SAN CASCIANO IN VAL DI PESA, 2 dicembre 2025. Al Museo “Giuliano Ghelli” di San Casciano in Val di Pesa è di scena la grande pittura che costruisce e riscopre un ponte ‘floreale’ tra i secoli che tocca e investe l’età della ragione e si lascia attraversare dai valori garibaldini dell’Unità d’Italia. Una galleria di quaranta opere ‘mai viste’, capolavori inesplorati che hanno impresso un segno indelebile nella cultura nazionale intrecciando arte, natura, patriottismo risorgimentale, ritrattistica femminile. E che intraprendono un viaggio inedito, un cammino che porta dipinti, disegni e incisioni nati tra diciottesimo e diciannovesimo secolo al di fuori delle abitazioni private dei sancascianesi e dei collezionisti italiani per tradursi in un patrimonio collettivo da ammirare tra le sale del Museo “Giuliano Ghelli”, fulcro culturale e spazio espositivo tra i più rilevanti della Toscana.
Nella fucina artistica, posta al centro della via della Cultura di San Casciano, da venerdì 5 dicembre, prenderà forma la mostra “Con l’occhio del botanico. I fiori nell’arte toscana dell’Ottocento dai Bezzuoli al sancascianese Tito Chelazzi”, curata da Michele Amedei e aperta fino all’1° marzo 2026.
Cuore inedito del nuovo viaggio nell’arte proposto dal museo civico sancascianese è il rapporto tra natura e dimensione umana, condensato nella prima rassegna dedicata alla pittura floreale toscana dell’Ottocento. A testimoniarlo sono le opere di artisti quali i fiorentini Luigi (1750-1820) e Giuseppe Bezzuoli (1784-1855), il massimo rappresentante del Romanticismo nella Toscana della prima metà dell’Ottocento, nonché il sancascianese Tito Chelazzi (1834-1892), considerato al tempo come il «primo pittore fiorista che vanti adesso l’Italia». La mostra espone una selezione di disegni, dipinti e incisioni, la maggior parte dei quali esposti al pubblico per la prima volta e provenienti da collezioni private e dal Kunsthistorisches Institut di Firenze.
E’ il Comune di San Casciano in Val di Pesa a sostenere, promuovere e allestire questa importante operazione culturale che segue il successo di altri due percorsi espositivi di ampio respiro, come la mostra dedicata al pittore seicentesco Jacopo Vignali e la personale che ha messo a fuoco la produzione dell’artista vissuto nell’Ottocento Stanislao Pointeau, allestimenti che videro la collaborazione de Le Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze, nell'ambito del progetto Terre degli Uffizi, Musei diffusi.
“La rappresentazione pittorica del bouquet, – dichiara il curatore Michele Amedei – inteso come composizione floreale legata alla bellezza naturalistica e allegorica, raffigurata in ambienti interni ed esterni, è il fil rouge, l’elemento che ricorre nella mostra e che unisce gli artisti che portiamo per la prima volta tra le sale di un museo, i Bezzuoli e Tito Chelazzi, uniti dall’amore, quasi scientifico, per la natura, i fiori e il loro significato nell’importante momento storico in cui operano i pittori”.
“Si tratta di una mostra davvero originale – prosegue il curatore nella descrizione della mostra - che si apre a diversi piani di lettura e che offre la possibilità di conoscere opere rappresentative e rivelatrici che, da un lato, mostrano un’attenzione lenticolare, frutto di un’osservazione che avviene appunto “con l’occhio del botanico”, dall’altro sono attraversate dalla presenza latente di un’Italia che si identifica con la rinascita e con tutto ciò che simboleggia il fiore”.
“Un altro aspetto sottile che rivela la mostra – continua il curatore Amedei - è il richiamo alla Giovine Italia, al senso patriottico e ai valori garibaldini che l’arte viveva in quel periodo, visibile nelle cromie, nei tessuti, nei fiori e di cui Tito Chelazzi, attivo sostenitore dell’Unità d’Italia, avendo partecipato ad una battaglia del Risorgimento, si fa straordinario testimone e rappresentante”.
“Siamo orgogliosi di ospitare una mostra di altissimo profilo culturale che ha per tema il genere della pittura floreale tra la fine del Settecento e gli anni novanta dell’Ottocento – dichiara il sindaco Roberto Ciappi – e che vuole rendere omaggio ad un grande pittore nostrano, apprezzato dai sancascianesi tanto che in molti conservano una opera firmata da Chelazzi nelle proprie case, un ringraziamento va dunque a tutti coloro che hanno messo a disposizione i dipinti per la realizzazione di questo percorso espositivo. Un evento che vuole mettere in primo piano l’opera del sancascianese, come primo pittore fiorista del nostro Paese”.
“Il progetto culturale– specifica l’assessora alla Cultura Sara Albiani – si compone anche di un programma di eventi collaterali che accosta occasioni di approfondimento sulla tematica floreale nella pittura ottocentesca, guidate da esperti, storici e docenti universitari, visite guidate al fianco del curatore ed un campus per i più piccoli e le più piccole in cui i e le partecipanti potranno sperimentare il loro approccio artistico al mondo dei fiori. Un’occasione davvero unica che mira ad aprire il linguaggio dell’arte naturalistica di Tito Chelazzi a tutta la comunità e stimolare la partecipazione delle famiglie e delle nuove generazioni”.
La mostra è arricchita da una serie di iniziative tematiche dedicate al mondo dei fiori e al loro rapporto con l’arte e la letteratura, oltre che al ruolo di Chelazzi nelle battaglie risorgimentali. Gli interventi, a cura di Michele Amedei, Anna Donatelli (Università degli Studi di Firenze), Giovanni Occhini e Christian Satto (Università per Stranieri di Siena), in programma il 10 e il 24 gennaio, il 7 e il 21 febbraio, saranno seguiti da visite guidate in mostra tenute dal curatore.
INAUGURAZIONE
Il vernissage della mostra “Con l’occhio del botanico. I fiori nell’arte toscana dell’Ottocento dai Bezzuoli al sancascianese Tito Chelazzi” si terrà venerdì 5 dicembre alle ore 17:00 presso l’auditorium di ChiantiBanca (piazza Arti e Mestieri, 1) con una presentazione del curatore Michele Amedei e a seguire alle ore 18, taglio del nastro con il sindaco Roberto Ciappi, l’assessora alla Cultura Sara Albiani e l’apertura ufficiale dell’evento.
APPROFONDIMENTO SULLA MOSTRA
La mostra, a cura di Michele Amedei, è articolata in tre sezioni. La prima, Tra Illuminismo e Romanticismo: i fiori nell’arte di Luigi e Giuseppe Bezzuoli, introduce il visitatore al rapporto tra scienza — in particolare botanica — e arte toscana tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento. Sono esposti gli studi preparatori ideati da Luigi Bezzuoli per trattati dedicati a piante e fiori, insieme a preziose incisioni floreali francesi del Seicento appartenute allo stesso artista, tra cui una rara tavola dei Diverses fleurs mises en bouquets di Jacques Bailly (1629-1679), «peintre du Roy».
Le opere sono presentate in dialogo con i ritratti del figlio Giuseppe, tra cui il Ritratto della famiglia di Vincenzo Antinori (1834) e il Ritratto di Maddalena Giuntini Guiducci (1847), nei quali mazzi di rose, crisantemi e margherite arricchiscono l’ambiente domestico, riflettendo una società sempre più attenta al sapere scientifico e alla classificazione tassonomica del mondo vegetale. La seconda sezione della mostra, “Il primo pittore fiorista che vanti adesso l’Italia”: il pittore Tito Chelazzi, riunisce — oltre a inediti documenti che attestano la partecipazione dell’artista alle battaglie risorgimentali e a opere di pittori macchiaioli come Giuseppe Abbati (1836-1868) — una selezione di nature morte eseguite nel solco di quelle composizioni floreali (inclusi specchi decorati) particolarmente apprezzate, tra gli altri, principesse russe e da Margherita di Savoia, la quale nel 1892 acquistò presso Chelazzi alcune tele del pittore ancora oggi conservate al Quirinale.
Chiude il percorso l’ultima sezione, “I fiori”: l’ambizioso progetto editoriale dei Fratelli Treves, 1892-1894, dedicata ai raffinati volumi botanici pubblicati dai Fratelli Treves nei primi anni Novanta dell’Ottocento. Curati, tra gli altri, da Pietro Gori (1865-1911) e Angelo Pucci (1851-1934), essi furono illustrati da Chelazzi e da Arnaldo Ferraguti (1862-1925).
CICLO DI CONFERENZE, VISITE GUIDATE E CAMPUS
Il ciclo di approfondimenti, allestito presso la sala “Lucia Bagni” della biblioteca comunale di San Casciano e connesso alla mostra, di si apre il 10 gennaio alle ore 16 con la conferenza a cura di Michele Amedei (Università di Pisa) sul tema “I fiori nella pittura toscana dell’Ottocento: dai Bezzuoli a Tito Chelazzi”, il 24 gennaio alle ore 16 sarà il turno dello studioso Giovanni Occhini che interverrà con un focus su “Fiore di carta rigida”: suggestioni botaniche nella poesia italiana tra Liberty e Simbolismo.
Il 7 febbraio alle ore 16 protagonista del pomeriggio dedicato alla mostra è Anna Donatelli (Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze — Collezioni di Botanica) il cui contributo è intitolato “Il giardino di cera: i modelli botanici della Specola”. Christian Satto dell’Università per Stranieri di Siena parlerà di “Pittori in camicia rossa: Tito Chelazzi soldato di Garibaldi” il 21 febbraio alle ore 16. Al termine di ogni conferenza verrà effettuata una visita alla mostra con il curatore Michele Amedei.
Il Campus, allestito al Museo Ghelli, è in programma lunedì 29 e martedì 30 dicembre dalle ore 9 alle ore 13 e ha per titolo “Di fiore in fiore. Ispirazioni botaniche e sperimentazioni artistiche per piccoli esploratori”. E’ curato dalla Sezione Didattica AMISC e si rivolge a ragazzi e ragazze di età compresa tra i 6 e i 12 anni.
APERTURE STRAORDINARIE
Aperto con orario 10.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00 nei seguenti giorni:
lunedì 8 dicembre 2025 e martedì 6 gennaio 2026
Chiusure: 24, 25, 26 e 31 dicembre 2025 e 1° gennaio 2026
Museo Giuliano Ghelli di San Casciano in Val di Pesa (FI) Via Roma 37
INGRESSO MOSTRA
Intero 8 €, ridotto 5 €
Riduzioni/ Gruppi a partire da 15 persone, Residenti del Comune di San Casciano in Val di Pesa
Gratuito/ Bambini fino a 6 anni
INFO
Museo Giuliano Ghelli | 055 825 6385