​Prostituzione a Firenze: procedimento penale per i clienti 

Nardella: “La nostra società non può rimanere cieca di fronte a un fenomeno che distrugge la dignità di donne ridotte in schiavitù”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 settembre 2017 16:24
​Prostituzione a Firenze: procedimento penale per i clienti 

Un procedimento penale che prevede l’arresto fino a 3 mesi o una ammenda fino a 206 euro: sono i provvedimenti che potranno scattare a Firenze a carico dei ‘clienti’ delle prostitute in base a quanto prevede l’ordinanza firmata oggi dal sindaco Dario Nardella, che entrerà in vigore da domani. Nell’ordinanza contingibile e urgente si istituisce il divieto di chiedere o accettare prestazioni sessuali a pagamento.

Non è necessario aspettare la consumazione dell’atto, gli agenti della Polizia Municipale sia in borghese che in divisa accerteranno se c’è stata una richiesta, un consenso o un accordo su una prestazione sessuale a pagamento. In questo scatterà la denuncia per il cliente sulla base dell’articolo 650 del codice penale per violazione di una ordinanza delle autorità. Non sono previste sanzioni per chi offre la prestazione, a meno che non ricorrano altre violazioni di legge.Obiettivo dell’ordinanza è il contrasto dello sfruttamento della prostituzione, fenomeno presente in città come viene confermato da quanto emerso nei mesi scorsi in relazioni a interventi delle forze di polizia e della magistratura.

L’atto firmato dal sindaco, volto a sanzionare chi chiede o accetta prestazioni sessuali e a tutelare le persone che sono o possono essere oggetto di sfruttamento, è stato reso possibile dal decreto Minniti, convertito in legge lo scorso mese di aprile, che per la prima volta consente ai sindaci di emettere un’ordinanza contro coloro che ottengono prestazioni sessuali a pagamento. Sulla base del decreto, il sindaco ha quindi adottato un provvedimento mirato che punta alla riduzione del fenomeno.L’ordinanza sarà in vigore in tutta la città e non solo lungo le strade in cui è stata rilevata la presenza di persone che esercitano la prostituzione per evitare di far trasferire il fenomeno in altre zone.“Grazie al nuovo decreto sulla sicurezza di Minniti, convertito in legge, le città hanno uno strumento concreto per contribuire alla lotta contro lo sfruttamento della prostituzione - ha detto il sindaco Nardella -.

La nostra società non può rimanere cieca di fronte a un fenomeno così vasto che distrugge la dignità di migliaia di donne ridotte a oggetto spesso in stato di schiavitù e che consente un vergognoso arricchimento della malavita organizzata. Spero che Firenze - ha concluso Nardella - possa essere un buon esempio per tutto il Paese per una battaglia di civiltà prima ancora che di legalità”.“L’ordinanza firmata oggi dal sindaco è un contributo ulteriore al lavoro che gi da tempo viene svolto in città per il contrasto dello sfruttamento della prostituzione, in particolare da magistratura e forze dell’ordine e con il contributo importante delle associazioni per la tutela delle vittime di tratta - ha detto l’assessore alla sicurezza Federico Giannassi -.

Dal momento dell’entrata in vigore la Polizia municipale sarà attiva per contrastare le violazioni dell’ordinanza”.C'è chi si dichiara "Assolutamente contrario nel merito e negli effetti" che questo provvedimento produrrà. La Consigliera comunale Donella Verdi e il Capogruppo Tommaso Grassi del gruppo Firenze riparte a sinistra "Così si mettono a rischio, ancor più di adesso, le prostitute costringendole a trovare posti più nascosti, si ridurrà la protezione, che i luoghi illuminati, possono garantire. Quanto messo in campo dal Comune è un sistema sanzionatorio per i clienti che mira a disincentivare l'approccio lungo le strade ma ignora le conseguenze rispetto alle strategie e agli studi messi in campo dalle Forze dell'Ordine e dall'associazionismo per far conoscere e indirizzare le prostitute in percorsi di fuoriuscita dallo sfruttamento.

Si preferisce sanzionare – concludono Donella Verdi e Tommaso Grassi – piuttosto che impegnarsi con maggiori energie nel sostegno a chi è sfruttato: infatti è bene ricordarsi che la prostituzione non è un reato

In evidenza