Superticket di 10 euro sulla digitalizzazione abolito dal 1 aprile 2019

Il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi): “Finalmente Rossi e Saccardi si sono decisi. Raschiano il barile per recuperare consensi”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 dicembre 2018 08:16
Superticket di 10 euro sulla digitalizzazione abolito dal 1 aprile 2019

FIRENZE - Dal 1° aprile 2019 la Regione Toscana abolirà il superticket di 10 euro sulla digitalizzazione. Lo prevede una delibera approvata ieri nel corso della seduta straordinaria della giunta regionale, e illustrata stamani dal presidente Enrico Rossi e dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi nella conferenza stampa di fine anno. La delibera, dedicata soprattutto alle esenzioni per disoccupati, lavoratori in cassa integrazione e in mobilità, fa cenno anche all'avvio del percorso di eliminazione del contributo sulla digitalizzazione introdotto nel 2012. Viene prevista la costituzione di un apposito gruppo di lavoro per completare l'iter necessario per rendere la misura operativa dal 1° aprile 2019.

"Con questa delibera - ha spiegato l'assessore Saccardi -, oltre a rinnovare una serie di esenzioni che ormai da tempo fanno parte delle scelte della Regione Toscana, abbiamo anche delineato un percorso per eliminare, dal 1° aprile 2019 (il tempo necessario per l'adeguamento dei sistemi informatici e per l'organizzazione), il contributo di 10 euro per la digitalizzazione".

Il contributo era stata inserito in seguito alla Finanziaria del 2011, che imponeva alle Regioni un gettito, attraverso l'adozione di superticket. La Toscana introdusse i ticket aggiuntivi, facendo però la scelta di graduarli in base al reddito, ed esentando dal pagamento le famiglie con reddito inferiore ai 36.000 euro. Nel 2012 introdusse il contributo di 10 euro per la digitalizzazione, da applicare a tutte le prestazioni di diagnostica per immagini (Rm, Tc, ecografie, Rx, scintigrafie). Un contributo dovuto da tutti gli utenti (fino a un massimo di 30 euro l'anno) e applicato anche alle prestazioni erogate in pronto soccorso a cui non consegue il ricovero.

"Questo contributo ci sembrava ormai anacronistico - chiarisce Stefania Saccardi - Quindi abbiamo deciso di abolirlo, in questa fase difficile in cui il governo promette di togliere il superticket, ma ancora non ha fatto nessun atto. L'ideale sarebbe stato metterlo nella Finanziaria, Invece, niente. Siamo curiosi di vedere con che provvedimento lo eliminerà. A livello nazionale, il superticket costa quasi mezzo miliardo, oltre 400 milioni".

In Toscana, il contributo di 10 euro per la digitalizzazione pesa sul bilancio della sanità per oltre 18 milioni (circa 12,5 milioni per le prestazioni ambulatoriali, 5 per il pronto soccorso). "Un provvedimento importante, quello di eliminarlo - sottolinea Saccardi -, accompagnato anche da quello sulle esenzioni per molte categorie".

Confermata per il 2019 l'esenzione per disoccupati, cassintegrati, lavoratori in mobilità

La delibera conferma anche per l'anno 2019 l'esenzione dalla partecipazione alla spesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate in favore dei lavoratori e loro familiari a carico, residenti in Toscana, disoccupati, in cassa integrazione e in mobilità. Questi i requisiti:

- disoccupati e familiari a carico che abbiano cessato un lavoro dipendente o autonomo, in possesso di Dichiarazione di immediata disponibilità presentata al Centro per l'Impiego di competenza, con reddito del nucleo familiare fiscale fino a 27.000 euro (codice esenzione E90);

- lavoratori collocati in cassa integrazione o in contratto di solidarietà difensivo e familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare fiscale con reddito fino a 27.000 euro (codice esenzione E91);

- lavoratori in mobilità e familiari a carico iscritti nelle liste di mobilità, in possesso della Dichiarazione di immediata disponibilità presentata al Centro per l'Impiego di competenza, appartenenti ad un nucleo familiare fiscale con reddito complessivo fino a 27.000 euro (codice esenzione E92).

Inoltre la delibera proroga la validità delle attestazioni rilasciate ai cittadini toscani, ai fini della compartecipazione sanitaria, sulla base dell'ISEE, nell'anno 2018, fino al 31 marzo 2019.

Finalmente la Giunta si è decisa a togliere almeno un ticket. Abbiamo contestato tale odioso balzello fin dalla sua nascita. Ora che ci avviciniamo alle elezioni, Rossi e Saccardi stanno raschiando il barile pur di recuperare consensi ma i toscani non si scorderanno certamente per quanti anni hanno dovuto pagare la tassa. Una marchetta elettorale, sono alla disperazione” commenta il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi).

“La Toscana ha un primato ben poco invidiabile in sanità -afferma il consigliere di Sì-Toscana a Sinistra, Paolo Sarti- che è proprio quello di essere stata l’unica Regione ad adottare il ticket sui referti in forma digitale ( il classico cd con i risultati diagnostici). Dopo sei anni, registriamo questa importante retromarcia e auspichiamo che, al più presto, oltre alle prime anticipazioni, arrivi un atto concreto. Questo ticket rappresenta un ulteriore forma di ingiustizia per i cittadini, una vera “tassa sulla salute”, oltretutto si applica a tutti, anche a chi è esente da tutti gli altri ticket per motivi di patologia o di reddito, e deve essere pagato persino se si accede al pronto soccorso in codice rosso!” “La nostra posizione -continua Sarti- è più in generale di profonda revisione del sistema dei ticket sanitari.

Nella mozione, approvata a settembre, il Consiglio impegna la giunta anche a rimodulare le fasce di reddito dei super ticket su farmaci e prestazioni specialistiche abolendo quelle intermedie e un impegno della Regione a livello nazionale per l’abolizione di ogni ticket sanitario. Registriamo comunque l’apertura della maggioranza a rimettere in discussione questo sistema”. “La Toscana potrebbe allargare la platea degli esenti Isee come fatto dall’Emilia Romagna (prevedendo la quota aggiuntiva solo per i redditi sopra a 100 mila euro annui).

I ticket erano stati pensati per scoraggiare il fenomeno dell’abuso di prestazioni, ma questo problema lo si affronta su un altro versante: vigilando e contrapponendo al consumismo diagnostico l’appropriatezza prescrittiva”, conclude Sarti.

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