Movida e caos, come se ne esce a Firenze?

Analisi e proposte di Donvito, presidente Aduc

Redazione Nove da Firenze
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21 giugno 2021 11:19
Movida e caos, come se ne esce a Firenze?

"L’amministrazione di Firenze rischia di far affogare tutti con i suoi provvedimenti per arginare i danni della movida. Attori, oltre all’amministrazione: residenti /cittadini, commercianti e “movidari” ". Questa, dopo gli ultimi fatti di cronaca cittadina, l'analisi di Vincenzo Donvito, presidente Aduc.

"Residenti: non ce la fanno più e chiedono, coi loro comitati, quiete e ordine pubblico;Commercianti: braccio armato dei “movidari”, con i loro no! a qualunque ztl o restrizione di orari e zone (pecunia non olet);“Movidari”: nessuna rappresentanza, ma quando transitano lasciano strisce di danni. Vietati da una parte, vanno altrove, e punto e a capo.L’amministrazione - prosegue Donvito - chiude in modo informale (cordoni, già divelti, in piazza S.Spirito), cordoni in piazza Duomo e loggia dei Lanzi, cancellate (Accademia piazza San Marco), etc… aspettiamo altre cancellate (portici e scale piazza SS Annunziata?).

Va a tentativi: quando sembra che abbia risolto ecco che il problema le si presenta altrove. Siccome di luoghi deputati a movida a Firenze ce ne sono tanti, si giustifica che non ce la fa.E’ bene puntualizzare, oltre alle giuste ragioni dei residenti/cittadini che chiedono quiete, che i “movidari” non sono di per sé invasori barbari, ma persone che cercano luoghi in cui incontrarsi. E quelli di oggi non sono attrezzati alla bisogna. Oggi, quando l’amministrazione interviene per limitare i danni dei “movidari”, fa nuovi danni: estetici, artistici e di diritti.Ma cosa c’è alla base di questa confusione?

A nostro avviso la mancanza di una idea e di un piano per far vivere la città a tutti.Firenze è oggi (e la “mazzata” del lockdown pandemico sembra non abbia insegnato nulla) organizzata solo per i consumatori: trovano ovunque un tutto che è come un blog magmatico che si muove, tra offerta e domanda, casualmente. Con commercianti che, senza “pudore urbano”, seguono e valorizzano questo blog.Manca una città che sia organizzata, soddisfacendo anche i diritti a fruire della cosa pubblica. Una città che dia servizi per utenze di vario tipo, inclusi i “movidari”.Servizi che siano tali e non divieti (come catene e cancelli).Per esempio: parcheggi, bagni pubblici, panchine e tavolini pubblici, addetti all’ordine pubblico.Ma questo costa, dice l’amministrazione. Certo. Ma è un investimento. Finora si è investito solo sui consumi, e i risultati sono quelli noti. Investiamo sui servizi, che se funzionano hanno anche ricaduta sui consumi", conclude Donvito.

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