Da promessa della Fiorentina a re degli allestimenti: Antonello Masala

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 marzo 2002 14:45
Da promessa della Fiorentina a re degli allestimenti: Antonello Masala

Quando nel 1975 fu acquistato per 150 milioni dalla Fiorentina di Giancarlo Antognoni, parecchi gridarono allo scandalo dal momento che mai, in precedenza, una cifra simile era stata pagata per un ragazzino di appena 16 anni. Ma Antonio Salvatore Masala , Antonello per gli amici, era considerato più che una promessa. Veniva dalla nazionale sarda ed era un talento vero, la controfigura esatta di Antognoni. Anche lui, per citare Gianni Brera, giocava guardando le stelle e dimostrò presto di meritare il costoso investimento sbancando con la maglia viola due prestigiosi tornei di Viareggio.
E’ nato a Olbia nel ’59 da una famiglia di piccoli commercianti (il padre gestiva un negozio di prodotti alimentari) e con il pallone al piede divenne presto un eroe del calcio giocato in strada, tra case di periferia e macchine che sfrecciano.

I compagni lo apprezzavano, gli avversari lo temevano e intanto lui si faceva largo a suon di assist e di gol fino a diventare titolare nell’Olbia e nella rappresentativa sarda al fianco del goleador baffuto Pietro Virdis.
Fu a quel punto che il Cagliari allenato da Beppe Chiappella se ne accorse. Lo cercarono, lo testarono e lo persero. C’è che in quei giorni lo tenevano d’occhio anche gli esperti della Fiorentina. Che furono forse più scaltri, senz’altro più veloci. A convincerlo ci pensò quel vecchio campione di Egisto Pandolfini.

E fu così che Masala lasciò la sua bella isola e si trasferì in continente. Lo stipendio: 500 mila lire al mese, vitto e alloggio.
A Firenze il giovanissimo Antonello si guardò rapidamente intorno. Una gioia straordinaria giocare in una grande squadra, una soddisfazione inebriante sentirsi famoso, con le foto sui giornali e la gente che ti riconosce e che ti ammira. Di che perdersi, in assenza di anticorpi. E il ragazzino li aveva, per fortuna. La vita gli aveva già insegnato che esistono altri valori al di là del calcio, che occorre temperamento, iniziativa e che la fortuna uno se la fa con le sue mani.

In ogni circostanza.
Questa particolare consapevolezza gli tornò essenziale quando la fortuna gli girò le spalle. Era il 1978 e un grave infortunio lo mise KO per molti mesi. In realtà l’incidente ne aveva tutt’altro che compromesso la carriera. Non aveva neanche 20 anni e il tempo per recuperare bene c’era tutto. Lui avvertì però che qualcosa in testa s’era irrimediabilmente rotto e che ricominciare non aveva senso. “Se devo comunque smettere a 30 anni”, pensò, “tanto vale che lo faccia subito”.

E smise.
Poteva tornare a Olbia, ma volle restare a Firenze (aveva conosciuto la futura moglie) e per guadagnarsi la vita si avvitò in una spirale di attività diverse: prima assicuratore, poi consulente finanziario, infine organizzatore di viaggi sportivi legati al calcio. La svolta arrivò con le sedie. A venderle si guadagnava bene, ma si guadagnava ancora di più affittandole. Masala lo scoprì ben presto e il passo successivo fu di noleggiare, con le sedie, i tavoli. Da allora è stato un crescendo di iniziative e acquisizioni.

Grazie a un indubbio intuito e a una decisa intraprendenza, in pochi anni è nato uno dei gruppi leader nel settore degli allestimenti.
Oggi, a 42 anni, Antonello Masala dice di sé: “Forse la sfortuna è stata la mia fortuna. Ho una bella famiglia, tre figli straordinari, un’azienda importante e la soddisfazione di dare lavoro a tanta gente. Se non mi fossi fatto male, sarei probabilmente uno dei tanti ex calciatori dimenticati e magari senza un soldo. La morale tiratela da soli”.

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