Nuova legge per il Caregiver familiare

Giani: “La Toscana a fianco di chi si prende cura”. Antonella Bundu: "Nessun passo avanti, anzi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 Agosto 2025 14:36
Nuova legge per il Caregiver familiare

Promuovere, valorizzare, sostenere la figura del caregiver familiare, cioè della persona che, nell’ambito domestico, si prende cura di un familiare o di un convivente non autosufficiente. È questa la finalità della legge 55/2025 “Disposizioni per la promozione ed il riconoscimento della figura del caregiver familiare” appena promulgata dal presidente Eugenio Giani e già approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 31 luglio scorso.

La legge introduce principi chiave per il riconoscimento del ruolo del caregiver familiare in Toscana, ritenendolo una figura di fondamentale importanza all’interno della rete del sistema di welfare. Nell’articolato viene evidenziato il ruolo del caregiver familiare quale componente informale della rete di assistenza che ruota intorno alla persona, coinvolto a pieno titolo nel sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari.Nel dettaglio la legge prevede:

  1. riconoscimento del ruolo del caregiver come parte integrante del sistema di welfare regionale;
  2. coinvolgimento nei percorsi di cura attraverso i progetti personalizzati di assistenza e di vita; rete di sostegno integrata tra servizi sociali, sanitari, enti locali, associazioni e Terzo settore;
  3. centro di ascolto regionale con servizio telefonico per orientamento, supporto e informazione;
  4. Interventi di promozione per diffondere la conoscenza della figura del caregiver, favorendo programmi di aggiornamento e iniziative di conciliazione vita-lavoro.

“Con questa legge – ha detto il presidente Giani - la Regione Toscana valorizza i caregiver familiari, donne e uomini che ogni giorno si prendono cura di un proprio caro con disabilità o non autosufficiente. Era importante inquadrare nella normativa regionale, in particolare nel rapporto con la rete dei servizi sociosanitari, una figura che in tante famiglie svolge un compito prezioso e difficile e lo fa in maniera gratuita e volontaria. Rafforziamo così il nostro impegno a sostegno delle famiglie e delle persone più fragili, offrendo loro strumenti reali di aiuto e di attenzione finalizzati anche a contrastare solitudine isolamento”

Approfondimenti

Per l’attuazione della legge sono stanziati 175.000 euro annui fino al 2027, destinati ai servizi di supporto e ai progetti a favore dei caregiver.

“Questa legge – ha concluso l’assessora al welfare Serena Spinelli - rappresenta un passaggio importante per far sì che questa figura, decisiva per la qualità di vita e il benessere della persona assistita, possa svolgere al meglio i suoi compiti, potendo contare sul supporto di tutti i soggetti sociali, sanitari e socio-sanitari con cui si trova a interagire”.

“Gli annunci trionfalistici attorno alla legge regionale 55 del 2025 sono quantomeno fuori luogo. Parliamo di un testo su cui si è lavorato per oltre tre anni e che non introduce niente di sostanziale rispetto all'esistente -dichiara Antonella Bundu, candidata Presidente della Giunta Regionale per Toscana Rossa- Non vengono riconosciuti diritti e non si alleggerisce il carico delle famiglie. Mancano risposte alle necessità materiali e quotidiane di chi, ogni giorno, si occupa di persone non autosufficienti. La definizione della persona caregiver prevede la gratuità di un lavoro che finisce per diventare invisibile, nonostante spesso richieda un costo molto forte anche in termini di pressione sulla salute mentale.

Il sistema sociosanitario scarica sui nuclei familiari e spesso sulle donne le proprie assenze, in una società in cui avanza sempre di più l'età media, con bisogni sempre più urgenti di cura delle persone che vivono in città sempre più frammentate, con forti problemi di solitudini. È un precedente pericoloso: invece di rafforzare i servizi, si certifica che il sistema può poggiare su chi lavora senza diritti né salario.

Quali sono, in concreto, le misure previste da questa legge? Un accesso al supporto psicologico che già il SSN prevede, corsi di formazione per indirizzare un lavoro che resta non riconosciuto, una rete di sostegno che sulla carta era già stata annunciata in passato, senza reali effetti. Niente sostegno economico, niente sollievo per le famiglie, nessuna semplificazione burocratica. Insomma: nessuna risposta reale.

Per questo non sorprende la presa di posizione di CONFAD, che ha seguito passo passo questo percorso e che ha scelto di dissociarsi da un testo incapace di migliorare la vita dei caregiver. E condividiamo le loro parole: meglio nessuna legge che una legge che tradisce le aspettative e cristallizza lo sfruttamento gratuito del lavoro di cura.

Non possiamo continuare a raccontare come gesto di civiltà quello che in realtà è un arretramento. La civiltà sta nel riconoscere il lavoro di cura come parte integrante del welfare pubblico, nel dare diritti e tutele, nell’assicurare che la sanità e i servizi sociali non si reggano sul sacrificio delle famiglie.

Il tempo dei proclami è finito. Se davvero vogliamo mettere al centro la cura, servono investimenti, risorse e il riconoscimento del lavoro che i caregiver già svolgono. Solo così potremo parlare di un sistema sociosanitario giusto e universale”.

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