In Toscana i medici di famiglia sono oberati di lavoro e le liberatorie Covid stentano ad arrivare. La situazione è nota a molte persone, per esperienza diretta o di qualche parente o amico. Il gruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale evidenzia questa situazione con una nota.
“I medici di famiglia - evidenziano Torselli, Capecchi, Fantozzi, Petrucci e Veneri - sobbarcati di migliaia di pratiche e richieste di tamponi, i cittadini costretti ad attese di giorni e giorni per avere l'esito dei test e intere famiglie - ormai guarite - in attesa di una liberatoria che non arriva mai nei tempi indicati dai dpcm e dalle ordinanze regionali. Questa è la situazione che stiamo vivendo in Toscana, denunciata ieri anche dagli stessi medici di famiglia”.
“Non passa giorno - proseguono Torselli, Capecchi, Fantozzi, Petrucci e Veneri - senza scoprire che la macchina organizzativa messa in piedi per fronteggiare la crisi sanitaria sia malfunzionante. Durante l'ultimo Consiglio regionale abbiamo fatto notare al Presidente Giani come abbia perso un mese di tempo nelle lotte interne al centrosinistra, anziché nominare, un minuto dopo essere stato eletto governatore, l'assessore alla sanità. La risposta di Giani è stata che la sanità fino ad oggi è stata gestita direttamente da lui: bene! Anzi male, molto male, se questi sono i frutti del suo lavoro!”.“Mentre il numero di positivi cresceva in modo esponenziale ogni giorno - concludono i consiglieri di FDI - Giani e i partiti di maggioranza erano chiusi nei palazzi a discutere di poltrone.
Intanto il sistema sanitario toscano è fermo, i medici e molti reparti sono indaffarati nel gestire la crisi Covid e di conseguenza viene meno la quotidiana attenzione per le altre patologie. Veniamo a sapere ogni giorno di interventi ordinari che non vengono eseguiti nei presidi sanitari toscani, mettendo così a rischio la salute dei cittadini. Ma non è finita qui. Le persone sono chiuse in casa in attesa di sapere se sono ancora positive oppure aspettando un semplice foglio che non arriva. Così perdono giornate di lavoro e stipendio.
Con il buonsenso e un ascolto adeguato dei professionisti, molte difficoltà potrebbero essere superate. Per occuparsi dei tamponi, infatti, non servono medici, ma sarebbe sufficiente anche il personale amministrativo”.