Ristoratori Toscana annuncia la marcia sulla sede del Governo

Dopo le le violenze verificatesi a Napoli, Naccari: «Il premier deve ascoltarci». Intanto una parte del gruppo annuncia la chiusura: «Impossibile rimanere aperti in queste condizioni. I fatturati sono calati del 90%». Il presidente del Consiglio regionale della Toscana Mazzeo: "Dobbiamo avere la consapevolezza che è fondamentale mettere al primo posto la tutela della salute"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 ottobre 2020 20:09
Ristoratori Toscana annuncia la marcia sulla sede del Governo

Firenze, 24 ottobre 2020- Hanno destato sconcerto gli episodi di guerriglia e di violenza che si sono verificati a Napoli per protestare contro le misure regionali a contrasto del Covid-19.

"Nessuno di noi vuole nuovi lockdown e capiamo bene la rabbia che l'ipotesi di questa prospettiva può generare, ma proprio per questo, e per scongiurare nuove chiusure totali che avrebbero conseguenze sociali ed economiche drammatiche, tutti dobbiamo avere la consapevolezza che è fondamentale mettere la tutela della salute al primo posto" Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo ricorda che "da mesi ribadiamo l'importanza di usare la mascherina, mantenere le distanze, curare la propria igiene lavando spesso le mani e rispettare le regole.

Questa non è 'dittatura' - afferma, - ma l'unica strada che consente di tutelare se stessi e gli altri". Secondo Mazzeo, l'aumento costante del numero dei contagi "ci dice che non possiamo permetterci sottovalutazioni e che dobbiamo assolutamente preservare i nostri ospedali e il diritto per tutti di essere curati". "Insieme possiamo uscirne anche stavolta - conclude - e noi lavoreremo giorno dopo giorno sia come Consiglio Regionale sia con il presidente Giani e il governo, per garantire misure di sostegno adeguate a tutti coloro che saranno più colpiti da questa drammatica crisi".

Intanto Ristoratori Toscana annuncia per il 4 novembre, il giorno dell'Alluvione, dietro l'hashtag #contearriviamo, diventato anche lo slogan dell'iniziativa, un 'Cammino degli inessenziali' per arrivare a piedi a Roma, davanti a Palazzo Chigi. Un viaggio di circa dieci giorni che prenderà il via da Ponte Vecchio e richiamerà la manifestazione pacifica portata avanti da Mahatma Gandhi contro la tassa sul sale, passata alla storia come la 'Marcia del sale'. Su Ponte Vecchio i Ristoratori Toscana, prima della partenza, stenderanno gli striscioni con slogan che sintetizzano le proprie richieste.

Contemporaneamente, sui ponti di diverse città italiane che stanno aderendo in queste ore, i colleghi ristoratori faranno lo stesso e si uniranno simbolicamente alla manifestazione fiorentina. Subito dopo, i Ristoratori Toscana si incammineranno lungo la via Francigena, l'antica via dei pellegrini che da Canterbury porta alla Città Santa, per arrivare davanti alla sede del Governo: insieme chiederanno al premier Giuseppe Conte di essere ascoltati.

«Il nostro 'Cammino degli inessenziali' si ispira alla 'Marcia del Sale': una manifestazione pacifica e silenziosa per chiedere alle istituzioni la possibilità di poter sopravvivere. Abbiamo deciso che partiremo il 4 novembre perché questa è una data simbolica per Firenze, il giorno dell'Alluvione, della città che si rimbocca le maniche e rinasce dalle macerie. Anche noi siamo pronti a fare lo stesso, siamo pronti a stringere i denti per poi ripartire. E abbiamo scelto di far partire la nostra manifestazione da Ponte Vecchio perché il ponte è un passaggio tra un oggi drammatico e un futuro più sereno», spiega Pasquale Naccari, il presidente dell'associazione Ristoratori Toscana che rappresenta 1.000 aziende a Firenze e 15 mila in Toscana. Ai ristoratori fiorentini, si uniranno lungo il cammino, quelli di diverse città della Toscana fino ad arrivare appunto a Roma.

«Abbiamo preparato un documento con le nostre richieste da consegnare a Conte - riprende Naccari -. Noi chiediamo solo la possibilità di sopravvivere, la dignità di mandare avanti le nostre aziende e di prenderci cura delle nostre famiglie. Dopo tanti anni di sacrifici, in cui grazie al nostro lavoro, siamo riusciti a trasmettere al mondo la cultura italiana del cibo e della convivialità, vogliamo essere ascoltati. Oggi, perché domani sarà troppo tardi.

E' a rischio un intero sistema che verrà spazzato via a vantaggio dell'omologazione dei fast food». Tra le proposte, che verranno rese note il 4 novembre, la sospensione di tutte le tasse, l'abbattimento del canone di affitto, un fondo perduto per il periodo in cui ci sarà chiesto di chiudere e un credito di imposta proporzionale alle perdite di fatturato. Intanto, una parte del gruppo di imprenditori annuncia la serrata: «Lunedì in diversi imprenditori chiuderemo – sottolinea Naccari -.

In centro, ma anche fuori, i fatturati sono calati del 90%. Vogliamo far capire alle istituzioni cosa sarebbe la città senza le nostre luci accese. Le persone ormai non escono più di casa. Sia chiaro, non sindachiamo sulle scelte sanitarie, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo, ma oggi al dramma sanitario si è aggiunto quello economico e non si può più far finta di niente».

«Ben venga nel panorama delle associazioni di categoria un nuovo interlocutore che raccoglie le istanze di una categoria così presente nella nostra città. Accogliamo le istanze e tutte le idee in un momento molto delicato per tutto il mondo del commercio» - ha detto l’assessore empolese alle attività produttive Antonio Ponzo Pellegrini.

Foto gallery
Notizie correlate
In evidenza