Teatro della Toscana: una mozione chiede lo stop al declassamento

Il Consiglio regionale l'ha approvata, prima firmataria Cristina Giachi (Pd), con 21 voti a favore

Redazione Nove da Firenze
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26 Giugno 2025 23:55
Teatro della Toscana: una mozione chiede lo stop al declassamento

Firenze – Al centro del dibattito in Consiglio regionale il Teatro della Toscana, o meglio il ventilato declassamento dello stesso, grazie ad una mozione, originariamente presentata dal Partito democratico, prima firmataria Cristina Giachi (Pd), approvata a maggioranza, con 21 voti a favore (Pd e Gruppo misto - Europa verde) e 6 contrari (FdI, Lega e Gruppo misto – Merito e lealtà).

L’atto, esprimendo forte preoccupazione per le conseguenze che il succitato declassamento potrebbe determinare sul piano culturale, sociale ed economico, impegna la Giunta regionale ad attivarsi nei confronti del Governo affinché sia garantita la massima trasparenza sui criteri e sulle motivazioni che hanno condotto alla decisione assunta dalla commissione consultiva, ed affinché sia promossa con determinazione ogni azione utile ad ottenere la revisione della decisione e il ripristino del riconoscimento del Teatro della Toscana, quale teatro nazionale.

Nel merito la mozione ricorda come il Teatro della Toscana, che si configura come istituzione policentrica che integra il Teatro della Pergola di Firenze, il Teatro Era di Pontedera e il Teatro Rifredi di Firenze, sia uno dei sette teatri nazionali riconosciuti dal Ministero della Cultura nell’ambito del sistema dei Teatri di rilevante interesse culturale. L’atto, inoltre, fa riferimento alle notizie emerse dalla stampa secondo le quali la commissione consultiva per il Teatro operante presso il Ministero della Cultura avrebbe recentemente assunto una decisione volta al declassamento del Teatro della Toscana da Teatro nazionale a Teatro di città, con conseguente riduzione del contributo statale assegnato, pur avendo la stessa commissione approvato le attività solo pochi mesi prima.

La mozione, infine, facendo riferimento al forte allarme manifestato da operatori culturali, istituzioni e comunità locali, ribadisce come la Regione Toscana abbia sempre sostenuto il sistema teatrale regionale, e in particolare il ruolo del Teatro della Toscana quale elemento strategico per la promozione culturale ed educativa del territorio e come punto di riferimento per la diffusione della cultura teatrale.

Approfondimenti

Cristina Giachi (Pd), dopo aver spiegato che la mozione nasce dalla notizia del probabile declassamento, “annunciato ma non confermato”, del Teatro della Toscana, ha ribadito che si sta parlando del Teatro più antico all’italiana. “Chiediamo trasparenza e vogliamo capire cosa sta accadendo”, ha continuato, ricordando le dimissioni di tre componenti su sette – dalla commissione ministeriale – e le parole del Ministro Giuli che ribadisce il valore assoluto del Teatro.

Secondo Andrea Ulmi (gruppo Misto – Merito e Lealtà) occorre leggere la vicenda non politicamente ma concentrandosi sui bilanci. Di altro avviso Francesco Gazzetti (Pd) che ha parlato di “vento brutto che soffia” e della necessità di non abbassare la guardia, pur non volendo credere ad una specifica volontà politica.

Silvia Noferi (Gruppo Misto – Europa Verde), ringraziando per la mozione, “da me sottoscritta molto volentieri”, ha ribadito la necessità di sapere le reali motivazioni dell’eventuale declassamento, di un teatro dalla straordinaria stagione culturale.

Per Giovanni Galli (Lega), invece, si sta facendo un processo alle intenzioni: “non è corretto fare una mozione su una questione non confermata”.

Andrea Vannucci (Pd) ha ricordato che stiamo parlando del “più antico teatro all’italiana del mondo, di un soggetto vivo che fa produzione culturale di qualità”: “lasciamo perdere le polemiche politiche e riconosciamo le istituzioni del Paese”, ha concluso.

Secondo Diego Petrucci (FdI), invece, “la sinistra si arroga il diritto di decidere chi può fare cultura, spalmando però i debiti sulla collettività”.

Giuli è davvero in confusione quando dice che la Pergola è un teatro di respiro nazionale e non può essere un teatro locale, però la Commissione ministeriale lo ha appena declassato da teatro nazionale a teatro locale. Dice poi che la Pergola negli anni ha avuto un decadimento, ma lui si era espresso pubblicamente affinchè rimanesse la precedente gestione. Infine, sul Teatro del Maggio, rivendica l'ottimo operato della Fondazione e fa bene, ma il sovrintendente Fuortes - che sta facendo un lavoro eccezionale - fu scelto dal territorio con la contrarietà del rappresentante del ministero nel Consiglio di indirizzo.

Tuttavia, prendiamo atto dell’apertura del ministro Giuli sul riesame dell’assurda decisione di declassamento del Teatro della Pergola e auspichiamo che molto presto questa scelta così insensata sia cancellata.Il ministro invece di vivere con sofferenza autonomia e indipendenza delle fondazioni, difenda la cultura libera perché in quel caso il nostro Paese ne trarrà soltanto un vantaggio” dichiara il deputato dem Federico Gianassi.

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