Scuola-lavoro: il ministro Giannini a Firenze

Emergenza su assistenza alunni, apertura istituti, lavoro delle segreterie: carenza di personale Ata nelle scuole fiorentine (circa 40 unità in meno dell'anno scorso)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2015 21:53
Scuola-lavoro: il ministro Giannini a Firenze

Firenze, 2 dicembre 2015- Almeno 400 ore negli istituti professionali e 200 ore nei licei: per la prima volta la Buona Scuola apre agli studenti una finestra sul mondo del lavoro. Opportunità da sfruttare con nuove forme d’orientamento e con percorsi di alternanza scuola-lavoro che giovedì 3 dicembre saranno al centro del Terzo forum economico italo-tedesco, organizzato da Camera di Commercio Italiana per la Germania (ItKam) e Camera di Commercio di Firenze nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a partire dalle 9. Sarà direttamente il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, a tratteggiare come sarà declinata in Italia quella formazione duale che in Germania è una realtà consolidata da oltre 50 anni, mentre il presidente di Unioncamere Ivanhoe Lo Bello e il vicepresidente Leonardo Bassilichi sottolineeranno, secondo l’'esperienza tedesca, la centralità del sistema camerale in questo processo. Presenti al forum l’ambasciatore tedesco in Italia Susanne M.

Wasum-Rainer, il presidente di ItKam Emanuele Gatti, il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi, l’assessore regionale alla formazione Cristina Grieco, il vicesindaco di Firenze Cristina Giachi, i rappresentanti di scuole e aziende dove il sistema duale è una realtà consolidata, esponenti del mondo imprenditoriale e sindacale. Fra i relatori che racconteranno esperienze aziendali di alternanza scuola-lavoro Carlos Gonzaga di Deutsche Bank, W.

Michael Kühne della DLA PIPER, Roberto Zecchino di Bosch, Reinhard Uppenkamp di Menarini, Sabine Rothenberger di Rothenberger Holding, Cristina Cofacci di Enel, Simone Zeloni di GE Oil & Gas e Umberto Tossini di Lamborghini. Sarà possibile seguire la giornata in live streaming sui siti di Camera di Commercio di Firenze, PromoFirenze e ItKam e commentare la diretta twitter all’hashtag #itdeforum. Partecipare al forum è gratuito.

Nelle scuole fiorentine, per la carenza dei collaboratori scolastici, si vivono situazioni di emergenza nei servizi di pulizia e nell'assistenza degli alunni e dei disabili. In passato è successo che siano stati i lavoratori socialmente utili o addirittura il cuoco della mensa ad aprire le scuole. Quest'anno, per farlo, ci sono collaboratori scolastici che aprono più di un istituto nella stessa mattina, e a volte può toccare anche ai docenti referenti. Nel comprensivo di Fiesole succede anche che nella mezz'ora di pausa degli assistenti la Direzione sconsigli agli insegnanti di mandare i bimbi in bagno, o in alternativa di accompagnarli e cercare compresenze coi colleghi.

E ancora: si rischiano ritardi nel pagamento degli stipendi e negli adempimenti amministrativi perché per le segreterie non sono previste supplenze. Sono solo alcuni dei disagi (sventati spesso grazie a soluzioni straordinarie e poco ortodosse adottate caso per caso grazie alla disponibilità dei lavoratori) emersi oggi all'assemblea del personale Ata delle scuole fiorentine (dove il personale Ata è ridotto di una quarantina di unità rispetto all'anno scorso), organizzata nell'auditorium di Cisl Toscana in via Dei da Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal e Cobas Firenze.

Per questo, Paola Pisano (Flc Cgil Firenze) e Claudio Gaudio (Cisl Scuola Firenze) chiedono “al Ministero e all'Usr di aumentare il numero dei collaboratori scolastici, non si tratta neanche di grandi numeri. E poi occorre dare la possibilità di sostituirli: basta col blocco delle nomine dei supplenti per i primi sette giorni di assenza. Ma questa è Buona Scuola o scuola alla buona?”. Aggiungono i due sindacalisti: “Ci rivolgiamo anche ai sindaci del territorio: fate questa battaglia con noi.

Anche perché serve anche una riflessione sui plessi: non siamo certo noi quelli che vogliono chiudere le scuole o ridurre la presenza delle stesse nel territorio, ma con questi numeri di personale Ata è dura tenere aperti e si rischianoaccorpamenti. Ma se lo Stato ci crede, deve aumentare il personale dei collaboratori scolastici”.

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