giovani, delle donne, e delle fasce di popolazione debole. Prima in Italia, Anci Toscana lancia questa forma innovativa di raccolta fondi realizzata dai Comuni con il sostegno della Regione per finanziare idee e proposte dei cittadini. Una piattaforma già operativa on line pubblica i progetti che gli stessi cittadini, anche riuniti in associazioni, possono proporre all’amministrazione; dal sito è poi possibile per chiunque consultare le proposte ed eventualmente offrire il proprio contributo per la loro realizzazione.

Con pochi clic si può donare qualsiasi cifra che alla fine, mattone dopo mattone, potrà essere decisiva per avviare nel proprio Comune una iniziativa importante: da un laboratorio informatico per i ragazzi e anziani alla pet therapy per i disabili, da un centro d’ascolto per le donne in difficoltà ad una serie di lezioni per imparare a fare l’orto: le idee possono essere mille, purchè siano utili alla propria comunità. Tale percorso fa leva sul valore affettivo di una comunità verso il proprio territorio di appartenenza, e rafforza i rapporti e il senso d’appartenenza del cittadino verso il proprio ambiente.

È il caso del territorio pistoiese dove è attivo il progetto di crowdfunding “Open Day” dell'associazione 365giornialfemminile con sede a Montecatini che si impegna per favorire la crescita di nuovi modelli culturali capaci di fronteggiare la violenza contro le donne.

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